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Addio a Oscar Niemeyer
il papà di Brasilia

(6 Dicembre 2012)

E' morto a 104 anni l’architetto brasiliano a cui più si deve in termini di immaginario e di città utopiche Suo il Palazzo di Vetro dell'Onu, sue le linee sinuose con le quali ha ridisegnato gli edifici in giro per il mondo.

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Era ricoverato dai primi di novembre in condizioni molto gravi: Oscar Niemeyer, nonostante il temperamento d’acciaio, non ce l’ha fatta ad aspettare il suo compleanno. Avrebbe compiuto ben 105 anni il prossimo 15 dicembre, ma si è spento prima, sfiancato da un corpo che ormai non rispondeva più alla vita. Il padre di Brasilia, l’architetto brasiliano a cui più si deve in termini di immaginario e di città utopiche, ha salutato il mondo dall’ospedale samaritano di Rio de Janeiro, dopo averlo attraversato per più di un secolo. Suo il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, sue le linee sinuose con le quali ha ridisegnato gli edifici in giro per il mondo e nel suo paese, suo un modello di abitazione comunitario che fosse in sintonia con la natura e con l’effervescenza tropicale brasiliana. “Non e’ l’angolo retto che mi attrae ne’ la linea diritta, dura, inflessibile creata dall’uomo. Quello che mi affascina e’ la curva libera e sensuale”. Quando Brasilia nacque negli anni Sessanta, la sua “invenzione” fu affidata a Niemeyer e Lucio Costa. Comunista mai pentito fin dal ’45, l’architetto fu fedele anche a una stessa visione urbanistica fin dai suoi primi passi in quel campo. ”Non volevo, al contrario della maggior parte dei colleghi, adattarmi all’architettura commerciale che vediamo dappertutto – aveva detto – Sebbene non avessi un soldo, ho preferito lavorare gratuitamente nello studio di Costa dove trovavo le risposte ai miei dubbi di giovane studente” (è di questi anni anche il contatto con Le Corbusier che influenzò il suo stile basato sulle estreme possibilità del cemento armato). Ci vollero quattro anni per tirare su dal nulla Brasilia. Per 75 anni, Oscar Niemeyer non ha mai smesso di esercitare la sua professione, nell’88 vinse il premio Pritzker, nel ’96 ricevette il Leone d’oro dalla Biennale. Sempre ha continuato a progettare e sognare. In Italia, è suo l’auditorium di Ravello. Sposato per quasi tutta la vita con Annita Baldo, figlia di emigranti di Padova, è convolato a nuove nozze nel 2006, novantanovenne, con la sua segretaria, di 40 anni più giovane di lui.

Arianna Di Genova - Il Manifesto

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