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    Padova: no alla privatizzazione delle farmacie comunali

    Resoconto dell'assemblea cittadina promossa da Rifondazione e Verdi

    (12 Settembre 2004)

    Si è tenuta venerdi 10 settembre, alla Sala degli Anziani di Palazzo Moroni, l'assemblea promossa dai gruppi consiliari dei Verdi e di Rifondazione Comunista sulla questione della privatizzazione delle Farmacie Comunali.

    Circa un centinaio di presenti. Al tavolo della presidenza sedevano Giuliana Beltrame (consigliere comunale del PRC), l'assessore Bortoli (DS), Roberto Magnarello (farmacista e consigliere provinciale del PRC) e Aurora D'Agostino (consigliere dei Verdi).

    L'assemblea è stata aperta da Giuliana Beltrame che ha ricostruito la vicenda.

    Queste le tappe principali del processo di privatizzazione delle Farmacie: la decisione presa dalla Giunta Destro (nel luglio 2002) di costituire una SpA al posto di quella che era prima un'Azienda speciale; la costituzione della SpA stessa (nell'estate 2003) con Amministratore unico Remo Davì (indicato da AN); la decisione di mettere all'asta il 75% delle quote della SpA, la pubblicazione del Bando di gara (nel febbraio 2004) a cui parteciparono 2 cordate, una legata ad una multinazionale tedesca e una promossa da Banca Etica e dalla Cooperativa Adriatica che ha vinto l'appalto.

    Nell'intervento introduttivo è stata anche delineata la questione politica che si è aperta nel momento in cui: la Giunta Destro ha rimandato la proclamazione del vincitore della gara a dopo le elezioni; le elezioni sono state vinte dall'opposizione di centro sinistra che si era schierata all'unisono contro questa privatizzazione; il bando di gara permette al Comune (all'articolo 6) di non aggiudicare la gara stessa per motivi di pubblico interesse e quindi non lascia nessuna giustificazione al centro sinistra per non mantenere gli impegni presi in campagna elettorale.

    Dopo l'intervento di Roberto Magnarello che ha sostenuto la validità anche economica e non solo ideologica della non privatizzazione (riportando le esperienze di altre amministrazioni comunali) si è aperto il dibattito che ha esplicitato le due posizioni diverse che convivono all'interno della maggioranza di centrosinistra sulla questione delle farmacie comunali.

    Da una parte Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti italiani che hanno tutti sottolineato in più interventi le ragioni per cui questa privatizzazione va bloccata.
    In particolare va dato atto ai Verdi di aver avuto in questa occasione una posizione più netta contro la privatizzazione rispetto a quella presa dall'assessore Scortegagna sul Mattino del 26 agosto in cui avanzava invece la possibilità di una privatizzazione parziale mantendo al Comune la maggioranza delle azioni della SpA.

    Dall'altra parte i DS (l'assessore Bortoli) e la Margherita (il capogruppo Pipitone) che avevano l'ingrato compito di dover gestire senza fare troppo danno le dichiarazioni pubbliche a favore della privatizzazione di Naccarato (capogruppo DS) e del vicesindaco Sinigaglia (Margherita). Dichiarazioni che non lasciavano molto spazio di manovra.

    Naccarato sul Mattino di Padova del 29 agosto: «Non mi sembra né utile né produttivo insistere in una discussione solo astratta e ideologica... L'ipotesi di annullare la gara produrrebbe certamente ricorsi... E' evidente che la strada dell'annullamento non risulta essere la più conveniente per il Comune e per i cittadini».

    Sinigaglia sul Gazzettino del 1 settembre: «credo che il fatto che il 25 per cento della società resti al Comune sia abbastanza... Revocare la gara non credo si possa più... noi abbiamo l'obbligo per legge di trasformare le attività economicamente rilevanti del Comune in società per azioni».

    Sia Bortoli che Pipitone hanno quindi cercato di assolvere al meglio il loro ingrato compito dichiarandosi personalmente contro la privatizzazione, ma sostenendo poi (anche se «con imbarazzo», come ha ammesso Bortoli) tutte le ragioni elencate nelle dichiarazioni di Naccarato e Sinigaglia per procedere con la privatizzazione stessa.

    A Bortoli va anche riconosciuto un indiscusso coraggio per avere affermato con convinzione di farsi «personalmente garante» di una gestione delle farmacie nell'interesse dei cittadini anche nel caso di una loro privatizzazione!
    Dal momento che il bando di gara prevede l'assegnazione delle farmacie per 30 anni si deve pensare che Bortoli sia seriamente convinto di rimanere in Giunta ininterrottamente per le prossime 6 legislature per poter mantenere questo proprio impegno nei confronti della cittadinanza.

    Per quanto riguarda lo SDI, invece, i consiglieri e gli assessori di questo partito non sono proprio intervenuti nel dibattito e si sono fatti rappresentare solo dall'intervento di un militante che si è dichiarato personalmente contrario alla privatizzazione e che comunque non ha potuto chiarire le ambiguità della presa di posizione (sul Mattino del 9 settembre) del segretario comunale dello SDI Paola Lincetto che, pur rivendicando addirittura la paternità dell'opposizione alle privatizzazioni «I Socialisti Democratici Italiani di Padova non dimenticano e non rinnegano la LORO battaglia contro la privatizzazione delle farmacie comunali», comunque proseguiva avanzando dubbi sulla possibilità di bloccare l'iter della vendita e concludeva con la preoccupazione di «esose richieste di risarcimento danni».

    Da sottolineare anche l'unico intervento giunto in appoggio a DS e Margherita da parte del segretario provinciale della CGIL Funzione Pubblica che ha sostenuto la tesi che privatizzate o pubbliche le farmacie comunali svolgerebbero alla fine dei conti le stesse identiche funzioni.
    Un intervento da ricordare perché si è trattato anche dell'unico intervento neoliberista della serata arrivando a sostenere che «gli investimenti privati potrebbero permettere la creazione di una officina galenica per la produzione di farmaci generici non coperti da brevetto» (!!!).

    L'assemblea è stata conclusa da Aurora D'Agostino che ha proposto la costituzione di una commissione comunale aperta alla cittadinanza che in uno o due mesi arrivi a valutare la praticabilità di un blocco dell'appalto delle farmacie.

    Fin qui la cronaca a cui è necessario però aggiungere alcune brevi considerazioni.

    La prima è che se lo SDI si è fatto di nebbia anche DS e Margherita non hanno corso rischi di sovraesposizione e hanno lasciato la patata bollente in mano ai soli Bortoli e Pipitone tenendo il sindaco, il vicesindaco, gli altri assessori e gli altri consiglieri a distanza di sicurezza da un incontro pubblico giudicato evidentemente a rischio di sputtanamento.

    La seconda è che è che a parte piccoli dettagli nulla di nuovo è stato detto che non fosse già stato riportato pubblicamente dai giornali.
    In particolare la posizione di DS e Margherita rimane quella di prima, nettamente a favore della privatizzazione e saldamente barricata nella trincea delle preoccupazioni legali.

    Si è trattato infine di una assemblea per addetti ai lavori, nel senso che la maggioranza dei partecipanti era costituita da militanti di partiti politici e la quasi totalità degli interventi è stata fatta a nome di partiti politici.

    E' stata quindi una iniziativa utile a fare il punto della situazione, o meglio per verificare che la situazione all'interno del centrosinistra è esattamente quella che si era intuita leggendo le dichiarazioni sui giornali locali, ma una vera discussione sulla questione della privatizzazione delle farmacie comunali con i cittadini di Padova è ancora tutta da costruire.

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