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Cantiere Italia

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(17 Novembre 2010) Enzo Apicella
Presentato il report Inail: gli omicidi sul lavoro nel 2009 sono stati 1021

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    (21 Ottobre 2012)

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    La vertenza IKEA continuerà la prossima settimana e la tensione è destinata oggettivamente a salire se il Consorzio CGS e le cooperative che ne fanno parte (Euroservizi, Cristall e San Martino) violeranno quelle che nel loro comunicato definiscono “normali situazioni di relazioni sindacali”.

    Se si vuole il dialogo attraverso un tavolo che affronti i problemi sollevati dai lavoratori e dal SI.Cobas questo non potrà avvenire sotto ricatto.

    Per aprire un confronto è necessario che nessun lavoratore venga tenuto fuori dal deposito IKEA e che, a partire da lunedì, quando è previsto il ripristino dei volumi di lavoro, tutti i lavoratori, nessuno escluso, siano inseriti nelle turnazioni.

    La lista di proscrizione elaborata dai responsabili di IKEA e del Consorzio nei giorni scorsi per dividere i buoni dai cattivi è inaccettabile, così come la pressante attività antisindacale tesa a seminare paure e divisione tra i lavoratori del deposito.

    Le contestazioni disciplinari con sospensiva dal lavoro giunte ad una dozzina di operai, la maggior parte dei quali delegati del SI.Cobas, devono essere ritirate ed il lavoro deve riprendere regolarmente per consentire lo svolgimento di “normali situazioni di relazioni sindacali”. Il passo indietro, nella dialettica del contenzioso in atto, deve esserci da ambo le parti.

    Il SI.Cobas ha dato la sua disponibilità al dialogo e nella richiesta d’incontro sindacale inviata al Consorzio in data 16 ottobre 2012, ha già esposto i punti che vuole affrontare. Segnaliamo in particolare:

    1. garanzia delle 168 ore contrattualmente previste;

    2. equa ripartizioni degli straordinari per tutti i soci-lavoratori, indistintamente dalla cooperativa di appartenenza;

    La questione salariale è dirimente per creare una condizione di giustizia economica e sociale nel magazzino Ikea perché buste paga da 400/500 euro non devono e non possono esistere né qui né altrove. Il SI.Cobas, nella citata richiesta d’incontro, si è reso disponibile all’”apertura di una discussione su flessibilità e produttività” tenendo in considerazione la tipologia delle lavorazioni nel Deposito Ikea “per giungere a delle soluzioni condivise attraverso un’organizzazione del lavoro tesa a perseguire il miglioramento delle condizioni di lavoro di tutti i soci-lavoratori operanti presso l’appalto ed il consolidamento dei livelli occupazionali”.

    Pochi giorni fa, il12 ottobre, in Provincia è stato sottoscritto il “Protocollo d'intesa per il miglioramento dei livelli di prevenzione, sicurezza e protezione sociale dei lavoratori negli appalti di facchinaggio, logistica e movimentazione merci”. Firmatari di questo documento sono stati Provincia di Piacenza, istituzioni del Tavolo interistituzionale per la regolarità, sicurezza e qualità sociale del lavoro (prefettura - ufficio territoriale del Governo di Piacenza, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, direzione territoriale del lavoro, Inps, Inail, Ausl) e componenti della commissione di concertazione (associazioni dei datori di lavoro ed organizzazioni sindacali: Confindustria, Confcooperative, Legacoop, Libera Associazione Artigiani, Upa Federimpresa, Cna, Unione Commercianti, Confesercenti, Unione Agricoltori, Coldiretti, Cgil, Cisl, Uil, Consigliera di parità).

    Sapremo valutarne concretamente la sostanza a partire da questa vertenza. Una valutazione autorevole, a nostro avviso, visto che viviamo sulla nostra pelle la condizione di lavoratori salariati. Lavoratori di appalti di facchinaggio, logistica e movimentazione merci che nella stragrande maggioranza corrisponde alla condizione di “soci-lavoratori”, già fortemente penalizzata dalla sezione speciale dedicataci nel CCNL di riferimento che concede la possibilità ai regolamenti interni delle cooperative di agire in deroga allo stesso contratto lasciandoci a terra, ad esempio, in caso di malattia, infortunio e maternità.

    Noi operai non siamo un problema di ordine pubblico, anche se vediamo ormai troppo spesso la polizia arrivare davanti ai cancelli dei nostri magazzini. Noi operai siamo un problema di ordine sociale nella misura in cui siamo calpestati nella dignità e nel salario.

    Ci auguriamo “che il confronto torni ad essere in linea con quello che devono essere normali situazioni di relazioni sindacali e non modalità che poco hanno a che vedere con il normale confronto dialettico” ma se questo non avverrà, daremo battaglia.

    Piacenza, 21/10/2012

    Sindacato Intercategoriale Cobas

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