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Conferenza per la salvezza della Siria

Appello per un cessate il fuoco che sia punto di partenza per un processo politico

(28 Settembre 2012)

Traduzione di Maria Grazia Ardizzone (per www.antimperialista.it)

syriasalvation

Venerdì 28 Settembre 2012 12:28

Lo scorso 23 settembre si è svolto a Damasco un evento eccezionale, intitolato “Salvare la Siria”. L’opposizione interna raccolta nel “Comitato di Coordinamento Nazionale per il Cambiamento Democratico” (NCB) – il raggruppamento guidato da Haytham Manna, ospite ad agosto del Campo antimperialista di Assisi - ha tenuto una conferenza per porre fine alla violenza e aprire la strada ad una soluzione politica del conflitto.

Si è trattato del primo raduno pubblico delle forze di opposizione dal 27 giugno 2011, quando esse organizzarono la famosa conferenza all’hotel Samiramis. Da parte delle autorità l’incontro è stato non solo tollerato, ma si è anche provveduto alla sicurezza. Tuttavia i segnali ufficiali erano alquanto equivoci. Solo tre giorni prima della conferenza alcuni dirigenti dell’NCB erano stati sequestrati. L’NCB incolpa i servizi dell’aviazione militare, mentre le autorità rifiutano ogni responsabilità e accusano “gruppi terroristi”. Questo può essere interpretato sia come un doppio gioco che come la presenza di divergenze all’interno dell’apparato.

Il grande interesse di Russia, Iran e Cina, che erano presenti con rappresentanti di alto livello, è stato certamente un fattore che ha contribuito a rendere possibile un simile raduno.

In una dichiarazione di principi la conferenza ha affermato di “adottare la resistenza non violenta come strategia per raggiungere gli obiettivi della rivoluzione. Ci rendiamo conto che militarizzare la rivoluzione (armando i civili) è un pericolo sia per la rivoluzione che per la società. In questo contesto consideriamo “l’Esercito Siriano Libero” come un fenomeno oggettivo, emerso dal rifiuto dei soldati siriani di uccidere i propri connazionali che protestavano pacificamente, e da questa prospettiva lo consideriamo una delle componenti della rivoluzione. Come tale ha il dovere di sostenere, rafforzare e difendere la strategia pacifica della rivoluzione.”

Questa dichiarazione è molto audace e coraggiosa, che dimostra che l’NCB non è una falsa opposizione. Afferma la legittimità della rivolta anche con il ricorso alle armi e allo stesso tempo invita le forze armate della ribellione a subordinarsi al primato della politica, a dare priorità alla mobilitazione di massa e ad aprire ad una soluzione politica.

Evidentemente questo è il nucleo centrale dell’azione politica dell’NCB. La conferenza testimonia al popolo siriano e alle sue diverse rappresentanze politiche che una simile posizione è possibile, indica che può iniziare un processo politico. E questo non è un piccolo risultato.

La conferenza ha rielaborato le posizioni dell’NCB, ha invitato al rovesciamento del regime e ad una transizione democratica con mezzi pacifici, ha condannato il settarismo, ha riaffermato i diritti del popolo kurdo nel mantenimento dell’unità della Siria e si è impegnata a sostenere i palestinesi e la richiesta siriana di restituzione delle Alture del Golan.

Come concreto e immediato passo per fermare la violenza, la conferenza ha chiesto un cessate il fuoco ad entrambe le parti. Al regime ha sottoposto la necessità immediata di aiuti umanitari, il rilascio dei prigionieri politici, il diritto alla libertà di espressione e di manifestazione.

La conferenza ha invitato l’inviato speciale dell’ONU Lakhdar Brahimi ad organizzare una conferenza internazionale per spianare la strada ad una soluzione politica.

E’ stato istituito un comitato permanente incaricato di tenere aperto il processo avviato e di riconvocare la conferenza a tempo debito.

Interpellato telefonicamente, Haytham Manna, portavoce internazionale dell’NCB, ha definito la conferenza una tappa positiva: “Ci sono molte reazioni amichevoli dalla Siria e perfino le forze ostili sono costrette a riconoscere l’evento.”

La chiave è in Egitto

Evidentemente i principali giocatori di entrambe le parti non sono ancora pronti per una soluzione politica. Al tempo stesso diviene sempre più palese che nessuna delle due parti può vincere militarmente, protraendo il conflitto e aumentando le tensioni settarie.

Un cessate il fuoco e una de-escalation sarebbero favorevoli non solo per il movimento popolare; anche la Russia e l’Iran sono veramente interessate a questo, dato che sanno che Assad non può vincere.

La chiave ora è in Egitto. Gli egiziani hanno segnalato la loro disponibilità ad un processo negoziale regionale comprensivo dell’Iran, violando così decisivamente la politica del vecchio regime di isolamento dell’Iran a favore degli Stati Uniti. Il nuovo regime esercita una grande influenza sulla Fratellanza Musulmana e potrebbe costringerla al tavolo del negoziato. E’ necessaria una sorta di distensione fra il Cairo e Tehran. Tehran deve imporre ad Assad concessioni significative; in cambio il Cairo torna ad essere la principale potenza regionale, a scapito di Arabia Saudita e Stati Uniti. Un simile importante cambiamento geopolitico come un altro passo per l’uscita dall’ordine mondiale monopolare degli Stati Uniti non è più impossibile, ma può aver bisogno di più tempo e forse costituirebbe un’ulteriore pressione sulla Fratellanza Musulmana. Ciò comunque non si verificherà senza problemi, dato che gli Stati Uniti non si faranno certo da parte e non guarderanno il loro impero crollare.

Nel frattempo l’aggregazione per una soluzione politica in Siria deve crescere e la coraggiosa iniziativa dell’NCB va sostenuta con tutti i mezzi. Questa è la sola soluzione antimperialista possibile.

Wilhelm Langthaler

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