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Hamas ci ripensa, anniversario di Fatah a Gaza city

(29 Dicembre 2012)

Il movimento islamico consentira' il 1 gennaio le celebrazioni dei rivali di Fatah nella zona di Saraya, a Gaza city. Segnali di disgelo ma la riconciliazione resta distante

masripens

di Michele Giorgio

Gerusalemme, 29 dicembre 2012, Nena News - Hamas ci ripensa e, a sorpresa, decide di autorizzare le celebrazioni nell'area di Saraya, in pieno centro a Gaza city, per il 48esimo anniversario del movimento rivale Fatah. Si prevede che almeno 5mila attivisti e simpatizzanti del movimento guidato dal presidente Abu Mazen si riuniranno il primo gennaio nella zona dove, peraltro, sono presenti basi delle forze militari di Hamas. «Abbiamo finalmente ricevuto l'autorizzazione del premier (di Hamas) Ismail Haniyeh e il primo maggio ci riuniremo nell'area di Saraya», ha confermato ieri Atef Abu Yousef, uno dei leader di Fatah nella Striscia di Gaza.

E' la prima volta dagli scontri sanguinosi tra le due fazioni, nel giugno 2007, che i festeggiamenti di Fatah si svolgono in modo così aperto. Hamas ha ricambiato l'apertura fatta da Abu Mazen che lo scorso 8 dicembre aveva permesso celebrazioni pubbliche in Cisgiordania per il 25esimo anniversario della fondazione del movimento islamico, parellele a quelle faraoniche tenute a Gaza che avevano visto il rientro in terra palestinese del leader islamista Khaled Mashaal. Per questo si torna a parte di riconciliazione e della possibile formazione di un governo di unità nazionale.

Obiettivi che in realtà restano lontano. Ben poco si è mosso sulle questioni al centro dello scontro tra le due fazioni palestinesi. A cominciare dalla composizione della nuova Olp (che rappresenta i palestinesi nel mondo) della quale Hamas vuole far parte sulla base di quella che ritiene la sua rappresentanza reale della nazione. Fatah, che non rinuncia alla supremazia che ha sempre avuto nell'Olp, respinge la tesi che il movimento islamico rappresenti la maggioranza dei palestinesi. Non meno spinoso è il problema dello Statuto dell'Olp che, emendato dopo la firma degli accordi di Oslo (1993), riconosce l'esistenza di Israele mentre Hamas ribadisce il suo netto rifiuto. Senza dimenticare la cooperazione di sicurezza tra il governo dell'Anp a Ramallah e le forze armate di Israele, che prende di mira in modo particolare gli attivisti di Hamas. Nel frattempo Abu Mazen e il suo governo devono affrontare enormi problemi, frutto in buona parte della colonizzazione e delle politiche di occupazione di Israele. La crisi finanziaria dell'Anp si è fatta insostenibile dopo la decisione presa dal governo Netanyahu di confiscare fondi palestinesi per decine di milioni di dollari.Gli aiuti (100 milioni di dollari al mese) promessi dai paesi della Lega araba non sono ancora arrivati e la questione difficilmente sarà risolta oggi nel corso della visita a Ramallah del Segretario generale della Lega araba, Nabil al Arabi. Da parte sua l'emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, che nelle scorse settimane aveva visitato in via ufficiale la Striscia di Gaza, ha deciso di rinviare di almeno un mese il viaggio in Cisgiordania che aveva annunciato allo scopo di dimostrare la sua «neutralità» dopo essere stato accusato di favorire Hamas e le divisioni tra i palestinesi.

Per questo Abu Mazen è tornato a minacciare lo scioglimento dell'Anp se dopo le elezioni legislative israeliane del 22 gennaio non ci saranno passi verso la ripresa dei negoziati da parte del nuovo governo dello Stato ebraico.

Intanto, nel quarto anniversario dell'offensiva israeliana «Piombo fuso», una delegazione internazionale formata da attivisti di "Benvenuti in Palestina" ieri è entrata nella Striscia di Gaza per manifestare solidarietà politica alla popolazione sotto blocco israeliano. Della delegazione fanno parte anche nove italiani che ieri hanno avuto un colloquio con i leader locali del Fronte popolare (Fplp), la principale forza della sinistra palestinese.

Nena News

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