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Stupro in quartiere

(3 Settembre 2012)

Dalla NEWSLETTER del NIDO DI VESPE numero 60 – 28 agosto 2012

Pochi giorni fa nel nostro quartiere una donna è stata stuprata.
Non è nè un caso singolo nè una questione privata, ma un problema che ci riguarda collettivamente: nei rapporti tra i sessi, la cultura, la sessualità.
Vogliamo parlarne, non lasciare la questione ai politici e ai giornalisti che strumentalizzano la violenza sulla donna creando lo scandalo sulla nazionalità del violentatore per fomentare la guerra tra poveri, nascondendo così il vero problema della violenza contro le donne.
Dobbiamo spostare la riflessione sui ruoli sociali e sessuali che subiamo e sul modo di vedere il corpo delle donne come un oggetto da poter usare e dominare. Il razzismo non è il rimedio al sessismo, sono entrambi strumenti di oppressione. Non vogliamo che il corpo violentato di una donna italiana diventi il campo di battaglia su cui i padri-padroni piantano la bandiera nazionale se lo stupratore è uno straniero.
Non dimentichiamo che gli stupratori, nella maggior parte dei casi, sono familiari, ex mariti, datori di lavoro. I luoghi privilegiati della violenza sono proprio la famiglia e il posto di lavoro. Il problema della violenza sessuale contro le donne riguarda trasversalmente tutte le etnie e le classi sociali ed è legato al concetto di proprietà privata, di dominio su altri esseri umani: è la massima forma di esercizio del potere.
I nostri corpi non sono proprietà di nessuno, neanche dello Stato che approfitta di manifestazioni di questa violenza per aumentare la paura e legittimare il controllo.
Non facciamoci prendere in giro da chi vorrebbe le donne sorvegliate e protette dai militari, gli stessi che picchiano e violentano nei Cie e nelle caserme. La militarizzazione dei quartieri non impedisce che succedano queste violenze. E questo quartiere ha già sofferto dei soprusi da parte delle forze dell'ordine. Non dimentichiamo lo stupro avvenuto nella caserma del Quadraro e l'omicidio di Stefano Cucchi.
Non facciamoci mentire da chi contemporaneamente approva leggi che discriminano sul lavoro le donne, su cui gravano sempre più pesantemente gli ennesimi tagli ai servizi sociali e le riforme del mercato del lavoro. Non possiamo credere a giornali e televisioni che si indignano per la violenza di oggi, ma lucrano sempre con la mercificazione del corpo femminile per fare audience; complice il largo consenso che gli si accorda come spettatori.
Le contraddizioni dello Stato sono tante e nessuna polizia, religione, morale può trovare una soluzione alla violenza contro le donne.
Incontriamoci venerdì 14 settembre alle 18:00 all'Orto insorto, via degli Angeli 140, per preparare insieme un'assemblea aperta a tutto il quartiere.

COMITATO DI LOTTA QUADRARO, ORTO INS-ORTO

Fonte

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