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Egitto, la piazza laica si rivolta a Mursi

(23 Novembre 2012)

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Gli “occhi sulla libertà”, così l’opposizione liberale e di sinistra aveva definito stamane le manifestazioni di dissenso alle decisioni accentratorie di Mohamed Mursi si sono trasformati in “mani sulla Fratellanza”. Alcune sedi presso la cairota piazza Tahrir e altri edifici ad Alessandria sono stati assaltati da attivisti staccatisi dai cortei che in entrambe le città hanno visto un’ampia partecipazione di cittadini contrari al colpo di mano presidenziale. Una protesta che ha ricevuto ampie adesioni anche nei centri industriali come Port Said e Mahalla Le manifestazioni si sono ingrossate dopo la preghiera di metà mattinata, vedendo l’accorrere anche di fedeli non aderenti alla Confraternita. Seppure gran parte dell’opposizione era rappresentata dai partiti laici ai quali si sono uniti i giovani del movimento rivoluzionario che per mesi hanno sempre distinto il loro operato e le proteste dai settori moderati e liberali. E quando, nel ballottaggio del giugno scorso, bisognava contrastare il mubarakiano Shafiq avevano orientato il voto su Mursi.

Ora però l’incantesimo sembra rotto. La componente laica non perdona all’uomo della Fratellanza l’overdose di potere e un pezzo d’Egitto gli si rivolta contro. Le Forze dell’Ordine hanno alleggerito la pressione con cariche e fittissimi lanci di lacrimogeni che hanno comunque dissuaso e allontanato solo una piccola porzione dei manifestanti. Per l’immediato futuro possono preoccupare le contrapposizioni militanti che diventano una questione non solo di ordine pubblico se il contrasto dovesse scivolare su una deriva di vero conflitto fra fazioni. Una manifestazione di sostegno a Mursi, che vedeva i partecipanti sventolare bandiere verdi e palestinesi e inneggiare al Presidente, si è scontrata con oppositori presso la cairota piazza Ahmed Galal. Altri tafferugli fra contendenti si sono registrati nella località di Assiud nell’Alto Egitto. Parlando nuovamente ai concittadini, e non solo ai sostenitori, dalla sede di Heliopolis il Capo di Stato ha cercato di gettare acqua sull’odierno incendio, ribadendo che mai userà il potere contro persone o partiti.

Ma alla folla a lui contraria, questo sembra non bastare e gli obiettivi politici legati alla componente islamista vengono individuati anche in altre figure istituzionali, come il premier Qandil, sotto il cui palazzo di governo controllato dai militari, i dimostranti urlavano “Irhal“ (vattene). Grida finora riservate a Mubarak e Tantawi. In soccorso, politico e sicuramente confessionale, verso Mursi è giunta una dichiarazione del partito salafita Al-Nour, i cui attivisti non erano in strada, che appoggia la dichiarazione presidenziale di ieri. L’unico dubbio è sull’articolo 2, quello che salvaguarda le decisioni del capo dello Stato da interferenze del potere giudiziario. Le agenzie sostengono che verso le 17:30 piazza Tahrir si svuota solo parzialmente, le gente è nelle vie adiacenti e la tensione resta altissima.

23 novembre 2012

Enrico Campofreda

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