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Si apre una finestra sui metodi della polizia italiana

(14 Maggio 2010) Enzo Apicella
I TG trasmettono l'intervista a Stefano Gugliotta, che porta i segni del pestaggio immotivato da parte della polizia

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Le denunce in occasione delle manifestazioni del 14 novembre a Pisa

(12 Gennaio 2013)

Il clima che si sta creando a Pisa, come nel resto del Paese, è di sempre maggiore repressione.

Gli ultimi episodi sono relativi alle manifestazioni che si sono susseguite tra i mesi di ottobre e dicembre: le azioni simboliche che lavoratori, studenti, precari hanno sviluppato durante le giornate di sciopero e di mobilitazione contro le manovre del governo Monti, la legge di stabilità, i tagli alle pensioni, i licenziamenti, sono state criminalizzate dalle forze politiche e istituzionali della nostra città, spietatamente ciniche di fronte alle sofferenze causate dal rigore e dall’austerità a senso unico contro i settori più deboli della popolazione.

Le dichiarazioni del Questore e del Prefetto, violentemente intimidatorie e repressive verso il movimento degli studenti e verso ogni manifestazione di dissenso, minacciosamente rivolte contro genitori e docenti accusati di irresponsabilità verso i propri figli e allievi, erano evidentemente finalizzate a produrre consenso nell’opinione pubblica attorno alle denunce relative alle vicende accadute durante la manifestazione del 14 novembre, giornata dello sciopero europeo, rese note il 9 gennaio dalla stampa.

I Cobas hanno partecipato alla manifestazione (a cui hanno preso parte massicciamente lavoratori di vari settori e lavoratrici della SODEXO a rischio licenziamento, insegnanti e studenti), che si è caratterizzata per la radicalità delle parole d’ordine e delle rivendicazioni, in un corteo pacifico che ha sfilato nel centro e sui lungarni della città, fino alla Piazza del Duomo.

In questo quadro, l’occupazione simbolica della Torre non può essere giudicata con criteri da ordine pubblico, fino a criminalizzarla, dimenticando il contesto di devastazione sociale inflitta a giovani, a lavoratori, a precari, a disoccupati, i quali si stanno legittimamente prendendo il diritto di esprimere la propria indignazione.

Com’è successo in molte città in Italia durante le manifestazioni dello sciopero del 14 novembre, alle quali le forze del disordine di Stato hanno risposto con la violenza.

I Cobas (rispondendo così ai tutori nazionali e locali di questo disordine, smaniosi di manganelli e denunce per avere ragione delle legittime contestazioni contro le politiche di austerità) esprimono la solidarietà a tutti i denunciati per quanto accaduto nella giornata del 14 novembre e chiedono il ritiro delle denunce.



11/1/2013

CONFEDERAZIONE COBAS PISA

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