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Mezza piena o mezza vuota?

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(22 Gennaio 2011) Enzo Apicella

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(20 Dicembre 2012)

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Nei centri di smistamento di SDA/POSTE ITALIANE lavorano operai immigrati in condizioni di sfruttamento terribili, spesso senza contratto e senza buste paga. Anche a Roma da oggi gli operai di SDA POSTE dicono basta e scendono in sciopero.
Oggi i circa 140 operai dell’HUB centrale di smistamento pacchi di SDA/Poste Italiane di Roma che per il 90% sono immigrati (eritrei, rumeni, etiopi, marocchini, peruviani, ecc.) sono in sciopero. Dopo anni di soprusi e di sfruttamento selvaggio hanno deciso di alzare la testa e lottare per i loro diritti e per recuperare la loro dignità. Il vento delle lotte degli operai immigrati della logistica che da Ikea alla DHL, da Bartolini alla TNT sta attraversando l’Italia è arrivato anche a Roma.
Lavorano per SDA Express Courier /Gruppo Poste italiane sotto la cooperativa ORBEA presso la sede dell’HUB di Roma e (uno dei tre magazzini centrali di smistamento su tutta Italia) e presso la vicina sede di RM 1 (entrambe a via Corcolle, 16 e 12, sulla Tiburtina),
Le condizioni di lavoro sono terribili, e chi non le vive o non le vede spesso fa fatica a pensare che possano esistere, oggi, in una metropoli avanzata, e per di più sotto una società del Gruppo Poste Italiane.
Tutti i lavoratori dell’HUB centrale di smistamento pacchi di SDA/Poste Italiane di Roma devono stare nel magazzino 10, 11, 12 o anche 13 ore al giorno, e a tutti vengono pagate al massimo 8 ore.
Quando il lavoro scende ti mettono in pausa; per 1, 2 ore, anche tre volte in una notte. E queste pause non sono pagate, nonostante il contratto e la legge vietino il sistema delle pause multiple, una forma di vero e proprio lavoro a chiamata.
Ci sono quelli a cui l’azienda assegna 6, 5, ed anche 3 ore di lavoro al giorno, invece delle 8 obbligatorie da Contratto Nazionale. Ed è difficile vivere con un terzo di una paga già bassa.
C’è chi lavorava a tempo indeterminato e viene passato a tempo determinato.
C’è chi lavorava da una decina d’anni e più in una delle sedi di SDA/Poste, mettiamo all’HUB sulla Tibutina, con un orario di lavoro pagato decente, mettiamo 8 ore, e dall’oggi al domani, viene spostato dall’altra parte della città (ad esempio nella sede di Fiumicino) con solo 3 ore di lavoro assegnato al giorno. 3 ore che bastano appena a pagarsi gli spostamenti. Questo magari dopo aver fatto due ore di sciopero (indette peraltro dalla CGIL che si è anche rimangiato lo sciopero!). O anche per senza nessuna motivazione.
Ci sono anche quelli ai quali viene detto “da oggi tu non lavori più”, punto e basta.
Non c’è una busta paga che riporti i soldi dovuti da contratto nazionale, (mancano sempre 100/200 e a volte anche 300 euro); non c’è una busta paga che riporti le ore effettivamente lavorate, neanche quelle fatte escluse le pause (che ripetiamo sono illegali).
La CGIL, unica sigla sindacale presente nella realtà dell’HUB SDA di Roma, ha assistito a questa vergogna da anni facendo finta di non vedere. Anzi ha spesso aiutato le varie cooperative che si sono succedute negli anni, e SDA, che per legge risponde in solido – quale committente – dei soldi dovuti ai lavoratori dalla ditta appaltatrice, a defraudare gli operai di quanto è loro dovuto secondo i termini di quel contratto nazionale logistica e servizi, firmato tra l’altro dalla stessa CGIL a livello nazionale, e lasciato in SDA di Roma lettera morta.
Dulcis in fundo ogni mese mancano soldi e ore lavorate nelle buste paga degli operai, che prendono 900 euro lavorando 13 ore al giorno quando secondo il contratto nazionale dovrebbero prenderne 1300 per 8 ore di lavoro.
La collera degli operai è scoppiata quando hanno saputo in questi giorni che la vecchia gestione, sostituita nell’appalto agli inizi di agosto dalla cooperativa ORBEA A.R.L. (che sta anche dentro gli appalti degli HUB di Milano e Bologna) non intendeva pagare l’intera liquidazione (peraltro già notevolmente sottostimata) ma solo il 60%.
Ducis in fundo: la CGIL in azienda sta facendo pressione sui singoli operai per firmare un accordo truffa:
in cambio del 60% del TFR (circa 800/1000 euro) il lavoratore deve firmare una dichiarazione di non avere altro a pretendere – a qualunque titolo - per i 19 mesi di lavoro pregresso.
Peccato che per questi 19 mesi nelle tasche di ogni lavoratore mancano circa 8000 euro di differenze retributive.
Differenze che, grazie al fatto che in calce ad ogni transazione ci sta la firma della CGIL, non sarebbero più esigibili davanti al giudice per il lavoratore malcapitato che sottoscrivesse questa transazione.
Sotto il comando di Poste Italiane, che evidentemente - grazie anche ai processi di privatizzazione - ha da anni definitivamente buttato a mare ogni parvenza di servizio pubblico rincorrendo senza alcuno scrupolo il massimo del profitto a tutti i costi, lavorano in Italia svariate centinaia di operai che - attraverso il sistema di intermediazione della manodopera rappresentato dalle cooperative, un moderno caporalato legalizzato – vivono condizioni terribili. Grazie a una serie di lotte spesso molto dure, sia a Milano che a Roma in SDA/Poste il Si Cobas è riuscito a costringere Poste e cooperative a a sedersi ad un tavolo e a rimettere in discussione queste condizioni di lavoro.
Dopo Milano, Bologna, Padova, anche a Roma gli operai delle cooperative che fanno da caporali per SDA/Poste Italiane hanno deciso di dire basta. Questo sciopero per loro è solo l’inizio.
Roma, 19 dicembre 2012 - SI COBAS appalti SDA/POSTE ITALIANE
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19 dicembre 2012 - A Bologna i lavoratori della cooperativa del Consorzio Ucsa che sono attivi nel magazzino SDA alle ore 20,00 sono entrati in sciopero per rivendicare l'applicazione del contratto. I loro compagni , che sono sotto il consorzio Lord e che hanno già ottenuto ciò che avevano richiesto tre mesi fa con uno sciopero, scioperano per un'ora in solidarietà con essi e rientrano perché hanno avuto l'assicurazione che si applicherà anche ai lavoratori del consorzio Ucsa ciò che hanno ottenuto loro tre mesi fa. Contemporaneamente a Roma, sempre alla SDA si sta addivenendo ad un accordo con il reintegro dei lavoratori licenziati in questo ultimo periodo.
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Mercoledì 19/12/2012 mentre era in corso lo sciopero alla SDA Courrier Express di Sala Bolognese (BO), contemporaneamente dalle ore 20.30 è iniziato lo sciopero dei lavoratori della Handling Solutions Società Cooperativa presso Oneexpress Italia S.p.A. Interporto Bologna, Bentivoglio (BO). IL'iniziativa ha interessato la totalità dei 30 lavoratori distribuiti su due magazzini di logistica trasporto merci. La vertenza è riferita alla prospettata revoca di appalto da parte della committente alla Handling Solutions S. C. e alla prospettata intenzione di subentro di altra cooperativa. Le rivendicazioni dei lavoratori, per il diritto alla garanzia del mantenimento di tutti i livelli occupazionali esistenti in forza alla Handling Solutions Società Cooperativa (compreso il personale in ferie, malattia, aspettativa, infortunio, etc.) presso il richiamato appalto; al mantenimento delle stesse condizioni economiche e normative applicate dalla cooperativa cedente; ad essere assunti senza periodo di prova e senza soluzione di continuità con rapporto di lavoro a tempo pieno e indeterminato. Alle 22.30 la situazione si è sbloccata quando la committente Oneexpress Italia S.p.A. ha dato le suddette garanzie ai lavoratori sottoscrivendo apposito verbale di accordo. Sono seguite due assemblee sindacali sui rispettivi magazzini soddisfacendo tutti i lavoratori per il risultato raggiunto a tutela dei loro interessi.
Bologna, 20/12/2012
SI Cobas Bologna

SI Cobas

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