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(Il saccheggio del territorio)

L’iniziativa del Comitato Contro Il Corridoio 5 a Ronchi del 16 Luglio

Un appello a enti locali e associazioni ambientaliste: uniamoci per i ricorsi

(20 Luglio 2004)

Si è svolta nella serata del 16 luglio l’iniziativa del Comitato Contro Il Corridoio 5 in cui si è discusso - davanti ad un folto pubblico - sulla possibile approvazione in tempi brevi da parte del CIPE (comitato interministeriale per la programmazione economica) della tratta dell’Alta Velocità Ronchi Sud-Trieste.

Il Comitato Contro il Corridoio 5 – con il moderatore dell’incontro, il consigliere provinciale Luigi Bon - lancia un allarme perché, come già avvenuto per altre opere, il CIPE potrebbe approvare già in agosto il progetto preliminare: si auspica che nasca una rete di enti locali, associazioni e persone per portare avanti i ricorsi al TAR, che dovranno essere presentati entro 60 giorni dopo l’approvazione del Comitato Interministeriale.

Il tracciato alternativo, le cui cartografie sono state presentate durante il convegno-dibattito di Ronchi, è stato giudicato un’ipotesi irricevibile, perché sposterebbe i problemi di pochi metri senza risolvere la questione di fondo.

Erasmo Venosi, coordinatore scientifico dei Comuni di Veneto, Lombardia e Piemonte che hanno già presentato i ricorsi, ha individuato nell’impatto sul territorio, il rumore, l’elettromagnetismo, oltre all’enorme quantità di materiali di scavo da movimentare e smaltire i problemi principali legati a questa grande opera, non solo in fase di costruzione ma anche con l’AV/AC a regime.

Le carenze del progetto consistono invece nella mancata valutazione dei tracciati alternativi (si è prevista solo l’opzione zero, cioè il non fare niente, mentre il tracciato scelto deriva dagli accordi italo-sloveni del 2001), dalla mancata Valutazione d’Incidenza prevista dalla Comunità Europea per opere che interessano i Siti d’Importanza Comunitaria, dall’assenza di una seria analisi trasportistica, perché la tratta in questione non è satura ma può sopportare ancora 220 treni/giorno, tanto da far raddoppiare di fatto il volume dei traffici della linea attuale.

Il tratto Ronchi-Trieste prevede una velocità di 250 Km/orari (mentre fino ai 220 Km/orari si possono utilizzare le linee esistenti) e proprio l’elevata velocità comporta problemi acustici, di vibrazioni e la necessità di corrente alternata e non continua come sulle reti esistenti, rendendo necessari degli elettrodotti dedicati per la TAV, con i problemi elettromagnetici che ciò comporta. Ha ricordato gli studi dell’Università di Milano che dimostrano l’anti-economicità del Corridoio 5 e le esperienze radicalmente diverse di altri stati (Regno Unito, Germania, ecc.).

L’avvocato Mariarosa Ghirardini, legale che ha affrontato i ricorsi al TAR per molti Comuni del Nord Italia, ha ricordato come con la Legge Obiettivo i Comuni non abbiano diritto ad intervenire sulla violazione delle norme della Valutazione d’Impatto Ambientale. E’ la stessa procedura, all’art. 3 del Decreto 190, che permette di scavalcare gli strumenti urbanistici: la Legge Obiettivo fa da variante al Piano regolatore comunale e al Consiglio comunale rimane solo il compito di provvedere ad approvare le relative normative. Con il Testo Unico degli espropri, inoltre, vi è stata una velocizzazione di tutta la materia. La proprietà ha il diritto ad essere risarcita ma, anche su una fascia di 50 metri dalla linea, il danno dev’essere accertato. Di fatto l’espropriato cerca prima un accordo soddisfacente con la controparte, ma se non lo trova dovrà affrontare un contenzioso.

L’avvocato Alessandro Tudor, che ha portato avanti il ricorso al TAR vincente contro il progetto della Baia di Sistiana, ha sottolineato come il caso TAV sia diverso e debba tener conto preliminarmente di due aspetti: la volontà politica ed i finanziamenti. La vicenda del “Tubone” di Trieste, un progetto inserito nella Legge Obiettivo e presentato circa un anno fa, si è risolta con una forte e qualificata contestazione della popolazione, che ha scoraggiato i politici ad insistere su quell’opera. La Legge Obiettivo, nell’escludere cittadini ed Enti locali da ogni processo partecipativo, viola il concetto stesso di sussidiarietà e si pone in contrasto con quanto previsto dallo Statuto speciale regionale.

Molto ricco il dibattito che si è sviluppato con il pubblico in sala, che è partito dalle analisi trasportistiche (per i porti del Friuli-Venezia Giulia servono collegamenti Nord-Sud per raggiungere Austria e Germania) e per le merci sono importanti i tempi di movimentazione nei porti e non la velocità media del viaggio, perché si tratta di merci voluminose e non deperibili, mentre la presunta saturazione della linea non risulta affatto (un traffico intenso, lontano dalla saturazione, si ha solo sul tratto Bivio S. Polo-Bivio Aurisina, in tutto meno di 15 Km).

E’ stato sollevato il problema delle concessioni edilizie per nuove case da costruire - anche in Comune di Ronchi - a ridosso del tracciato del Corridoio 5, si è discusso della pochezza della proposta alternativa presentata dagli esperti nelle scorse settimane, si è lamentata la scarsa partecipazione degli Amministratori locali (uniche eccezioni tre assessori della Provincia di Gorizia e dei Comuni di Monfalcone e di Doberdò).

Monfalcone 18 luglio 2004

Il Comitato Contro il Corridoio 5

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