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(29 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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Manganellate quotidiane: Napoli, botte al San Carlo

(6 Dicembre 2012)

Anche ieri manganellate - e spray urticanti - contro gli studenti che contestavano le politiche dei sacrifici a senso unico. Incarnate da ben cinque ministri che al Teatro San Carlo di Napoli assistevano alla prima della Traviata.

mangaquotidsancarlo

Non passa giorno senza che i ministri del cosiddetto governo ‘tecnico’ non vengano contestati ogniqualvolta mettono il fuori dai loro bunker. E non passa giorno senza che alle contestazioni di studenti e precari il governo non risponda con una scientifica ripartizione di manganellate.

Ieri sera il copione è andato letteralmente in scena davanti al Teatro San Carlo di Napoli. All’interno del quale i ‘professori’ e le autorità – i ministri Profumo, Ornaghi, Severino e Giarda e la Ministra Cancellieri, oltre al Sindaco De Magistris e il Presidente della Campania Caldoro – erano intenti ad assistere alla prima della ‘Traviata’. Fuori, centinaia di studenti e precari, che si sono presentati battaglieri e determinati per contestare le politiche lacrime e sangue adottate da un governo che fa sfoggio del proprio cinismo (di ieri la dichiarazione di Patroni Griffi secondo cui non tutti i precari della pubblica amministrazione avranno un lavoro la prossima estate).

E come al solito a fare da muro contro la contestazione un ingentissimo dispositivo di sicurezza, composto da agenti in tenuta antisommossa poco avvezzi al dialogo con le piazze e le ragioni degli studenti e dei disoccupati (alcuni Precari Bros, tra gli altri). Appena i contestatori si sono avvicinati al teatro al grido di “No all'austerity, no alla Bce” la risposta dei celerini è stata fulminea: spray urticanti e cariche a freddo. Uno studente – riferisce il sito del CAU di Napoli - è stato colpito alla testa e a causa del trauma ha perso conoscenza per qualche minuto, mentre un altro ragazzo che stava filmando le manganellate è stato pestato sulle mani e la sua telecamera è “andata” distrutta.

Non contenti della prima carica, siccome i ragazzi resistono e non tornano a casa, ne partono altre due, violentissime, all’inizio del secondo atto dell’opera diretta da Ozpetek. La seconda carica respinge i contestatori dall'altra parte della strada. E quando alcuni ragazzi si spostano davanti a un’uscita laterale del Teatro Lirico gli agenti si spazientiscono di nuovo e i manganelli e gli scudi entrano di nuovo in azione. Dentro, raccontano le cronache mondane, insieme ai ministri c’è la creme de la creme di Napoli e dintorni: imprenditori accompagnati dalle consorti impellicciate ed esponenti della ‘nobiltà’. I sacrifici, è ovvio, non sono uguali per tutti…

Scrivono gli studenti del Cau:

“Come potevamo non far visita a dei signori che ogni giorno tramite giornali e televisioni hanno il coraggio di parlare di “sacrifici per tutti”, mentre riducono sempre e solo la possibilità di studenti, lavoratori e disoccupati di potersi garantire una vita dignitosa?! Che si guardi al mondo della formazione, al mondo del lavoro, ai servizi sociali, è chiaro come qualsiasi provvedimento sia preso a nostro discapito. Così come è sempre più evidente la volontà di restringere i cosiddetti “spazi democratici”: lo testimoniano episodi come quello di stasera, o come quello di Livorno, o giornate come quella del 14 novembre a Roma. Lo vediamo nei veri e propri teoremi utilizzati per colpire il movimento NO TAV, o nel “braccio di ferro” sull’articolo 18 volto ad annullare la possibilità di dissenso sui posti di lavoro.
Dinnanzi a tutto questo non possiamo che rispondere in modo sempre più deciso, continuando a rafforzare i percorsi che ogni giorno portiamo avanti dentro e fuori le università, insieme agli studenti delle scuole superiori, insieme ai lavoratori, per essere in grado di non permettere a nessuno di deturpare i nostri diritti per i loro profitti! Che i sacrifici li facciano i padroni!”



Prima degli studenti avevano manifestato anche alcuni operatori dei beni culturali, allontanatisi però dal Teatro prima che l'opera iniziasse. Che hanno portato in piazza le foto di Pompei e Palazzo Reale sbarrate con una "X" fatta con lo spray rosso. A denunciare i crolli continui e il degrado degli scavi. "Migliaia di operatori - si leggeva in un volantino - sono impigliati nella burocrazia e nella pessima gestione". "105 milioni per Pompei, 100 milioni per il centro storico di Napoli. Grande progetto Pompei, le prime 5 gare da aprile non sono ancora state aggiudicate".

Redazione Contropiano

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