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Obama e la Tunisia

Obama e la Tunisia

(16 Gennaio 2011) Enzo Apicella

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Il presidente della Repubblica preso a sassate. SidiBouzid ricorda così Mohamed!

(17 Dicembre 2012)

sidibouzidsassate

Piovono pietre sul presidente della repubblica Marzouki e sul presidente dell'assemblea nazionale costituente Jaafer. [Guarda il video] Oggi a Sidi Bouzid l'anniversario della morte di Mohamed Bouazizi è una giornata di lotta, come in molte altre località della Tunisia compresa la capitale dove tra poco inizierà il presidio nei pressi dell'assemblea costituente indetto dai parenti e amici dei martiri della rivoluzione. Durante la mattinata era stata prevista una celebrazione ufficiale nel cimitero di Sidi Bouzid ma non appena il presidente della repubblica, salito sul palco, ha tentato di dire le prime parole è stato fatto oggetto di un fitto lancio di pietre e insulti, e naturalmente di “degage!”. L'assalto al palco presidenziale ha messo in fuga le autorità protette dalla polizia che non ha potuto aggredire come di consueto i manifestanti che ormai avevano conquistato il palco.

Le istituzioni fantocce, emerse dalla grande farsa delle elezioni di un anno fa continuano ad essere il bersaglio della contestazione e della lotta della popolazione tunisina che ogni settimana insorge in località differenti contro le autorità della così detta transizione democratica. Gli ultimi gravissimi eventi si sono registrati a Siliana poche settimane fa quando durante uno sciopero è stato represso dalla polizia a fucilate, con cartucce da caccia che hanno colpito il corpo e gli occhi di diversi manifestanti facendogli perdere la vista.



Solo la scorsa settimana si sarebbe dovuto tenere uno sciopero generale che il sindacato UGTT aveva convocato dopo l'aggressione squadrista della base militante di Ennahdha (organizzata nella così detta Lega di difesa della rivoluzione) durante la celebrazione dell'anniversario della morte del fondatore dell'organizzazione sindacale. Ma come era facile immaginare la segreteria centrale lo scorso mercoledì e a poche ore dallo sciopero ha revocato l'iniziativa di lotta dando ragione alle clientele al vertice del sindacato sempre ammanicate, tra interessi e lobby, ai vertici governativi, un tempo del regime di Bourguiba, poi di Ben Ali, ed ora della fazione islamista. L'evento sta provocando un vero e proprio terremo nella base del sindacato e tra la popolazione, già inferocita dal mix di povertà e repressione che dopo due anni dalla fuga di Ben Ali dal paese è ancora costretta a subire... ma non in silenzio!



Le pietre lanciate oggi su Marzouki, le sedi di Ennahdha assaltate continuamente dal movimento tunisino, e le quotidiane rivolte che attraversano il paese (che nessun media occidentale raccontano più!) mostrano da una parte la debolezza delle transizioni democratiche affidate alla corrente dei fratelli musulmani dalla Casa Bianca e dalla UE, e dall'altra la continuità, modulata secondo un livello estensivo della lotta, del movimento rivoluzionario in Tunisia (ma lo stesso discorso e con manifestazioni ancora più eclatanti vale per l'Egitto). I fantocci islamisti della transizione neoliberista in Nord Africa stanno sperimentando sulla propria pelle quanta differenza c'è tra il governare e il prendere il potere, in un momento in cui la crisi della rappresentanza si sviluppa incalzata dai bisogni e dai desideri dei movimenti contro la povertà e la miseria. Non c'è che augurarsi che quella pioggia di pietre che oggi si è rovesciata sul palco della transizione democratica a Sidi Bouzid torni a tramutarsi in un quanto mai concreto “degage!” che anche in nome di Mohamed Bouzizi liberi la degna e coraggiosa Tunisia dal Vecchio Regime che ancora non cede.

Infoaut

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