">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Comunisti e organizzazione    (Visualizza la Mappa del sito )

Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Memoria e progetto)

John Reed
Red America. Lotta di classe negli Stati Uniti

(11 Ottobre 2012)

redamerica

John Reed è conosciuto principalmente per il suo "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", l'appassionato racconto della Rivoluzione d'ottobre che addirittura Lenin stesso consigliava di leggere. A Mosca Reed fu onoratamente sepolto, al termine della sua breve esistenza, conclusasi nel 1920 a soli 33 anni dopo aver contratto il tifo a Baku dove aveva partecipato al Congresso dei popoli orientali. Meno conosciuta è la sua produzione “americana” sulla quale fa luce questa raccolta di articoli curata da Mario Maffi e pubblicata da Nova Delphi: "Red America. Lotta di classe negli Stati Uniti" (pp.242, € 12.00).

Dai racconti “Il capitalista” e “Mac l'americano” all'intervento di John Reed al Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista del luglio 1920, pochi mesi prima della morte, passando soprattutto per gli articoli che Reed pubblicò su «The Metropolitan», «The Liberator» e «The Masses», giornali sui quali si esprimeva il socialismo americano degli inizi del secolo, attraverso penne quali quelle di Reed e di Jack London. Nel volume si trovano anche diverse fotografie delle copertine di «The Masses» e fotografie d'epoca che ritraggono Reed o che documentano le lotte raccontate dai suoi articoli.


I due racconti che aprono il libro sono due quadretti americani che tipizzano caratteri e movenze dell'americano duro e puro d'inizio secolo: sanguigno, razzista, violento, patriottico. Ma i pezzi più interessanti sono quelli in cui Reed racconta, con uno stile asciutto, appassionato ed empatico, le violente lotte sindacali dei lavoratori americani riuniti nel movimento IWW – Industrial Workers of the World. Movimento nel quale confluiva e si riconosceva la classe lavoratrice americana – dai minatori ai portuali, dai braccianti ai tagliaboschi – schiacciata dal rampante capitalismo dei vari Rockefeller, che sfruttava le masse degli immigrati europei e africani nell'estrazione intensiva delle risorse dell'Ovest. Pagine di una storia, quella delle lotte di classe americane, ricca di sconfitte, di violenze raccapriccianti, di impiccagioni, linciaggi, sedie elettriche, ma soprattutto pagine di una storia alquanto trascurata e taciuta. Il sogno imperialista americano si alimentava del sudore e del sangue degli uomini e delle donne di cui ci racconta Reed. Un tema in fondo affatto distante, qualora si guardi a quanto sta succedendo ai giorni nostri nella più grande miniera di platino del mondo in Sudafrica o nelle miniere dell’America del Sud.

In "Guerra a Paterson Reed" ci racconta dello sciopero violentemente represso dei lavoratori dei setifici del 1913. Efficacissimo l'attacco che, mentre ci introduce nella questione particolare di Paterson, sembra tracciare le linee di funzionamento e di movimento del capitale americano: “C’è guerra a Paterson. Ma è uno strano tipo di guerra: la violenza viene tutta da una parte sola, dalla parte dei proprietari dei setifici. I loro servi, i poliziotti, prendono a manganellate uomini e donne indifesi, e a cavallo caricano folle inermi. I mercenari al loro soldo, gli agenti armati, sparano e uccidono gente innocente. I loro giornali, il “Paterson Press” e il “Paterson Call”, pubblicano appelli incendiari e bellicosi per incitare alla violenza contro i leader dello sciopero. Il loro burattino, il giudice Carroll, infligge dure sentenze ai pacifici picchetti finiti nella rete della polizia. Controllano completamente la polizia, la stampa, i tribunali. Di fronte a loro, circa 25.000 operai dei setifici in sciopero, dei quali forse 10.000 attivi: la loro arma è il picchetto. Lasciate che vi racconti che cosa ho visto a Paterson...”

Nel 1914 Reed è a Trinidad in Colorado a raccontare nel dettaglio per «The Metropolitan» lo sciopero dei minatori italiani, americani, greci, slavi, prima divisi da pregiudizi razziali artatamente strumentalizzati dai proprietari delle miniere e poi finalmente uniti nella lotta per i diritti sul lavoro durata lunghi mesi, assediata dalle bande armate degli sceriffi e costata infine numerose vite innocenti, fra cui molte donne e bambini. Poi l'intervento dell'America nella Prima Guerra, la spirale nazionalista e militarista, gli anni dei Liberty Loan, i bond con cui si finanziarono le spese di guerra. Nel 1917 Reed ci racconta i passi della così detta “Red Scare”, quella paranoia repressiva anti-socialista che fu più violenta del più famoso maccartismo degli anni '50: “In America, quello appena trascorso è stato il mese più nero per gli uomini liberi che la nostra generazione abbia mai conosciuto. Con una sorta di orribile apatia, il paese è sprofondato in un regime di tirannide giudiziaria, di repressione burocratica e di barbarie industriale, che ha fatto inevitabilmente seguito al primo, sottile e irresponsabile delirio di militarismo.” Mentre costituisce un interessantissimo spaccato del panorama sindacale statunitense il pezzo "La lotta degli IWW in America", che spiega struttura, divisioni, politiche e strategie dei così detti “wobblies”, ovvero i membri del più rivoluzionario raggruppamento sindacale.

Insomma una pubblicazione ricca, interessante, attuale in quanto getta luce su lotte sociali le cui conseguenze si ripercossero sul sistema economico durato un secolo almeno e di cui oggi iniziamo a vedere crepe sempre più vaste. La penna di John Reed è quella dei giornalisti americani nutritisi di Twain, sempre in viaggio, attenti al presente, empatici. Nelle sue righe appassionate risuonano al contempo le note socialiste dei cantori americani come Joe Hill o Pete Seeger e le scorribande di Jesse James.

EDIZIONE ESAMINATA E BREVI NOTE

John Reed (1887-1920) è stato un giornalista militante statunitense. Famoso soprattutto per il suo racconto della rivoluzione d'Ottobre, I dieci giorni che sconvolsero il mondo, ha raccontato gli scioperi dei lavoratori americani repressi nel sangue, la rivoluzione messicana di Pancho Villa e ha scritto numerosi reportage dall'Europa. Morì di tifo a Mosca nel 1920.
John Reed, RED AMERICA. Lotta di classe negli Stati Uniti, Nove Delphi, Roma 2012, € 12.00, pp.242. A cura di Mario Maffi.

ottobre 2012

Francesco Marilungo - Lankelot

6448