">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Stato e istituzioni    (Visualizza la Mappa del sito )

Dove volano i salami

Dove volano i salami

(2 Maggio 2010) Enzo Apicella
Arrestati undici 'Falchi' della polizia di Napoli, per aver "ripulito" il carico di un tir rapinato

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Stato e istituzioni)

Stato e istituzioni:: Altre notizie

Un vuoto colore arancione

A proposito dell'appello 'Cambiare si può'

(2 Dicembre 2012)

L’appello “Cambiare si può” ha acceso qualche attenzione a sinistra e l’entusiasmo di tanti dirigenti in crisi di idee.

A una lettura molto sommaria la proposta pare avere un suo senso: si arriva dal governo Monti, con cui il Pd ha sancito l’appoggio alle politiche di rigore economico europee. Sel (così recita l’appello) si è condannata alla subalternità al Pd con le primarie, Grillo, che spinge sul sentimento anti-politico, non offre risposte adeguate. Quindi serve uno schieramento che combatta, su altre basi, i partiti che hanno appoggiato Monti.

Benissimo, ma su quali basi e per fare cosa? Qui cominciano i problemi. Lungo tutto l’appello il tenore delle proposte va dalle “promesse di civiltà contenute nella nostra Carta fondamentale” (ah, la Costituzione!), all’immancabile welfare, nostalgia di quando c’era una crescita economica che tutelava i profitti distribuendo qualche briciola, senza dimenticarsi della legge sul conflitto di interessi di anti-berlusconiana memoria. Come portare avanti tutto ciò? Con “una cultura politica nuova, che si prende cura degli altri e rifiuta il leaderismo, che parla il linguaggio della vita della persone e non quello degli apparati”. Più di questo, non è dato sapere.

Insomma, per combattere il Pd e Grillo si strizza l’occhio a entrambi: buoni amministratori del sistema come il centrosinistra prima che scegliesse “il lato oscuro”; contro i politici degenerati come Grillo (cui vanno gli apprezzamenti di Gallino, primo firmatario dell’appello) ma con toni più distinti. Precisa infatti lo stesso Gallino in un’altra intervista che questo appello “non guarda ai partiti”.

C’è da chiedersi quale sia il pregio di un appello di 70 singoli, perlopiù intellettuali senza esercito, rispetto a una proposta mossa da una forza organizzata di attivisti. A parte l’amplificazione data dal Manifesto, ovviamente, già in prima linea nel lancio di Alba. L’Espresso dedica tre pagine alla lista arancione, intitolate emblematicamente (episodica lucidità della stampa borghese) “Cinquanta sfumature di arancione”, a segnalare la mancanza di chiarezza politica. Erano già comparsi sulla stampa articoli che spiegavano come Bersani fosse tutto sommato contento di avere una formazione “affidabile” alla propria sinistra, che svolgesse, per usare nuovamente le parole de L’Espresso, “un’intercapedine, un cuscinetto”.

Recenti voci autorevoli vanno a irrobustire questa prospettiva. Il Movimento Arancione “prescinde dalle primarie e dal Partito democratico, ma in relazione alla legge elettorale, vedremo come collocarci nel dialogo fra i partiti e, in particolare, con il candidato vincente delle primarie Pd-Sel”. Parola di De Magistris (Il Fatto quotidiano, 10 novembre).

Precipitosa l’adesione di Ferrero con a ruota l’intera maggioranza del Prc: il cadavere della Federazione della sinistra non è ancora stato sepolto, ma già ci si butta nell’ennesima proposta di “unità a sinistra”, senza peraltro che si capisca perché dovrebbe avere esiti migliori delle precedenti.

Ma, ci chiediamo: invece di mettersi in coda a un’operazione elettorale di 70 firme esplicitamente finalizzata a rendere innocuo lo spazio a sinistra del centrosinistra, non potrebbe il Prc rilanciare un’aggregazione attorno alle sue forze organizzate, piccole ma di gran lunga superiori a qualsiasi altra aggregazione politica di tinte arancioni? Non potrebbe porsi apertamente (e coerentemente poi a livello locale) in opposizione al futuro governo Pd sulla base dell’indipendenza di classe e rivolgersi strategicamente al movimento operaio, oltre alle lotte che si stanno sviluppando e alla crescente rabbia sociale? Sono, questi, proprio gli elementi mancanti dell’operazione arancione, a cui non supplisce la firma di Rinaldini, che può essere mandato in avanscoperta ma non rappresenta oggi la scelta della Fiom.

Idee incerte, opposte attrazioni, molti “nomi” e poche “braccia”… difficile pensare che possa uscirne più che una conferma del vecchio detto: molte briciole non fanno una pagnotta.

Alessio Marconi - FalceMartello

4761