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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Sulle dichiarazioni di Enrico Letta

Lettera a "Liberazione" (non pubblicata)

(7 Settembre 2004)

« Noi siamo vicini ai democratici americani e non a caso con Clinton siamo intervenuti in Kosovo. È stata un´iniziativa giusta, utile. » E' quello che afferma Enrico Letta in una intervista rilasciata a "Repubblica" del 30 luglio scorso, subito prima cioe' di partire... per gli USA, dove ha partecipato al rituale incontro dell'istituto Aspen (si veda anche la successiva intervista, rilasciata al Corriere della Sera il 10 agosto). Per inciso, ricordiamo che l'istituto Aspen e' il "think-tank" della Trilaterale, un "salotto buono" di politici ed intellettuali liberisti che funge piu' che altro da anticamera per ben altre affiliazioni e logge.

Le dichiarazioni di Letta sulla "giustezza" ed "utilita'" di quello che lui chiama "intervento in Kosovo" sono vergognose. Innanzitutto, i bombardamenti del 1999 non furono solo "sul Kosovo", ma su tutto il territorio della Repubblica Federale di Jugoslavia (oggi: Serbia e Montenegro): fino ai confini con l'Ungheria, a dimostrazione del fatto che ben altre erano le loro finalita' che non false motivazioni "umanitarie". In secondo luogo, quei bombardamenti furono condotti con modalita' criminali, vietate da tutte le convenzioni internazionali in materia, quali: la presa di mira di industrie chimiche (Pancevo, Bor) e l'uso di proiettili all'uranio depleto. Le popolazioni locali (di ogni "etnia") pagano tuttora assai caro sulla loro pelle il "giusto ed utile" interessamento occidentale... In terzo luogo, la stessa scelta di bombardare fu fatta contro la legge, italiana ed internazionale, ed in particolare contravvenendo al dettato costituzionale - reato del quale i governanti di allora devono ancora rendere conto a noi cittadini. Infine, Letta dovrebbe piuttosto parlare delle conseguenze delle scelte di allora, verificabili oggi, sulla situazione economica, sociale, geopolitica, e sui rapporti "interetnici" nella provincia serba, che e' certo diventata un campo di sterminio per chi non fa professione di irredentismo grande-albanese, ma e' invivibile anche per i giovani albanesi (90 per cento la disoccupazione). La provincia e' di fatto governata dalle mafie che controllano i traffici di armi, droghe ed essere umani, sotto la "umanitaria" supervisione di decine di migliaia di soldati occidentali, che hanno impiantato sul territorio enormi basi militari... chissa' perche'.

Per noi militanti di Rifondazione Comunista, per chi come me e' entrato nel partito proprio perche' fu questo l'unico partito della scena politica italiana ad opporsi coerentemente a quella guerra, quelle dichiarazioni di Enrico Letta valgono come un affronto. E lo sono, di fatto, per tutto il PRC, poiche' - insieme alle altre allucinanti dichiarazioni di queste settimane da parte di vari esponenti dell'ala "moderata" del centrosinistra in tema di politiche sociali - esse mettono da subito a repentaglio ogni nostro sforzo ed ogni convergenza possibile nell'ottica di liberare l'Italia dal governo delle destre. Esse rappresentano dunque un grave problema per il nostro partito, da affrontare subito, chiedendo un confronto su questi temi cruciali: pace e politiche sociali innanzitutto. O su questi temi si trova una convergenza reale di programma, oppure il nostro partito non fara' parte di alcun governo di centrosinistra. Se non si fa chiarezza su questo adesso, Letta e consimili si sentiranno autorizzati in futuro ad imporre a noi ed agli altri alleati le loro politiche inaccettabili; ed il PRC replichebbe cosi' l'esperienza fallimentare del governo Prodi.

Andrea Martocchia
Circolo PRC "XXV Aprile", Parigi

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