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(13 Settembre 2012) Enzo Apicella

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(Senza casa mai più!)

Un sistema che salva le banche e non garantisce il diritto alla casa può esser definito civile?

(5 Dicembre 2012)

imusistbanchecasacsp

I salari perdono il loro valore reale, la disoccupazione cresce vertiginosamente, sempre più lavoratori sono costretti alla sotto-occupazione, molte piccole realtà produttive artigianali sono costrette alla chiusura, cresce il numero degli indigenti. Periodicamente, vengono diffuse statistiche che fotografano in modo quantitativo gli effetti della crisi capitalista che quotidianamente subiscono migliaia di lavoratori e famiglie popolari. L’ultimo dato diffuso riguarda la crescita costante dei pignoramenti di casa, per impossibilità di pagare le rate del mutuo da parte delle famiglie lavoratrici e dei ceti popolari. Un fenomeno che negli ultimi anni oltre la classe operaia, riguarda sempre di più artigiani e piccoli commercianti, segno della proletarizzazione e pauperizzazione della “classe media” e piccola-borghesia, in un sistema dominato dai monopoli bancari, finanziari e industriali.

In un comunicato stampa ADUSBEF (http://www.adusbef.it/download.asp?Id=8656&T=P) dice:

«BANCHE: LA CRISI SISTEMICA FA CRESCERE I PIGNORAMENTI E LE ESECUZIONI IMMOBILIARI CHE METTONO IN MEZZO AD UNA STRADA OLTRE 46.000 FAMIGLIE. INVECE DI AIUTARE FAMIGLIE E PMI IN CRISI,COI 274 MLD DI PRESTITI TRIENNALI BCE TASSO 1%, LE BANCHE SPECULANO PER PAGARE I DIVIDENDI A FONDAZIONI.

Le banche italiane, dopo aver ricevuto 274,6 miliardi di prestiti triennali al tasso dell’1% dalla Bce, invece di dare ossigeno a famiglie e PMI strozzate ed usurate per far ripartire l’economia, usano quella massa monetaria per abbellire i bilanci e pagare i dividendi ai loro azionisti, in particolare alle esose Fondazioni Bancarie, mettendo in mezzo ad una strada migliaia di consumatori impossibilitati a pagare le rate dei mutui a causa della crisi prodotta dai banchieri.»

Non lo dicono pericolosi bolscevichi o incalliti anti-europeisti. È la realtà dei fatti fotografata da osservatori indipendenti. Le cifre sono da brivido:

«Nel monitoraggio su 37 principali Tribunali, Prato registra la crescita percentuale maggiore, con un +50,7%, seguita da Bolzano con un +44,3%; terza Cagliari con un +41,1% …»

Ci si chiede: Ma come mai nella classifica del Sole24Ore stilata solo la settimana scorsa proprio Bolzano (http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2010/home.shtml) era ai vertici della “vivibilità”? “Vivibilità” per chi? Per i padroni o per i lavoratori? La distanza ormai è incolmabile e ormai tutti hanno capito che il sistema finanziario sta stritolando interi popoli nel silenzio complice di chi si balocca con le “primarie” e “secondarie”.

In particolare i dati riferiti alla Sicilia prendono in considerazione città come Messina e Palermo, e ci riferiscono di 1.800 pignoramenti con un aumento del 208% (1301 famiglie private della casa) rispetto al 2001 per la città di Palermo e di un aumento del 69% (499 famiglie) per la città di Messina, sempre rispetto al 2001. Sfratti e pignoramenti sono così diventati una delle dimostrazioni più visibili e vergognose della crisi.

Un sistema che non garantisce il diritto alla casa può esser considerato civile? Un sistema che accresce i profitti dei monopoli bancari e destina a livello europeo 3.500 miliardi per il loro salvataggio e allo stesso tempo priva di un diritto fondamentale e naturale per una società civile, come quello della casa, può esser definito giusto e naturale?

Noi di CSP-Partito Comunista consideriamo questo sistema incivile, ingiusto e innaturale.

Sì, perché non si tratta solo di osservare che una parte considerevole delle classi meno abbienti non riesce a pagare il mutuo o l’affitto, ma il motivo per cui non riesce a pagare è anche perché deve pagare per il diritto alla casa un mutuo per tutta la vita. Inoltre su questo bene primario il governo e le forze partitiche a suo sostegno (PD-PDL-UDC-FLI-API) hanno anche posto una tassa iniqua come l’IMU. Chi dice che in Italia è stata fatta una “patrimoniale” attraverso l’IMU dovrebbe leggere i dati contenuti nel rapporto “Gli immobili in Italia 2012” presentato il 22 novembre 2012, a Roma. La patrimoniale è stata fatta al contrario: pagano i poveri cristi che hanno quattro pietre una sull’altra, mentre chi ha le grandi fortune scappa come al solito, perché i veri redditi non sono nel mattone, ma da qualche altra parte a cui non possono o non sanno o non vogliono arrivare. Infatti saranno i contribuenti con reddito inferiore a 26.000 € a pagare metà dell’IMU, solo il 13% del gettito sarà versato da chi dichiara più di 75.000 Euro all’anno. Il 60% degli incassi dell’IMU deriveranno da dipendenti e pensionati, mentre dai titolari di altri redditi di lavoro non arriverà neppure il 14% del gettito.

La questione abitativa è un anello della catena che opprime i lavoratori e i settori popolari. Per un panettiere o un falegname che ha lavorato tutta la vita e a cui sono stati tolti i mezzi di sussistenza, la perdita della casa è il passo conseguente.

Facciamo per questo appello a tutto il popolo lavoratore, ai ceti popolari, ai piccoli produttori, per costruire l’alleanza sociale tra la maggioranza di questa società che è schiacciata da una minoranza. Questa è l’unica vera alleanza radicata nella realtà concreta, in un momento in cui invece il circuito mass-mediatico della politica discute su “astratte” alleanze partitiche e sceglie le facce che nel prossimo futuro perpetueranno queste politiche anti-popolari, cercando di rinnovare e rigenerare il “consenso” verso questo sistema incivile e questa falsa democrazia

CSP_PARTITO COMUNISTA Sicilia

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