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La fatalità

La fatalità

(25 Novembre 2008) Enzo Apicella
Per Berlusconi è stata una fatalità il crollo che ha ucciso Vito Scafidi nel liceo Darwin di Rivoli

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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

NO ALLA DISMISSIONE DELLA SCUOLA PUBBLICA! NO AL CONCORSO TRUFFA! NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO!

(11 Ottobre 2012)

scuolafinit

Il governo Monti prosegue sulla strada della dismissione dell'istruzione pubblica segnata da Berlusconi, confermando l’attuazione di tutti i provvedimenti del governo precedente (responsabile di 8 miliardi di tagli e di oltre 150mila licenziamenti) e tagliando ulteriori 200 milioni di euro alla scuola pubblica con la spending review. La scuola statale è stata gettata sul lastrico, gli studenti sono costretti in classi sovraffollate in cui è impossibile esercitare una didattica di qualità, in cui la loro stessa incolumità è messa a repentaglio viste le deroghe ai parametri stabiliti dalle leggi sulla si¬curezza; diminuiscono le ore di studio nella scuola dell’obbligo; si nega il diritto allo studio e all’integrazione dei disabili.
Per coprire questa situazione il ministro Profumo ha tirato fuori dal cilindro un concorso per i docenti, propagandando oltre 11mila assunzioni di giovani insegnanti. In realtà le assunzioni – già previste dalla Gelmini per far entrare i docenti precari al posto di quelli che vanno in pensione – sono solo una minima parte dei circa 100mila posti vacanti su cui ogni anno lavorano i precari, sono spalmate su due (o forse tre) anni scolastici e non coprono neanche i pensionamenti previsti. Inoltre il concorso costituisce uno spreco di denaro pubblico, essendo rivolto soprattutto ai docenti già in possesso di abilitazione, che hanno già vinto un concorso precedente o si sono abilitati nelle scuole di specializzazione a numero chiuso e che quindi hanno già ampiamente maturato il diritto ad essere assunti a tempo indeterminato. In questo modo si punta a costruire una ulteriore divisione tra i precari , quelli che avranno vinto il con¬corso e che saranno inseriti in una ennesima graduatoria di merito e la grande maggioranza che rimarrà a marci¬re nelle graduatorie “ad esaurimento”. Gli aspiranti docenti iscritti ai costosi corsi TFA dovranno aspettare un prossimo fantomatico concorso per provare a conquistare un contrat¬to a tempo indeterminato, andando nel frattempo ad ingros¬sare le fila dei precari della scuola, che in assenza di investimenti cospicui non hanno alcuna prospettiva di stabilizzazione.
Nella scuola si è ormai costituito un enorme esercito di riserva di quasi 300mila precari (o aspiranti tali) che i governi neoliberisti utilizzano come leva per la sottrazione dei diritti anche agli insegnanti di ruolo e per la squalificazione dell’istruzione pubblica. La proposta di legge n. 953 (inizialmente pre¬sentata dalla deputata Aprea del PdL) preprevede lo smantellamento degli organi collegiali, annullan¬do le conquiste di democrazia ottenute con anni di lotte da insegnanti e studenti. La scuola che ha in mente questo parlamento, complici entrambi i principali schieramenti politici, prevede la partecipazione dei privati agli organi di auto¬governo degli istituti, smascherando finalmente il concetto di “autono¬mia” sbandierato dal centrosinistra come un avanzamento democratico e che invece si traduce nell’aziendalizzazione delle scuole, messe in competizione tra loro sul mercato a spese del diritto allo studio e dell’indi¬pendenza del sapere.
L’ennesima riforma del sistema pensionistico attuata dalla ministra Fornero colpisce in modo partico-lare le la¬voratrici ed i lavoratori della scuola, costringendoli a rimanere al lavoro oltre i 67 anni, rallentando il turnover, costringendo molti precari ad andare in pensione con un reddito da fame. Il blocco del contratto collettivo, scaduto nel 2009, peggiora la già scandalosa situazione retributi¬va dei dipendenti della scuola, peggio ancora per i preca¬ri neoas¬sunti che devono rinunciare anche ai miseri scatti di anzianità per i primi cinque anni. In questo quadro i docenti cd. inidonei vengono ricollocati tra gli amministrativi, si prospettano tagli sugli scatti di anzianità e sugli stipendi di chi assiste i parenti disabili, si sta ventilando la possibilità di aumentare l'orario di lavoro a parità di salario per gli insegnanti!
Le politiche contro la scuola pubblica sono politiche contro i lavoratori e le lavoratrici, sia direttamente perché colpiscono i diritti di chi lavora nella scuola, sia indirettamente perché negano il diritto allo studio per i lavoratori e le lavoratrici di domani, puntando a costruire una massa ignorante ed asservita al dominio dei padroni sui luoghi di lavoro e ai poteri forti nella società in generale. Queste politiche vengono giustificate con la necessità di fronteggiare la crisi e aggiustare i conti pubblici per il pagamento del debito, accumulato negli anni al fine di favorire speculatori e capitalisti. Le lavoratrici ed i lavoratori, le studentesse e gli studenti non sono responsabili della crisi economica e non hanno contribuito alla formazione del debito, sono anzi in credito di democrazia e di diritti, e con la lotta se li riprenderanno!
Costruiamo insieme un movimento di opposizione al governo Monti, a partire dalla manifestazione nazionale No Monti Day del prossimo 27 ottobre!

Chiediamo:
• il rifinanziamento immediato della scuola pubblica statale restituendo gli 8 miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi;
• l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti e un si¬stema di reclutamento che garantisca l’assunzione a tempo indeterminato dei precari entro tre anni di servizio prestato per supplenze.

10/10/2012

Sinistra Critica
Organizzazione per la sinistra anticapitalista

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