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Stampa sinistra e amici del giaguaro

da Rossanda a Barenghi, da Curzi al suo datore di lavoro

(2 Settembre 2004)

“Tra un Iraq occupato dagli americani e un Iraq liberato dai decapitatori preferisco l’Iraq occupato dagli americani”, così Riccardo Barenghi che, lo crediate o no, fu direttore del “Manifesto” e oggi ne cura una vistosa rubrica delle lettere. Come per altre castronerie scritte dal torvo barbutone, c’è stato tra i candidi lettori del “quotidiano comunista” sgomento e scandalo. Qualcuno s’è preoccupato di ricordare come gli “americani” (quando smetteranno di umiliare la gente dal Messico in giù, chiamandoli statunitensi?) vanno decapitando iracheni a milioni dal 1991, dopo aver decapitato e fatto decapitare, magari dopo sedute alla Abu Ghraib, milionate di indocinesi (a coprire quelle montagne di uccisi serviva Pol Pot e, dopo, la Cap Anamur, ora specializzata in falsi profughi sudanesi), centro-e sudamericani, indonesiani, est-timoriani, palestinesi, afgani, jugoslavi. Qualcuno ha ricordato una Madeleine Albright, addirittura pre-occupazione, che plaudiva al “giusto prezzo” pagato dall’Iraq con 500.000 bambini uccisi dall’embargo. Altri ancora hanno contrapposto un editoriale del successore del filo-occupanti, Gabriele Polo, all’immonda volgarità dell’autentica jena, nel quale, grazie tante, si insisteva a chiedere il ritiro degli occupanti, decapitatori o non decapitatori. Ragazzi, siamo tutti fuori bersaglio. Quello che Barenghi vomita è quanto i numi del Manifesto (e sia reso onore a giornalisti dell’autentica informazione e analisi come Stefano Chiarini, Manlio Dinucci, Marco D’Eramo, Michele Giorgio, quando ci parla di Palestina e non quando si fa travolgere dalla nevrosi antirussa in Cecenia) ingeriscono e fanno ingerire a loro fedeli lettori. La stessa considerazione vale, a livelli più grezzi, per “Liberazione” e trombettieri del liberaldemocraticismo bertinottiano come Gagliardi, Curzi, Cannavò, Armeni. Quando si assumono i paradigmi delle centrali del dominio criminale, ripetuti, ribaditi e diffusi dai mainstream media, c’è poco da meravigliarsi che si giunga agli abissi di collaborazionismo ideologico di un Barenghi. Non c’è un editoriale, corsivo, saggio, commento di questi soloni della sinistra alternativa, dall’11/9 a questa parte, che faccia lo sforzo di scrollarsi di dosso questi paradigmi e navigare nel mare aperto di una ricerca libera, ulisside, senza nulla dovere a presunti dei, semidei, o profeti, prima di averci piantato occhi, orecchi, o denti.

E’ con una nevrotica ostinazione degna di miglior causa che tutti questi si accaniscono nella difesa, condivisa con arnesi Cia come Guliano Ferrara, o Massimo Teodori, o fiduciari israeliani come Gad Lerner, di cause ormai sputtanate da un minimo di decente informazione: il Sofri “ingiustamente condannato”, di cui si sorvola sulle aderenze tipografiche, societarie e famigliari CIA al tempo di LC, nonché sugli appoggi a macelli e menzogne dell’imperialismo e sionismo da almeno 25 anni; il Mario Moretti e soci che, dopo aver assistito passivi e consapevoli alla liquidazione del gruppo fondatore delle BR, non facevano un passo senza intorno ombre, appoggi, appartamenti, sparatori, tipografie e macchinari dei servizi segreti e P2-Gladio; la “contropulizia etnica” in Kosovo di De Francesco, che avalla una “pulizia” serba totalmente smentita. Oggi assumono anche i principi fondanti della guerra preventiva nello “scontro di civiltà”, sui quali viaggia lo sterminio planetario dei neonazisti di Washington. Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere, da Slobodan Milosevic a Saddam, dai finti pogrom anti-albanesi alle false stragi di curdi e comunisti, dalle torture ai calciatori che sbagliavano passaggi, a una “resistenza” definita tale anche se massacra civili nelle moschee e decapita insieme delinquenti e poveracci onde togliere all’umanità perbene ragioni per opporsi all’occupazione e al terrorismo generalizzato di Stato di Israele e USA. Per Gabriele Polo, Rossana Rossanda, Mariuccia Ciotta (di cui mi resta impresso un memorabile articolo in difesa dell’Abu Ghraib per animali, detto Bioparco, di Roma), Gagliarcurzi, un certo Cannavò, sono tutti sullo stesso piano: terroristi decapitatori e stragisti alla rinfusa, imperialisti occupanti, delinquenti CIA fatti governanti fantoccio. Cosa resta per noi? Una qualche solidarietà con chi ha ragione? Macchè, niente di niente: il caos, l’orrore, per Polo nientemeno che l’audace “esodo” di negriana scemenza. E gli iracheni se la prendano in saccoccia. Mettere tutti sullo stesso piano, carnefici e vittime, è già un bel colpo per Wolfowitz-Cheney-Rumsfeld, tutti colpevoli nessuno colpevole, l’astuzia di Craxi. Da lì, poi, all’inversione del binomio carnefici-vittime, alla Barenghi, il passo è facile e breve.

Che le decapitazioni siano segnate da incongruenze sesquipedali; che tutto questo vada a beneficio dell’attenuazione delle responsabilità genocide degli aggressori e attutisca la rivolta dell’opinione pubblica, lacerata e paralizzata da orrori uguali; che si finisca con l’insanguinare le prime pagine con l’attentato di un guerrigliero palestinese, mentre un centinaio di palestinesi, spesso bimbi, fatti fuori mese dopo mese da occupanti illegittimi e feroci quanti altri mai, finiscono nei trafiletti; che si viva in un paese dove tutte le stragi sono state volute e guidate da Stato, Cia, massoni, mafia e servizi, che i governi USA di tutte le risme praticano terrorismi diretti e indiretti dal più grande olocausto della storia, quello degli indiani, in poi; che gli attentati dell’11/9 siano stati dimostrati della stessa pasta dell’”Operazione Northwood”, desecretata, con cui il governo Kennedy progettava di giustificare la guerra a Cuba dove aver ucciso, per finta mano cubana (proprio come con Al Zarkawi), alcune migliaia di cittadini USA; che a Washington è arrivato al potere con il trucco un gruppo di criminali le cui mani grondano sangue peggio di quelle di Attila o di Goffredo da Buglione; che tutto il “terrorismo islamico” nasca da un progetto USA, pianificato dalle lobby sioniste insinuate nel potere da Reagan in poi, finanziato dal National Endowment for Democracy, organizzato dalla Cia e portato avanti con la sua creatura Al Qaida dall’Afghanistan della guerra antisovietica, ai Balcani da uccidere, a Algeria e Sudan da destabilizzare, a Iraq dove la più nobile e vincente guerra di popolo dal tempo del Vietnam deve essere screditata e satanizzata a tutti i costi; che voci deboli, ma serie, ragionate e documentate, fortunatamente numerosissime in ambienti non sospettabili, abbiano con enorme fatica e a rischio di destino e vita raccolto le prove di tutto questo e di mille altre cose ancora… è mai possibile che non conti per chi si assume la responsabilità, l’onore e l’onere di rappresentare e soddisfare la sete, il bisogno di verità delle masse vittimizzate dalla menzogna padronale?

C’è stato uno di questi importanti giornali, dai quali per molti di noi dipende tutta l’interpretazione del mondo, che si sia dato un calcio al culo per la subalternità mostrata in certe decisive campagne di inganno, Jugoslavia, Taleban, terrorismo islamico, e si sia ravveduto, alla faccia della vanità e della protervia corporativa, con almeno qualche briciola di aggiustamento? Che so, che in Kosovo non c’erano fosse comuni, e neanche in Iraq, che i profughi erano manipolati e ingigantiti, che Milosevic non era un despota, che i suoi antagonisti di Otpor erano una combriccola Cia, che sono state contate ufficialmente solo 2800 vittime di tre anni di guerra civile e 78 giorni di bombe a tappeto e di tutte le etnie presenti in Kosovo, serbi e rom in testa? Oppure, che con Saddam l’Iraq è uscito da un sottosviluppo britannico nero e in vent’anni si è posto al pari di Cuba per sviluppo e diritti sociali (umani anche quelli, almeno per gli iracheni)? E, ora, che appare chiaro come il sole che la Cap Anamur ha innescato consapevolmente, con la sua truffa, la corsa alla ricolonizzazione del Sudan? E la Cecenia, dove non fate che i pappagalli della più perfida cospirazione occidentale contro un popolo che continua a ripetere di non volerne sapere dei suoi “liberatori” macellai? Ma non vi è bastato che qualcuno più corretto tra voi abbia elencato tutti i punti che dimostravano come la decapitazione di Nick Berg fosse un falso, venisse per obnubilare le immagini dei torturatori USA, per pensarci due volte prima di tornare, con Baldoni e i francesi e i nepalesi, a ravanare nella melma delle equivalenze, dei “terrorismi islamici”, nelle scempiaggini politically correct del terrorismo provocato dagli abusi occidentali. Non vi rendete conto che tra voi e il presidente del Senato Pera, che rilancia alla grande il berlusconbushismo dei selvaggi da civilizzare, rimangono solo sfumature, che si rischia di far parte di un mostro a due teste, come quello insegnatoci dalla Chiesa Cattolica in duemila anni: Inquisizione da una parte e San Francesco dall’altra, vescovi nazisti alla Stepinac santificati e la Caritas che porta coperte alle vittime nei suoi lager. Tutti con la croce in mano. Vi piace proprio un ruolo del genere?

Chissà se un giorno vi colpirà il fulmine di una semplicissima verità: o denudiamo l’imperatore e da sotto le sue vesti tiriamo alla luce di tutta l’umanità il suo, suo, suo e solo suo terrorismo (e chissenefrega dei cretini della manovalanza), distruggendone l’alibi, o siamo davvero fottuti. Voi compresi. Non ce ne sarà più per nessuno.

Fulvio Grimaldi
Mondocane fuorilinea (31/8/04)

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