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NEL “NO MONTI-DAY” IL NOSTRO SPARTIACQUE POLITICO

(28 Ottobre 2012)

La manifestazione del 27 ottobre 2012 deve rappresentare finalmente lo spartiacque che chiarisce le posizioni politiche dei soggetti partitici e dei movimenti che fanno riferimento alla sinistra alternativa, antagonista e comunista che è all'opposizione sociale e politica di questo governo, e dei partiti che lo sostengono.
La premessa è e rimane quella lanciata dal nostro appello http://sinistrainparlamento.blogspot.it/2012/10/perche-la-sinistra-dalternativa-ritorni_8.html
e le motivazioni restano, ben salde, quelle che abbiamo indicato: http://sinistrainparlamento.blogspot.it/2012/10/autonomia-sinistra-una-spiegazione_8.html, http://sinistrainparlamento.blogspot.it/2012/10/pragmatismo-e-autonomia-di-pensiero.html.
Se è pur vero che vi sono delle incognite all'orizzonte che incombono come la legge elettorale, ve ne sono altre delle quali non dobbiamo farci carico e neppure rappresentare una variabile (esito delle primarie, esiti giudiziari, ecc).
Se siamo convinti che debba essere tempo di un sano pragmatismo, non possiamo però prescindere dalla definizione che sta avvenendo in queste settimane in termini di collocazione o meglio di “annidamento” che alcuni soggetti politici hanno realizzato: parliamo qui dell'accorato appello di Salvi e Patta per “colloquiare” col PD, della presa di posizione del PdCI rispetto alle Primarie del centrosinistra e alla assenza conseguente al No Monti day. Così come non possiamo sottacere la diaspora -ancora sotto traccia ma già visibile- in SEL.
Il giorno 3 novembre si svolgerà l'assemblea nazionale della federazione della sinistra, ed è opportuno che anche in quella sede sia dato atto che quell'esperienza, nata dalle ceneri della Sinistra Arcobaleno, è fallita miserevolmente, a cominciare dagli esiti elettorali successivi ma soprattutto dalla incapacità a dare un segno vero di opposizione e quindi di riconoscibilità e identità (salvo due soli e sparuti episodi) alle logiche maggioritarie e alle politiche neo-liberiste degli alleati in sede locale. Incapacità, o meglio confusione di obbiettivi e di strategia -troppo spesso camuffata da tattica, che non poteva non riverberarsi nel momento cruciale: quello cioè rappresentato dalle elezioni politiche del 2013.
E gli “annidamenti”, le diaspore, gli approcci triangolari a cui si accennava prima scoperchiano definitivamente i nodi dolenti.
Si volti pagina dunque, senza tentennamenti o impervie quanto inopportune proposte referendarie.

La massima unità d'azione e di piazza deve concretizzarsi in una azione comune di lotta, che deve poter trovare spazi e modi anche di rappresentanza politica, senza cedimenti né perdita d'identità.

PATRIZIA TURCHI

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