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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Comitato ex Sevel: una vicenda esemplare, due sentenze contrastanti

(27 Novembre 2012)

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Quella che proponiamo ai lettori, è la storia di una esemplare battaglia per far valere i propri diritti. Protagonista ne è Costantino Manes, termolese doc, che non ha mai gettato la spugna, perseguendo con tenacia l’obiettivo del reintegro nell’azienda per la quale ha lavorato dal 2006 con una serie di contratti spezzettati, i cosiddetti contratti a termine. L’azienda è la Sevel, una joint venture fra la Fiat e il gruppo Psa, che, dal 1981, possiede un importantissimo stabilimento ad Atessa (CH).
Costantino, precario da una vita, a quarant’anni e con una famiglia sulle spalle ha detto inflessibilmente no, non ci sto, proprio un anno prima che la Ministra Fornero iniziasse a bacchettare gli operai, a suo avviso corresponsabili della crisi in quanto “viziati” difensori di contratti blindati. Questi contratti poco “flessibili” non sono altro che il risultato di lotte pluridecennali, costate sangue e sudore, e sostenute da grandi organizzazioni sindacali non ancora diventate organicamente parte dell’establishment. Oggi, in un quadro diverso, in cui è stata massicciamente promossa la logica della delega, chi si oppone alla costante erosione dei diritti dei lavoratori, usa tutti gli strumenti possibili. Tra i quali, vi è quello legale, che non va assolutizzato, ma nemmeno trascurato, come conferma la prima delle sentenze riguardanti la vicenda degli operai ex Sevel.

1) Intanto puoi spiegarci in che tipo di rapporti è la società per cui lavori con la Fiat?
La Sevel è una joint venture tra FIAT e PSA (Peugeot e Citroen)che produce furgoni DUCATO. Lo stabilimento di Atessa conta 5500 dipendenti ed è il più grande luogo di produzione di veicoli leggeri d’Europa.

2) Quando è nato il Comitato ex Sevel ed attorno a quali obiettivi?
Il Comitato ex Sevel nasce all'indomani della nostra uscita dallo stabilimento, nel gennaio 2009: eravamo 370 con contratto a termine che dovevano essere stabilizzati, però la Fiat ci ha cacciato! Inizialmente, l'ho fondato io con altre 15 persone, più che altro per avere una sigla da usare, evitando di esporci con nomi e cognomi per fare comunicati, chiedere incontri ecc.

3) Chi lo compone?
E’ composto da noi ex lavoratori, senza l’ausilio dei sindacati. Tenete presente che alla Sevel lavorano persone che provengono da diverse aree geografiche: si parte da Pescara per arrivare a Foggia. Per questo ci ha aiutato molto facebook, che se usato correttamente è di una potenza micidiale. Il punto è che molti di noi neanche si conoscevano tra di loro, considerando la grandezza dello stabilimento.

4) Nel corso della vostra attività, che rapporti avete avuto con le forze sindacali?
Le forze sindacali ci hanno fortemente osteggiato, soprattutto quelle vicine all’azienda come Cisl, Uil e Fismic. Solo con la Fiom abbiamo interloquito, ma tenendola sempre al di fuori anche se poi hanno tentato di prendere la paternità della nostra lotta, dopo che abbiamo ottenuto il successo in primo grado.

5) Avete ricevuto sostegno da parte delle realtà associative del territorio?
No. Probabilmente, la vertenza che abbiamo portato avanti era ed è troppo innovativa per il territorio, tant'è che sia a Lanciano che a L'Aquila non ci sono mai state sentenze simili prima della nostra. Questo ha comportato scetticismo da parte di alcuni e avversione da parte di altri. In Molise trovare qualcuno che autonomamente fa valere i propri diritti è cosa assai rara. Chi lo fa diventa persona da ostacolare e non da aiutare. I sindacati ed i partiti hanno creato la loro rete di potere, giocando proprio sulla sottomissione psicologica e sul ricatto (fai il bravo che vedremo come sistemarti). In quest’ottica, le teste calde vanno emarginate ed è quello che è successo sia a me che ad altri miei colleghi.

6) Come si sono relazionate a voi le istituzioni locali (sindaco, provincia, regione)?
In una prima fase abbiamo provato ad interagire con le istituzioni, in particolare con la regione Molise e la provincia di Chieti, dove addirittura siamo stati ascoltati nella sala consiliare da tutta la giunta, ma oltre alcune vane promesse non abbiamo raccolto nulla.

7) Avete avuto rapporti e/o scambi con realtà di lavoratori - legate all'indotto Fiat o non solo - che vivevano lo stesso problema e portavano avanti istanze simili?
Io personalmente ho stretto rapporti con alcuni compagni di Pomigliano, ma oltre la stima e l'amicizia, purtroppo non abbiamo mai fatto nulla di concreto insieme.

8) Puoi spiegarci la strategia che avete portato avanti, anche sul piano giuridico?
La strategia è stata quella di partire con 2 cause pilota, la mia e quella della mia collega Flavia Murolo. Nel frattempo abbiamo continuato ad utilizzare lo strumento del Comitato ex Sevel per comunicati e notizie su facebook ed abbiamo allargato la vertenza ad oltre 150 lavoratori. Un risultato che nessun sindacato aveva raggiunto sino a quel momento.


9) Prima hai parlato di successo in relazione alla sentenza di primo grado? Com'è andata e come si è rapportata ad essa la vostra controparte datoriale?
Abbiamo avuto la sentenza di primo grado il 12 gennaio 2012. La giudice di Lanciano, Flavia Grilli, ha ritenuto che la reiterazione dei contratti sia di somministrazione che a termine fosse illegittima, ovvero che la motivazione del ricorso a questi contratti non fosse fondata: in Italia, a differenza di quello che si pensa, il contratto normale di lavoro rimane quello a tempo indeterminato, per ricorrere ad altri contratti devi motivarli e se ti chiamano davanti ad un giudice, dimostrarne il perchè...la giudice di Lanciano ha ritenuto che, dopo 2 anni di contratti con l'agenzia interinale, il ricorso al contratto a termine era immotivato perchè erano finite le ragioni straordinarie di produzione (nel caso, il lancio del Ducato x/250, in un mercato fortemente fluttuante e pieno di difficoltà per il gruppo Fiat). Il successo del nuovo modello ha portato invece ad una stabilizzazione degli incrementi di produzione, così da consentire e da imporre l’assunzione a tempo indeterminato. Per avere questa sentenza abbiamo aspettato oltre 2 anni, durante i quali è stata fatta molta istruttoria e sono stati acquisiti parecchi documenti...La Sevel invece ha presentato ricorso in appello l'8 maggio ed il 5 luglio (quindi dopo appena 55 giorni) senza che siano stati portati sostanziali elementi nuovi in tribunale, la corte d'appello dell'Aquila ci ha dato torto. Non aggiungo altro, mi limito a dirvi che abbiamo il rammarico che il lavoro di 3 anni di un giudice sia stato ribaltato in 55 giorni, portando in sentenza una motivazione alquanto discutibile. Cioè a L'Aquila si è detto che dopo 3 anni di precariato c'erano ancora le ragioni eccezionali legate al lancio del nuovo furgone iniziato nel 2005, quindi 4 anni prima. In realtà, al nostro posto sono stati regolarizzati quei lavoratori con un contratto di apprendistato per cui Fiat ha avuto delle agevolazioni fiscali. In sostanza, le capacità produttive di Sevel non hanno nulla a che vedere con la nostra mancata assunzione.

10) Quali sono le prossime tappe del vostro percorso?
Per la cassazione ci vuole tempo, penso un annetto....

A cura de Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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