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Roma, 4 Giugno: una successo non scontato

(7 Giugno 2004)

Il successo della manifestazione di Roma, con la quale il movimento contro la guerra ha accolto il criminale George Bush, è andato al di là delle previsioni.

Certo, la rilevanza dell'evento simbolico avrebbe richiesto una partecipazione superiore, simile a quella del 20 marzo scorso. Ma non può essere questo il termine di paragone. Occorre infatti tener conto di quattro elementi: 1. la giornata lavorativa, 2. il clima di paura che si è cercato di creare, in particolar modo da parte del governo, 3. il boicottaggio della sinistra raccolta nell'Ulivo, 4. Il semisabotaggio della componente "pacifista-nonviolenta" (Prc in prima linea) che ha di fatto lavorato per una manifestazione sottotono, nei numeri e nella combattività.

Ogni giudizio deve perciò tener conto di questo scenario che certo non preannunciava niente di buono.

Ebbene, nonostante tutto ciò, le vie di Roma, dopo le esemplari azioni di blocco svoltesi in mattinata, si sono riempite dando vita ad un corteo non solo contro Bush e l'imperialismo americano, non soltanto per il ritiro del contingente italiano, ma anche per il sostegno alla Resistenza irachena.

Nella scorsa estate, quando lanciammo la campagna dei 10 euro, eravamo in pochi non solo a sostenere, ma anche solo a parlare di Resistenza.

Contro la manifestazione del 13 dicembre si scatenò un putiferio incredibile teso, nelle sue varie articolazioni, a negare comunque la legittimità della Resistenza, la sua natura popolare e di massa, la sua centralità nella lotta globale che oppone i popoli oppressi all'imperialismo a stelle e strisce. Una campagna virulenta, che come si e' visto ha fatto da apripista agli arresti che abbiamo subito.

A pochi mesi di distanza tutto questo è cambiato, ed anche la manifestazione di Roma ce lo conferma. Il sentimento maggioritario dei manifestanti è stato infatti quello di vicinanza e solidarietà con il popolo iracheno.

Un fatto significativo. Il Campo Antimperialista ha manifestato, insieme ai Comitati Iraq Libero, con lo striscione "Per la Resistenza in Iraq, con l'Intifada in Palestina". Eravamo in centinaia e con decine di bandiere irachene. Bene, tantissimi sono stati i compagni, i collettivi, le realtà locali che ci hanno chiesto di poter avere e di poter acquistare le bandiere dell'Iraq. Un sintomo, un dato politico che mette in luce la consapevolezza, ormai diffusa, della necessità di sostenere il popolo iracheno in lotta e della possibilità che questa lotta sia vittoriosa.

Lo stesso fatto che, in un contesto così difficile, che la manifestazione abbia espresso la propria indignazione anche con episodi di protesta rabbiosa, è la conferma di una crescente insopportabilità della prepotenza USA e del servilismo italiano.

Il lamento del circo politico, che esige dichiarazioni "politicamente corrette" quanto integralmente ipocrite ad ogni TG, si è concentrato questa volta sullo slogan "10, 100, 1000 Nassyria".

Questo slogan non lo abbiamo lanciato noi. Tuttavia l'abbiamo raccolto, insieme a settori assai consistenti del corteo, perché a Nassirya i partigiani iracheni hanno semplicemente condotto un'azione militare legittima contro militari impegnati nell'occupazione del loro paese.

Cos'è questa, se non Resistenza?
Chi lo nega è soltanto un ipocrita.

E sono gli stessi bugiardi che fingono di non vedere le stragi italiani a Nassyria (queste sì in buona parte di civili inermi!) come è avvenuto il 6 aprile scorso quando le vittime irachene (come ormai ammesso da numerosi organi di stampa) sono state tra le 150 e le 200 -il tutto con l'ausilio decisivo dell'aviazione USA.

Ma queste ipocrisie hanno oggi meno spazio nel movimento e nella società di quanto avveniva un anno fa e siamo certi che ancora meno ne avranno in futuro.

In conclusione, crediamo che sia giusto essere soddisfatti della riuscita della manifestazione. Per la partecipazione, ma soprattutto per il segnale di resistenza all'impero americano che ha animato la grande maggioranza delle persone scese in piazza.

Notiziario del Campo Antimperialista .... 6 giugno 2004

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