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IL PANE E LE ROSE - classe capitale e partito
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Padova: il centrosinistra vuole privatizzare le farmacie comunali

al contrario di quanto promesso in campagna elettorale.

(25 Agosto 2004)

Il 21 dicembre 2002 la giunta Destro diede vita ala Farmacie Comunali SpA, avviando il processo di privatizzazione delle sei farmacie comunali di Padova.

Un anno dopo, il 31 ottobre 2003, la stessa giunta Destro approvò il contratto di servizio e avviò la gara d'appalto.
Obiettivo dichiarato lo stesso di tutte le privatizzazioni: fare cassa svendendo il patrimonio pubblico.

Contro questa privatizzazione, all'epoca l'Ulivo diede battaglia sia in Consiglio Comunale sia promuovendo una raccolta di firme nella città, anche se, va ricordato, più che del merito si tuonava allora contro il metodo: le dichiarazioni di DS e Margherita non erano "contro la privatizzazione", ma "contro questa operazione raffazzonata di svendita del patrimonio".

Una posizione politicamente ambigua che si è poi ripetuta nel contesto della privatizzazione di APS e che ha generato in molti l'illusione che il "Nuovo Ulivo" fosse contro le privatizzazioni in generale e non solo contro le privatizzazioni della giunta Destro.

Oggi i nodi vengono al pettine e, a quanto si legge dai giornali locali, la maggioranza del nuovo Ulivo, con le sole voci contrarie di Rifondazione e dei Verdi, si dichiara senza esitazione a favore della privatizzazione delle Farmacie comunali.

Che cosa è cambiato nel frattempo in questa privatizzazione: perché non si tratta più di una "operazione raffazzonata" anche se il suo iter è sempre quello voluto dalla giunta Destro?

A voler pensar male qualcuno potrebbe collegare questa revisione del programma del "Nuovo Ulivo" con il fatto che la gara d'appalto non è stata vinta dalla solita multinazionale ma da una cordata composta da Banca Etica e dalla Lega delle Cooperative.

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