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Strade parallele. Un viaggio tra natura, vita e integrazione

(16 Gennaio 2013)

Le strade parallele sono quelle che costeggiano il mare di Sabaudia, quelle tra gli alberi, strette tra i laghi e i borghi, sono le strade dove – parallelamente – scorrono e si incontrano vite e destini diversi.

Volti di uomini e donne che sulle strada possono conoscersi. Se su quelle strade, poi, ci soffermiamo su chi le percorre in bicicletta ci imbattiamo nel progetto di Filippo Trojano, che ha scelto con le fotografie di strade, volti e biciclette il suo modello di “comunicazione ecologica e di integrazione culturale”.

Il progetto si concretizza in 200 ritratti, realizzati rigorosamente su pellicola. Il territorio e lo scenario delle foto è quello di Sabaudia, dei borghi, del suo lungo mare cui fa da sfondo l’inimitabile profilo della maga Circe, sdraiata tra la terra e il mare a guidare naviganti e viaggiatori di ogni epoca e di ogni terra. Una terra solcata anche dalle biciclette, quelle mitiche due ruote che sono un paradigma di vita, un racconto. Così abbiamo il ciclista con la bici da migliaia di euro, super leggera, performante, fiammante; i bambini per i quali la bicicletta è il gioco; il turista che pedala in libertà per le vie cittadine e si affanna lungo le curve del lungomare sotto il sole, alla ricerca della prossima passerella di legno che si snoda tra le dune.

Poi c’è la bicicletta che ci parla di storie diverse, alcune lontane nel tempo, altre lontane nello spazio. La signora anziana sulle vie di Sabaudia che tiene con decisione e naturalezza la sua bicicletta, rappresenta in uno scatto la storia di quelle donne e quegli uomini che nel periodo della fondazione di Sabaudia, nel periodo delle bonifiche vennero dal Veneto, dal Friuli, da regioni lontane per trovare lavoro e costruirsi un futuro. C’erano “le venete”, giovani donne, libere, che andavano in bicicletta a lavoro come alla Messa, e quelle bicicletta, o meglio la donna in bicicletta, non mancava di fare scandalo e di far sollevare lo sguardo degli indigeni, come ricorda anche Pennacchi nei suoi libri.

Oggi altri lavoratori si affollano in città e sulla strade con le loro biciclette: sono i tanti lavoratori provenienti dall’India, che raccolgono pomodoro, ortaggi e primizie che troviamo sulle nostre tavole. Per loro la bicicletta non so se rappresenti la libertà, di certo è un mezzo di trasporto, a volte pericoloso, per recarsi a lavoro. Li vediamo all’alba e nel pomeriggio, quando vanno e tornano dai campi e dalle serre, alcuni indossano la pettorina catarifrangente, indispensabile per essere visti dalle automobili in quelle ore in cui il buio comincia a far posto alla luce. La bicicletta è quasi parte del loro corpo, come fa notare lo stesso Filippo Trojano, che “leggendo” sottolinea il modo in cui gli indiani tengono la bicicletta ferma accanto a loro.


“Strade parallele” è tutto questo e tanto altro ancora per chi vorrà percorrerle attraverso le foto, con lo sguardo rivolto al cuore delle persone.


Info sul progetto: www.filippotrojano.com

Alessandra Valentini - DirittiDistorti

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