">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Torino. Il corteo per l’ospedale Valdese rompe le righe

(3 Dicembre 2012)

Sabato 1 dicembre. A S. Salvario sono pochissimi i negozi che non espongono la locandina del corteo contro la chiusura dell’ospedale Valdese di via Silvio Pellico. Il governo regionale parla di razionalizzazione e diversificazione delle strutture sanitarie sul territorio ma nel quartiere e in città nessuno ci crede. Cosa c’è di razionale nel chiudere le sale operatorie sulle quali è stato appena fatto un investimento milionario? Quale razionalità nel chiudere la maternità o gli esami per la prevenzione dei tumori al seno? La sola razionalità è quella delle lobby legate alla giunta Cota, che va avanti come un treno nel progetto di mega città della salute a discapito dei presidi sanitari sul territorio. Sabato sulle pareti del Valdese vengono proiettate le immagini dei seni di decine di donne che hanno voluto così rappresentare la loro indignazione per l’eliminazione di un servizio prezioso.
Sul carrozzone della protesta sta cercando di saltare anche la giunta Fassino e il PD, nonostante la politica dei tagli e la nascita della città della salute siano stati voluti dalla giunta regionale guidata dalla democratica Bresso, che ha fatto da apripista al leghista Cota.
Davanti al Valdese sabato mattina, nonostante la pioggia battente c’è molta gente. Parlano in tanti, compresi esponenti dell’area istituzionale cittadina, che protestano per le bandiere No Tav, che svettano in mezzo alla strada, non lontane da quelle rosse e nere degli anarchici. La reazione dei manifestanti non si fa attendere: diversi tirano fuori i fazzoletti o le bandiere con il treno crociato e li mettono bene in vista.

Poi si va. In programma c’era un giretto stretto stretto dell’isolato che non disturbasse nessuno. Ma la protesta dilaga subito. In corso Massimo un gruppo di mamme con i loro bambini e bambine fanno da apripista, invadendo la corsia principale di uno dei corsi più trafficati della città. I pochi poliziotti e carabinieri sono presi alla sprovvista e riescono a malapena a deviare il traffico. La mattinata prosegue con altri blocchi per il quartiere. All’ultimo, poco prima di piazza Madama, rispuntano i diessini che provano a spingere via dalla strada i manifestanti, blandendoli con chiacchiere tanto mielose quanto inutili. Una delle mamme con due bimbe scuote la testa e dice “ma non lo vedi che noi siamo la frangia violenta”?

anarres-info

7639