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Roma: Marco Gelmini si e' dimesso

Il PRC romano ancora senza organismi dirigenti

(8 Luglio 2002)

Roma, 1 luglio 2002

Come era previsto, nella sessione del CPF romano del 1 luglio il Segretario Gelmini ha rassegnato le proprie dimissioni, ad un mese dalla sua elezione. Nel suo intervento, Marco Gelmini si è assunto la responsabilità del fallimento, ma non ha mancato di rimarcare come la situazione determinata dal gioco delle reciproche interdizioni e delle pretese da parte di "aree" e "sensibilità" abbia influito in maniera decisiva, costringendolo a tentare una mediazione che ha finito per non soddisfare nessuno. Visibilmente teso, Gelmini ha concluso il suo intervento fra gli applausi dei membri del CPF.

Il dibattito del CPF è stato segnato dall'impressione suscitata dalla relazione introduttiva di Marco Gelmini, tanto che in più di un intervento persone che avevano votato contro la Segreteria hanno chiesto allo stesso Gelmini di riconsiderare la decisione di dimettersi. Molti interventi hanno attaccato duramente il cinismo e la leggerezza con cui un compagno è stato mandato allo sbaraglio ed hanno sottolineato come lo stato di estrema difficoltà in cui versa la Federazione romana sia dovuto all'assenza di priorità politiche definite e ad una frammentazione correntizia esasperata, frutto di personalismi e ambizioni alimentati proprio dall'assenza della politica e dalla riduzione di tutto ad una spartizione di cariche e incarichi.

Fra gli interventi, quello di Lorenzo Praticò, che ha voluto far notare come le manovre dei "dirigenti" siano lontane dalla sensibilità dei militanti e che il rischio dell'abbandono per stanchezza, disgusto e demotivazione è ben presente; Raul Mordenti ha criticato la pratica delle riunioni "informali" che si arrogano il diritto di decidere al di fuori degli organismi statutari, con un preciso riferimento ad una riunione di questo tipo tenutasi nei giorni scorsi con la partecipazione anche di membri della Segreteria nazionale; Vincenza Ferrara ha posto in evidenza il disagio profondo di chi non appartiene a correnti o frazioni, lavora per il partito e si trova poi oggetto di decisioni prese altrove; Anna Ciarletti ha voluto ricordare l'assenza di informazioni e iniziativa del PRC nei confronti delle nuove iniziative privatizzatrici del Comune di Roma; Germano Monti ha messo in luce come l'assenza di fatto del PRC si situi in un momento in cui nella città avanzano processi importanti, come nuove privatizzazioni di aziende pubbliche, il "tradimento" da parte della Giunta degli accordi raggiunti con i comitati dei cittadini contro l'elettrosmog e la perdurante disapplicazione delle delibere contro il lavoro nero; un paio di interventi hanno tentato di attribuire al solo Gelmini la responsabilità della situazione che si è determinata, ribadendo la pretesa che sia la "maggioranza della maggioranza" a dover condurre il partito romano e bollando addirittura come "demagogici" gli inviti a ricostruire una cornice unitaria.  Sono stati anche presentati due diversi contributi scritti, che pubblichiamo di seguito, che sono in corso di diffusione fra tutti gli iscritti romani del PRC.

Il CPF si è riconvocato per il 12 luglio, previa l'ennesima consultazione, che sarà condotta dal dirigente nazionale Ferrara e dalla Presidentessa del Collegio di Garanzia della Federazione romana, Rosangela Mura.

In questo bailamme, del Congresso Regionale che doveva tenersi a giugno si è naturalmente persa ogni traccia; altrettanto naturalmente, inutile cercare nelle pagine di Liberazione informazioni su quello che avviene.

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