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Nell’Emilia terremotata si sente una gran puzza di...campagna elettorale.

(19 Gennaio 2013)

emiliaterremot

Sabato 19 Gennaio 2013 02:15

Il nuovo anno per l’Emilia terremotata si è aperto con un rincorrersi di voci e dichiarazioni che puntano a reclamare il 100% del rimborso (invece che l’attuale 80%) per chi ha subito danni alla prima casa a causa del sisma, voci confermate da un emendamento votato dal Senato che ha approvato il 100% ma senza aggiungere fondi.

La prima considerazione che viene da fare è che i comitati non sono pazzi e che le rivendicazioni espresse dai terremotati non erano favole campate in aria o capricci, come molti hanno provato a far credere, bensì richieste tanto legittime quanto indispensabili per far ripartire un territorio ancora in ginocchio, dove pare che il tempo si sia fermato a quel 20 maggio.

Dopodichè, pur accogliendo positivamente le dichiarazione e il voto sul 100% di buona parte dell’entourage PD, compreso Errani, sorge spontanea la domanda sul perché fino ad ora tutti i protagonisti istituzionali di questa vicenda abbiano passato sette mesi ad elogiare il loro operato e a dire che l’80% sarebbe stato un ottimo risultato, visto il momento di crisi che l’Italia sta attraversando, e che comunque la macchina per la ricostruzione era stata ben congegnata, per cui non ci sarebbero stati problemi. Ad essere precisi, qualcuno (come l’Assessore Regionale Muzzarelli, braccio destro del Commissario Errani) si era spinto persino oltre, tanto da sostenere, ad una iniziativa pubblica, che il rimborso dell’80% sarebbe stato la soluzione migliore, in quanto a causa degli sgravi fiscali si sarebbe rischiato addirittura di superare il 100%, incorrendo nel conseguente richiamo della UE. Non serve sottolineare che si sia usata un’argomentazione talmente fantasiosa da rendere difficile ogni commento.

Per cui ciò che si legge in questi giorni sui giornali, cioè l’effettiva esigenza di un rimborso totale, va a smentire tutta quanta la campagna mediatica orchestrata in questi mesi da Errani & Co e dà ragione a quanti hanno sollevato fin dalle prime ordinanze diversi dubbi, sia sul quadro normativo sia sui fondi a disposizione. Del resto, come è spesso accaduto, è stata la realtà dei fatti a smentire le promesse. E infatti, al momento sono poche le domande di contributi pervenute ai Comuni del cratere e pochissime quelle accettate (si parla di una sessantina, che è una cifra irrisoria considerando i danni provocati dal Sisma), segnale inequivocabile delle enormi lacune del sistema messo a punto dal Commissario.



Tuttavia, conoscendo la situazione vissuta in questi mesi, ci coglie un pò di sorpresa questo repentino cambio di rotta, tanto che il pensiero va immediatamente alle elezioni politiche di febbraio e al conseguente inizio della campagna elettorale.


Già nelle settimane precedenti le primarie avevamo assistito al solito carosello di promesse, culminate con le parole di Bersani a Novi pochi giorni prima del voto, ma probabilmente anche il risultato delle Parlamentarie PD ha indotto i vertici del partito a qualche riflessione. Da un lato sorprende il fatto che la quasi totalità delle candidature espresse dalla segreteria siano state bocciate dalla base, ma oltre a questo si è aperta un’accesa polemica sul fatto che il territorio della Bassa non avrà nessun candidato eleggibile, nonostante tutti gli eletti alle parlamentarie del Pd si siano nuovamente eretti a paladini dei terremotati emiliani. In realtà, si era candidata la parlamentare uscente Ghizzoni, che nel mese di dicembre era finita più volte sulle cronache locali come paladina dei diritti dei terremotati sul tema del rinvio del pagamento delle tasse: una battaglia assolutamente persa, in quanto il rinvio parziale è arrivato quando le trattenute in busta paga erano già state fatte. E’ quindi possibile affermare che la sconfitta della Ghizzoni sia frutto degli scarsi risultati ottenuti in rapporto alle promesse fatte, segnale che i cittadini sanno leggere i dati concreti al di là della solita macchina propagandistica che per l’ennesima volta ha provato a raccontare favole.

Inoltre, leggendo bene l’emendamento passato al Senato, si può vedere come venga sottolineato che non ci sarà un aumento dei fondi da utilizzare per l’indennizzo! Ciò apre una forte contraddizione: se le stime dei danni parlano di 12-15 Miliardi come fanno a bastare quelli stanziati fino ad ora (circa 9 Miliardi) per coprire il 100%? E allora la puzza di campagna elettorale si fa ancora più forte...


D’altra parte, ci sembra molto difficile che la governance regionale abbia improvvisamente smentito quello che fino a poco fa era il suo cavallo di battaglia (la perfezione strategica dell’80%!) e, tenendo conto che il cratere sismico rappresenta un grande bacino elettorale, i nostri dubbi non fanno che aumentare.


C’è da aggiungere che l’ottenimento del 100% sarebbe un ottimo risultato ma comunque parziale, in quanto rimangono parecchie questioni irrisolte in merito alla burocrazia, ai tariffari regionali, alla perdita del diritto al rimborso in caso di errori dei tecnici, al fatto che i sei miliardi stanziati vadano a coprire solo la metà dei danni stimati. Così, queste ed altre criticità presenti nelle normative ci portano a dire che, pur vincendo l’importante battaglia del 100%, il risultato finale è ancora molto lontano. Non dimentichiamo poi che l’emendamento presentato dall’On. Barbolini dovrà essere confermato dalla Camera prima dello scioglimento del Parlamento e, pure in quel caso, ci sarebbero comunque da modificare tutte le ordinanze finora emesse per regolare la questione. In altre parole, i proclami di questi giorni sono molto lontani dall’ottenimento effettivo di un rimborso totale.

Rimane comunque da elogiare il ruolo che i comitati hanno avuto in questi mesi e la loro capacità di contrastare la massiccia macchina propagandistica del PD. Costoro, tramite un lavoro incessante fatto di mobilitazioni e assemblee controinformative, hanno contribuito a far prendere coscienza di tutte le problematiche sviluppatesi nella fase post-terremoto ai cittadini della Bassa, i quali conseguentemente hanno legittimato i comitati stessi a farsi portavoce delle rivendicazioni del territorio.

Alla luce di quanto evidenziato, bisogna essere coscienti di come la battaglia per i diritti dei terremotati sia ancora lunga e che proprio ora si debba alzare la voce ancora più forte, dato che la governance mostra le prime crepe e si rende disponibile ad aperture solo in apparenza. Continuare a credere alle promesse sarebbe un grave errore, soprattutto in questa fase di campagna elettorale, così come sarebbe un errore stare fermi ad aspettare che qualcosa si muova, perché in questi mesi abbiamo capito che solo con momenti di lotta partecipati e condivisi si ottengono risultati.


E’ quindi ora di mobilitarsi un’altra volta, per rivendicare una ricostruzione reale ed efficace nell’interesse dei terremotati, che non stia solo nelle parole dei politici e negli articoli dei giornali.

Infoaut

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