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La borsa o la vita

La borsa o la vita

(15 Giugno 2010) Enzo Apicella
Il ricatto della Fiat: "Sopravvivere da schiavi o morire di fame"

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Cronache da Melfi

(22 Dicembre 2012)

Pubblicato in:: Numero216-12

fiatmelf

Marchionne, Elkann, Monti e noi operai di Melfi
Quattro giorni di preparazione intensa.
Hanno piantato anche degli alberi all'interno del recinto Fiat di Melfi, tutto è stato tirato a lucido al montaggio, in via Roma particolarmente.
Dovevano arrivare le star: Marchionnne, Elkann e il condottiero Monti.
Tutto doveva apparire bellissimo.
Alcuni lavoratori prescelti per le loro peculiarità e alcuni capetti si sono dati molto da fare perché tutto apparisse bellissimo al loro arrivo.
Hanno predisposto degli schermi e gli operai della lastratura e della verniciatura
non si dovevano muovere dalla propria unità.
Tutto doveva essere sotto controllo.
Tantissimi operai, quelli collegati alle linee di montaggio come noi, che non hanno neanche il tempo di prendere la bottiglietta d'acqua a causa dei ritmi forsennati,
alla sceneggiata non hanno preso parte.
Molti dei nostri compagni preoccupati per la tanta cassa integrazione che ci viene fatta fare si sono recati a sentire le chiacchiere di Marchionne con la speranza di cogliere qualcosa di positivo ma non hanno applaudito.
Ci hanno detto che in prima fila ad applaudire Marchionne, Elkann e Monti non c'erano quelli che lavorano sulla linea come noi.
C'erano gestori operativi, capi ute, cpi, gli addetti alla qualità, impiegati e sindacalisti che non fanno un cazzo tutto il giorno.
I sindacalisti che invece di utilizzare le ore di assemblea per affrontare i problemi di noi operai le utilizzano per fare festa al padrone. Infatti in fabbrica ci hanno detto che la fermata dalle 12.00 alle 13.30 sarà considerata assemblea sindacale, e così il padrone farà pagare a noi il costo delle sue sceneggiate.
Tutti vestiti come gli operai, ma nessuno che sgobba come noi.
Hanno applaudito anche alcuni capi che hanno testimoniato contro Giovanni Barrozzino, Antonio Lamorte e Marco Pignatelli.
Però i giornalisti che non conoscono noi operai hanno annunciato che abbiamo applaudito!
Un sacco di balle!
Come facevamo ad ascoltare e applaudire un milionario che insieme alla sua socia ha aumentato l'età per andare in pensione e ha dato la possibilità al padrone di poterci licenziare quando vuole.
Ad un'altro che incassa un sacco di soldi, mentre noi dobbiamo sopravvivere con i quattro soldi della cassa integrazione.
Che forse pensa anche di fare la stessa operazione che ha fatto a Pomigliano dove agli operai a luglio prossimo scade anche la cassa integrazione.
Per non parlare di tutti gli operai che non sanno più cosa mettere in tavola ai loro figli perché sono stati licenziati come quelli di Termini Imerese, l'Irisbus e altri ancora.

Operai Contro

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