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Sul rapimento, a Baghdad, di due volontarie italiane dell’associazione "Un ponte per…"

Una ragione in più per ritirare tutte le truppe straniere dal paese

(8 Settembre 2004)

Apprendiamo con angoscia e preoccupazione la notizia del rapimento, a Baghdad, di due volontarie italiane dell’associazione "Un ponte per…" dopo un blitz attuato nella sede della Ong da un gruppo composto da 20 uomini armati. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà ai familiari e agli amici di Simona Torretta e di Simona Pari. Chiediamo fin da subito al Governo Italiano di adoperarsi affinché si ottenga l’immediata liberazione delle due cooperanti italiane attraverso la trattativa.

Aderiamo al sit in indetto per oggi nei pressi di Palazzo Chigi dalle 19,30 in poi, in contemporanea con la riunione del Governo, invitando il movimento della pace a mobilitarsi chiedendo il ritiro dei militari italiani dal paese mediorientale.

La partecipazione italiana alla occupazione dell’Iraq trasforma in obiettivi di rapimenti e rappresaglie anche coloro che sono presenti nel paese allo scopo di alleviare le sofferenze della popolazione civile, colpita prima da più di un decennio di embargo e poi dai bombardamenti indiscriminati dell’aviazione USA e poi ancora dai combattimenti che non accennano a diminuire nonostante Washington abbia ufficialmente proclamato la vittoria.

Occorre comunque sottolineare la stranezza dell’episodio di oggi pomeriggio. Dopo un giornalista non embedded e schierato contro la guerra come Baldoni e due reporter provenienti da un paese non belligerante come la Francia, adesso sono state rapite due esponenti di quel vasto mondo della solidarietà con il popolo iracheno che mai chi si oppone alla occupazione statunitense potrebbe considerare un obiettivo da colpire.

Aumenta il sospetto che gli ultimi eventi rispondano alla logica di una strategia della tensione in versione irachena, con all’opera forze oscure riconducibili alle potenze occupanti o al governo iracheno indipendente.

Una ragione in più per ritirare tutte le truppe straniere dal paese nel più breve tempo possibile.

Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani dall’Iraq
viadalliraqora@libero.it

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