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    Perché siamo contrari alla privatizzazione delle farmacie comunali

    presa di posizione del PRC di Padova

    (26 Agosto 2004)

    Ci sono molte ragioni per non privatizzare le farmacie comunali e tutte o quasi sono state utilizzate dai partiti della coalizione che ha vinto le elezioni quando si trovavano all'opposizione.
    Noi di Rifondazione Comunista siamo contrari per principio a qualsiasi dismissione del patrimonio pubblico, sia esso immobiliare, industriale o di servizi, poiché esso è stato accumulato con i sacrifici di tutta la comunità (i soldi pubblici vengono dalle tasche dei cittadini!) e che, con l'alienazione, passa dalla proprietà di tutti a quella di pochi.
    Nel passato, soprattutto per quanto riguarda industrie e grandi reti di servizi, si è portata la giustificazione che la gestione pubblica era costosa per i cittadini e per lo stato e che il privato avrebbe migliorato il servizio e abbassato i prezzi, sgravando la collettività dai costi.
    Quanto poi le cose non siano andate così lo sappiamo tutti, basti citare le Ferrovie.

    Con le farmacie comunali siamo di fronte ad un caso in cui nemmeno queste affermazioni ideologiche possono essere addotte, poiché attualmente, nonostante la discutibile scelta di trasformarle in spa ne abbia ridotto i ricavi (ora sono tassati e si sono aggiunti i costi del consiglio di amministrazione e della relativa burocrazia), le farmacie comunali garantiscono ancora circa 600.000 euro di utili netti l'anno, che vanno a contribuire alle sempre più magre finanze del comune.
    Dunque il buon senso economico e una sana coerenza con le posizioni politiche con cui ci si è presentati agli elettori dovrebbero di per sé bastare a fermare il processo di privatizzazione avviato dalla giunta Destro, che attende solo il placet della giunta Zanonato per divenire operativo.
    Aggiungiamoci anche che in campagna elettorale abbiamo promesso ai cittadini di renderli partecipi delle scelte che li riguardano direttamente e questa ci pare proprio che dovrebbe essere una di quelle.

    Noi però vorremmo aggiungere altre buone ragioni.
    Le Farmacie Comunali, che sono dislocate in tutti i quartieri, non sono semplicemente delle rivendite di medicinali.
    Sebbene la loro funzione sociale sia stata finora poco sviluppata, esse già ora assolvono ad alcune funzioni, come distribuire gratuitamente alimenti per l'infanzia alle persone indicate dai servizi sociali o i farmaci di fascia C a quelle indigenti.

    Inoltre l'alta professionalità dei dipendenti ne fa già ora un presidio di educazione sanitaria, dove ognuno degli oltre 20.000 utenti che vi si rivolgono può ricevere un consiglio o un'informazione qualificata in tema di farmaci.
    Un ente pubblico che volesse svilupparne le potenzialità potrebbe farne un vero e proprio punto di riferimento sanitario a favore dei cittadini.
    Per esempio, rinunciando ad una parte dei profitti, si potrebbero vendere ad un prezzo inferiore di quelli di mercato i presìdi medico-chirurgici (per es. garze, disinfettanti, pannolini ecc.) e i prodotti dietetici (alimenti speciali per persone con patologie particolari, prodotti alimentari per bambini, ecc.) quantomeno per le persone con bassi redditi (giovani coppie, pensionati, malati cronici).
    Con investimenti davvero modesti sarebbe possibile effettuarvi molti esami clinici che oggi richiedono spesso lunghe attese.
    Le farmacie, valorizzando la professionalità del proprio personale, potrebbero fungere da punto di riferimento per le persone in difficoltà ad esigere assistenza sanitaria, come gli stranieri.
    Potrebbero organizzare corsi e conferenze informative sui problemi sanitari più comuni, sulla corretta igiene, sull'uso appropriato dei farmaci.
    Si tratta di piccole cose molto importanti che vengono già praticate da diversi comuni italiani che hanno scelto di tenersi e valorizzare le farmacie comunali.
    In un momento di grave difficoltà per i cittadini a ricevere un'adeguata assistenza sanitaria, grazie alle politiche di continui tagli che portano avanti i governi liberisti di Berlusconi e Galan, questa è un'ottima occasione per dimostrare con i fatti che il centro-sinistra vuole cambiare strada.

    Paolo Michelini
    Segretario Cittadino PRC

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