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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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Fusione Hera-Acegas. Un cocktail autoritario

(12 Ottobre 2012)

La fusione tra la holding emiliana (ex municipalizzata) e quella veneta rivela un clamoroso conflitto di interessi per gli amministratori che hanno votato a favore. Una ulteriore contraddizione nel Pd emiliano-veneto e un orrore politico e giuridico da rimuovere al più presto.

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I consigli comunali secondo il Testo Unico Enti Locali (TUEL, 267/2000) devono dare un parere libero e non vincolato sugli eventi inerenti le aziende Spa partecipate. Ma nella vicenda della fusione Hera-Acegas sono stati nei fatti esautorati dalle disposizioni di un Patto di Sindacato Hera, tra sindaci “pesanti” azionisti, - del quale va verificata la legittimità legale - che prevede penali pazzesche in capo al Comune qualora un sindaco voti in assemblea dell’azionista difformemente dalle decisioni del Patto di Sindacato! Un quadro questo che segnala un clamoroso conflitto di interessi.
In questi anni sembra che nessuno si sia mai accorto di una tale paranoia autoritaria e decisionista a esclusivo vantaggio degli azionisti.
Ne discende a questo punto un elemento ineludibile: i Sindaci di Modena e Bologna, come Pighi e Merola, difendono come esponenti del Patto di Sindacato della Hera un interesse oggettivamente e ovviamente conflittuale rispetto ai consiglieri comunali e non potevano pertanto partecipare al voto sulla fusione Hera Acegas.

La vicenda rivela l'orrore di un istituto autoreferenziale, non eletto dai cittadini, che impedisce, con un sistema di punizioni e sanzioni feroci, l’esercizio democratico e legittimo della volontà dei consiglieri comunali. Diversi comuni emiliani e romagnoli hanno votato contro la fusione tra Hera e Acegas proprio sulla base di questo evidente conflitto di interessi. “Se sono nel patto di sindacato devo dire obbligatoriamente quello che vogliono gli altri, altrimenti devo pagare 5 milioni di euro” afferma ad esempio Raffaella Pirini, consigliera comunale M5S – Destinazione Forl' - commentando positivamente il voto contrario del consiglio comunale di Forlì alla fusione tra Hera e Acegas “Sono fiera, a differenza di un consigliere che mi ha preceduto, di far parte di uno dei pochi Comuni in cui l’amministrazione ha deciso di esprimersi negativamente ne confronti della fusione”.

I "no" pronunciati dai consigli comunali contro la fusione Hera-AcegasAps, come quello di Forlì di o di Sassuolo , non avranno però effetti concreti sulla maxi-operazione che deve essere ratificata entro il 15 ottobre. Per quella data, infatti, il Patto di Sindacato pubblico che guida Hera con il 58,8% delle azioni dovrà presentarsi con una posizione unitaria - ha chiarito il sindaco di Forlì Roberto Balzani - ma al momento il sì è di gran lunga preponderante. Oltre a Forlì e Sassuolo, hanno votato contro anche Formigine, Predappio, Civitella di Romagna, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Monghidoro e Porretta Terme. Con il voto a favore del consiglio comunale di Cesena e cosi', alla fine, l'insieme dei Comuni azionisti della multiutility Hera (sono piu' di 180) ha dato il consenso a maggioranza all'operazione, che comunque dovra' ricevere il via libera formale nell'assemblea degli azionisti di lunedi' prossimo a Bologna. Sarà infatti l'assemblea di lunedi' a varare la fusione per incorporazione di AcegasAps Holding in Hera, con efficacia da gennaio 2013.

Contropiano - redazione Bologna

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