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Trayvon

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(20 Luglio 2013) Enzo Apicella
Assolto il vigilante George Zimmerman che nel 2012 uccise il 17enne nero Trayvon Martin

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LA PRIVAZIONE DELLA LIBERTA’ PERSONALE, FATTA IN MODO ILLEGALE, VA RISARCITA SEMPRE.
QUESTO CONCETTO E’ LA BASE DEL DIRITTO.

(31 Dicembre 2012)

DA OGGI 30.12.12, INIZIO UNO SCIOPERO DELLA FAME E DELLA SETE TOTALE, CONTRO L’ASSURDA ORDINANZA DELLA CORTE D’APPELLO DI MILANO, CHE NON RISARCISCE IL CARCERE INGIUSTO.

Da oggi inizierò uno sciopero della fame e della sete totale, per protestare contro l’ingiusta ordinanza della corte d’assise di Milano che qualche mese fa ha rigettato la mia istanza di risarcimento per ingiusta detenzione, in quanto venni assolto, dopo sei anni di carcere, dall’accusa di partecipazione a banda armata con funzioni organizzative.
La motivazione addotta dalla corte d’appello è che, frequentando esponenti dell’antagonismo illegale, ho tratto in inganno gli inquirenti.
Quello che più sconvolge nella sentenza, è che i giudici hanno affermato chiaramente che a loro non interessa il giudizio penale, cioè la mia assoluzione.
Non si passa più a valutare le sentenze, ma si emettono giudizi morali, in base ai quali si concede o meno il risarcimento per ingiusta detenzione.
Questa mia forma di protesta, nasce dal fatto, che quando si emettono simili ordinanze, il diritto non viene più relegato ad elementi di prova, ma a valutazioni soggettive extragiudiziarie, tanto che c’è il disinteresse sul giudizio penale e sulla sentenza assolutoria.
A questo punto essere assolti o condannati cambia ben poco, ai fini di stabilire o meno, se una persona ha diritto al risarcimento per ingiusta detenzione.
Rispetto a questa palese ingiustizia, oltre fare ricorso nelle sedi opportune, a iniziare dalla Corte di Cassazione, dove ho già provveduto a fare ricorso nel luglio scorso.
Comunico, che in caso di un eventuale esito negativo, proseguirò inoltrando ricorso alla Corte Europea di Strasburgo e anche alla sezione Diritti Civili delle Nazioni Unite.
Questo mio sciopero della fame e della sete, è una denuncia di questa palese violazione del diritto.
La privazione della libertà personale, fatta in modo illegale , va risarcita sempre, questo concetto è la base del diritto, non si può non affermare questo principio.
Altrimenti c’è l’arbitrio. Come nella mia ordinanza.




L’Aquila 30.12.12

Giulio Petrilli

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