">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Tavolo

Tavolo

(2 Marzo 2012) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Grecia: governo e troika d'accordo sui tagli. Sinistra Democratica abbaia ma non morde

(24 Ottobre 2012)

Dopo un lungo tira e molla, raggiunto l'accordo tra governo ellenico e troika sui nuovi tagli. Gli ex di Syriza fanno le capriole. Un sondaggio conferma: Syriza in testa, nazisti terzi.

samaratroika

"La troika (Ue-Bce-Fmi) ha fatto un passo indietro sugli indennizzi e la durata del preavviso in caso di licenziamento". Con questa giustificazione poco dopo le 14 il ministro delle Finanze e del Lavoro greco Yannis Stournaras ha confermato il raggiungimento dell'accordo tra il suo governo e i rappresentanti dei creditori internazionali siglato dopo molti giorni di braccio di ferro. Un braccio di ferro conclusosi di fatto con poche variazioni di facciata, rispetto alle 'proposte' della troika, che confermano quanto già sindacati e forze politiche e sociali della sinistra – e non solo – hanno già definito inaccettabile.

Lo stesso Stournaras ha precisato che, riguardo al bonus di sei mensilità concesso a chi ha lavorato per oltre 16 anni e viene licenziato, la troika ha accettato di aumentarlo a 2.000 euro (dai 1.800 inizialmente proposti), mentre il periodo di preavviso in caso di licenziamento diventa di quattro mesi invece di tre. Il resto rimane tutto come prima, e quindi il previsto salasso di 13,5 miliardi di euro, necessario per sbloccare i nuovi “aiuti” al Paese, rimane intoccabile. Di questi ben 9,2 verranno da tagli ai salari, alle pensioni e all'assistenza sociale. Inoltre il governo Samaras si è impegnato a licenziare 5.000 impiegati statali entro la fine del 2012 e poi, a partire dall'anno prossimo, a mandarne a casa altri 5.000 ogni tre mesi fino alla fine del 2015 (45.000 in tutto). Per non parlare dell'innalzamento dell'età pensionabile da 65 a 67 anni per tutti.

Non è certo ora cosa succederà. Teoricamente il leader del partito della Sinistra Democratica Fotis Kouvelis si era detto contrario a molte delle misure contenute nel pacchetto velenoso imposto dall'Unione Europea.

Era proprio per le sue resistenze che ieri sera tardi si era conclusa con un nulla di fatto la teleconferenza tra il ministro del Lavoro greco e i tre rappresentanti della troika, i tedeschi Matthias Mors (Ue) e Claus Mazuch (Bce) e il danese Poul Tomsen (Fmi).
Alcuni segnali di difficoltà all'interno della compagina governativa erano venuti nelle ultime ore: lunedì Nuova Democrazia aveva espulso un deputato che aveva annunciato il suo voto contrario ai nuovi tagli e anche un eletto nelle liste di Sinistra Democratica si è dimesso per non doverle approvare. E sono molti altri i deputati che pressati dalla loro base e dalle continue manifestazioni e scioperi potrebbero sfilarsi dalla maggioranza di governo che comunque può contare su numeri alti.
Le maggiori resistenze a dire si all'accordo riguardavano in particolare lo scoglio della riforma del lavoro e delle modifiche ai contratti - di fatto la cancellazione del contratto nazionale e l'aumento dell'orario di lavoro con il sabato lavorativo nel settore pubblico - sulle quali non sembrano esserci stati consistenti passi indietro.
Ieri sera il portavoce di Sinistra Democratica, Andreas Papadopoulos, aveva ribadito l'esistenza di ''una linea rossa'' da non superare. ''Sinistra Democratica - aveva minacciato Papadopoulos - non è disposta a fare altri passi indietro. Ne abbiamo fatti molti in passato ed è arrivato il momento che anche la troika ne faccia qualcuno''.
Dichiarazioni di circostanza, quelle dei portavoce del partito di Kouvelis, ma che lasciano intendere una grossa crisi interna ad una forza politica che fino a pochi mesi fa andava in piazza contro tagli e sacrifici e ora siede nei banchi del governo manovrato dalla troika.

Che faranno ora Kouvelis e soci? Accetteranno il pacchetto attaccandosi alle piccole modifiche di facciata offerte dalla troika? Forse il governo potrebbe venire incontro a Dimar presentando due diversi disegni di legge contenenti i tagli uno e la 'riforma del lavoro' l'altro, in modo che Dimar possa votare il primo e astenersi o votare contro il secondo, così da salvare la faccia coi propri elettori già in parte sul piede di guerra per i cedimenti del partito. In questo modo il governo non perderebbe la sua costola 'di sinistra' e potrebbe andare avanti per imporre ai greci altri sacrifici e altri tagli ai greci nei prossimi mesi. D'altronde il debito pubblico del paese – per risanare il quale i greci vengono massacrati da anni – continua a lievitare e quindi altri salassi saranno inevitabili.

In questo quadro i sondaggi confermano la radicalizzazione del quadro politico ellenico.
La sinistra radicale si conferma il primo partito in Grecia con quasi il 29%, davanti al centrodestra di Nea Dimokratia con il 26.4%. Confermati al terzo posto i neonazisti di Alba dorata al 12%, assai oltre i socialisti del Pasok fermi ad uno striminzito 7,5%. Il nuovo sondaggio, condotto dalla società Marc per conto della catena privata Alpha TV, conferma anche se con lievi differenze quanto già segnalavano altre inchieste realizzate nelle ultime settimane.
Secondo la rilevazione pubblicata nelle ultime ore la destra nazionalista dei Greci Indipendenti sarebbe al 6,9%, Sinistra Democratica al 6,1% e il Partito Comunista di Grecia (Kke) al 5,9%, in lieve recupero rispetto al tonfo delle ultime elezioni.

Marco Santopadre - Contropiano

6064