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CUB IMMIGRAZIONE PIEMONTE DENUNCIA:
UN GIORNO DI PIU' CHE ORDINARIA FOLLIA NEL CIE DI TORINO

(16 Gennaio 2013)

Nelle giornata del 12, 13 e 14 gennaio il Centro di Identificazione ed Espulsione di Torino è stato teatro di forti azioni di rivolta con incendi notturni e tentativi di fuga da parte dei trattenuti – così vengono definiti coloro che sono reclusi nel CIE in attesa di essere espulsi - a causa delle pessime condizioni di vita in cui sono costretti a vivere.
Nella mattinata del 15 gennaio, a quanto riferito da alcuni trattenuti, la polizia ha effettuato delle perquisizioni nella varei aree all'interno del CIE ricorrendo all'uso della forza nei confronti di diverse persone.
Il 15 gennaio nel pomeriggio l'operatrice legale dello Sportello Immigrazione della CUB Piemonte ha incontrato un trattenuto per un colloquio.
La persona, condotta nella sala colloqui reggendosi ad un volontario della Croce Rossa perchè non in grado di camminare da solo, ha riferito di essere stato svegliato dalla polizia a suon di manganellate nella schiena.
Durante il colloquio, svoltosi in piedi poichè la persona in questione non era in grando di sedersi a causa delle sue condizioni fisiche, ha riferito che al momento dell'arrivo dei poliziotti, verso le 9 del mattino, era ancora sdraiato nel suo letto e dormiva poiché aveva già forti dolori alla schiena dovuti a precedenti "incidenti" e che al suo rifiuto di alzarsi visto che stava male i poliziotti lo hanno colpito ripetutamente con i manganelli alla schiena.
Mostrava quindi all'operatrice legale delle fasciature improvvisate all'altezza della vita fatte con asciugamani dal momento che non aveva ricevuto alcun tipo di medicazione se non un puntura calmante e dichiarava inoltre di non essere stato visitato da un medico.
Riferiva, inoltre, che il motivo delle ultime rivolte era stato l'assenza di riscaldamento nelle aree ma che, in generale, le condizioni di vita all'interno del CIE sono terribili e degradanti e questo provoca il malcontento quotidiano soprattutto tra coloro che vi sono ristretti ormai da mesi.
L'operatrice legale apprendeva da un volontario della Croce Rossa, interrogato su cosa fosse accaduto in quei giorni, che le ultime rivolte erano state molto forti ma che, in realtà, tali episodi rappresentano la quotidianità nel CIE di Torino.
Ogni notte, denunciava il volontario, vengono bruciati materassi (400 in un anno) e le coperte vengono utilizzate per fare corde. Alla domanda dell'operatrice su dove dormissero ora i trattenuti, il volontario rispondeva che dormono sulle brande senza materassi e senza coperte là dove ci sono ancora brande.

La CUB Piemonte denuncia lo stato di degrado in cui i cittadini stranieri detenuti all'interno del CIE sono costretti a vivere e le costanti e persistenti violazioni dei diritti umani a cui sono sottoposti.

Per la CUB Piemonte
Stefania Gatti

Fonte

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