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L’elastico “fascista” delle mutande

(28 Agosto 2012)

Nel secolo scorso, per il vecchio P.C.I., quello del Togliatti che scarcerò i fascisti nell’immediato dopoguerra, “fascisti” erano gli operai insorti di Budapest, poi quelli di Praga, Danzica e Stettino.
Per il P.C.I. di Berlinguer e Lama, quello “diverso” dei sacrifici, dell’austerità e della “linea dell’Eur”, “fascisti” sono stati prima gli operai di piazza Statuto a Torino che hanno chiuso la sede della U.I.L., poi noi antagonisti degli anni ’70, “fascisti rossi, autonomi, e provocatori”.
Poi il P.C.I. ha cambiato nome e pelle, ma non la propria vocazione nel cercare “fascisti” dappertutto, trovandoli ai giorni nostri nei “black block, sfasciacarrozze, e insurrezionalisti”.
Adesso, in odore di competizione elettorale, il P.D. scopre ancora “fascisti” tra i vecchi suoi amici magistrati di “mani pulite” e tra i grillini parlanti.


L’elastico “fascista” delle mutande

Quelli che erano i vecchi alleati di sempre del P.D. contro il nano fascista di Arcore, diventano i “fascisti” di oggi.
E cosi’ l’imminenza delle elezioni scatena la rissa nel pollaio Italiano del centrosinistra, affollato di pescatori dello stesso fiume elettorale.
Noi non crediamo che Grillo e Di Pietro siano fascisti.
Uno è un magistrato, l’altro un buon comico, ambedue battitori liberi e recuperatori di voti e schede.
Di certo, il Bersani segugio “antifascista” è un “fallito”; lui, e il suo P.D., perennemente in mezzo al guado, sfogliato come un carciofo tra “appoggio riluttante” al governo Monti, collateralismo di sempre con la c.g.i.l., eterna diatriba delle primarie.
Probabilmente, la moltiplicazione di poli e coalizioni mutevoli nell’area del centrosinistra faciliterà la riesumazione del cadavere “fascista” Berlusconiano anche da un punto di vista elettorale.
In sostanza, dopo aver condotto una lunga ed unitaria campagna politica e di stampa contro il puzzone di Arcore che, però, solo i padroni europei e l’avvento del governo Monti hanno fatto cadere, gli stessi “antifascisti” di ieri contribuiscono a risollevare le sorti di Berlusconi, dandosi, tra loro, dei “fascisti” e dei “falliti”.
Noi non abbiamo, naturalmente, da schierarci da nessuna parte, in questa squallida rissa preelettorale.
Non abbiamo amici tra i politici, tantomeno tra i magistrati!
Coi fascisti servi del potere, poi, il nostro è un rapporto di guerra!
Non possiamo non notare, però, che mentre il mondo brucia, politicamente e climaticamente, in Italia la miseria della politica la fa da padrone, mentre si impongono sempre piu’ duri e crudeli i vincoli antioperai di stampo continentale.

Un motivo in piu’ per non partecipare al voto, senza, però, fermarsi all’astensionismo “indignato”.

Spetta agli operai piu’ coscienti, ai militanti piu’ combattivi trarre le dovute conseguenze teoriche, politiche ed organizzative da questa situazione.
Conseguenze ormai da costringere sul terreno operativo.


27 agosto 2012

Combat

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