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(La controriforma dell'istruzione pubblica)

Dalla scuola promesse di guerra ad ogni governo

«Assumere i precari, definanziare le private, stop all'aziendalizzazione»

(7 Gennaio 2013)

Hanno vinto. Per ora, almeno, ma quasi nessuno lo sa. Dunque rilanciano la lotta invitando in piazza il 2 febbraio anche altre vertenze sui beni comuni. Dall’acqua alla sanità. Si parla in questo articolo del movimento delle scuole, precari, insegnanti e studenti che sono riusciti a infiammare l’autunno - bocciando l’aumento dell’orario di lavoro per i docenti delle superiori a parità di salario - e bloccando il disegno di legge, poi arenatosi al Senato - sulla cancellazione degli organi collegiali in favore di una sorta di Cda aperto ai finanziatori privati. Il cosiddetto ddl Aprea nella versione integrata dal Pd. «L’idea è di piombare nel bel mezzo della campagna elettorale – dice a Liberazione Francesco Locantore, insegnante di sostegno precario, attivo nel coordinamento delle scuole romane - per mettere in agenda la questione della scuola e della conoscenza con una piattaforma ben precisa, contro i tagli e contro ogni privatizzazione, anche per il recupero dei fondi dirottati sulle scuole private. Insomma, che sia un messaggio a qualsiasi governo». La decisione della manifestazione nazionale è maturata nel corso di un’assemblea nazionale, alla vigilia dello stop natalizio, oscurata dall’incalzare della crisi e del dibattito a sinistra sul quarto polo. Erano presenti rappresentanti dei coordinamenti locali e di singole scuole dalle province di Cagliari, Bari, Ferrara, Napoli, Genova, Modena, Terni,
Latina, Roma e Castelli romani più, ma solo virtualmente, i coordinamenti locali di Torino, Milano, Pisa, Pesaro e Urbino, e Trieste, Avellino.
L’assemblea ha deciso di varare un coordinamento nazionale del movimento delle scuole, con una mailing list con i riferimenti dei coordinamenti locali aderenti e un sito nazionale http://coordinamentonazionalescuola.net/. Il coordinamento ha il mandato di istruire il dibattito nelle scuole e nei coordinamenti locali per costruire una piattaforma approfondita e condivisa sulle politiche alternative da mettere in atto per rilanciare e riqualificare la scuola
pubblica statale.
«Per il rifinanziamento della scuola pubblica statale serve restituire gli otto miliardi di euro indebitamente sottratti dal governo Berlusconi per portare – Locantore - il finanziamento in linea con i paesi Ocse. Basta finanziamenti alle private. Questo consentirebbe di rilanciare la qualità dell’istruzione pubblica, diminuendo il numero degli alunni per classe, provvedendo agli interventi edilizi di messa in sicurezza, aumentando gli stipendi e garantendo l’accesso a percorsi di formazione permanente». Nella piattaforma del 2 febbraio, data in cui si chiede ai sindacati di indire uno sciopero, c’è anche la rivendicazione del tempo indeterminato per i precari su tutti i posti vacanti, «in nome della normativa europea che impone la stabilizzazione di chi lavora da oltre tre anni a tempo determinato nelle scuole». Si chiedono anche il blocco dei progetti di privatizzazione e aziendalizzazione (come il disegno di legge Aprea –Ghizzoni) e la cancellazione del patto sulla produttività e della sua estensione al pubblico impiego.

Checchino Antonini - liberazione.it

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