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Un piromane si aggira per l'Europa

Un piromane si aggira per l'Europa

(7 Maggio 2010) Enzo Apicella
L'agenzia di rating Moody's, la stessa che consigliava di investire in Lehman Brothers, soffia sul fuoco della crisi europea e invita a disinvestire in Grecia, Portogallo e Italia

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«In 4 anni persi oltre 500mila posti»

(19 Gennaio 2013)

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Alla vigilia dello scoppio della Grande Crisi, nel 2008, il tasso di occupazione in Italia era del 59%, pari a 23.518.000 persone: oggi la percentuale è del 56.9%, pari a 22.951.000 di occupati. In quattro anni di crisi, dunque, l'Italia ha perso ben 567.000 occupati. Lo segnala un'analisi dell'Osservatorio Cig-Occupazione della Cisl che sottolinea come i dati Istat del terzo trimestre 2012 rispetto al terzo trimestre del 2008, evidenzino un netto peggioramento dello scenario. «Infatti - spiega la Cisl - la stabilità del numero di occupati non può considerarsi un segnale di uscita dalle criticità, essendo dovuta all'aumento degli occupati con almeno 50 anni, a sua volta provocato dalla forzata permanenza al lavoro per via delle riforme pensionistiche» (merito del ministro Fornero).
A tale fenomeno corrisponde il calo di occupati delle fasce di età inferiori, soprattutto i più giovani (come volevasi dimostrare). Gli effetti della crisi - continua l'analisi del sindacato - si mostrano anche nella riduzione del lavoro a tempo indeterminato, mentre crescono i dipendenti a termine ed i collaboratori, e nella riduzione del tempo pieno con contestuale aumento del tempo parziale involontario. Come dire che senza lavoro flessibile e part time il calo dell'occupazione sarebbe ancora maggiore; la Cisl, inoltre, segnala che è ancora il settore industriale a mostrare chiari segnali di sofferenza. Non basta: dicembre 2012 si è chiuso con ben 86,5 milioni di ore autorizzate di cassa integrazione, che portano il totale, per tutto il 2012, a qualcosa come 1,09 miliardi contro i 973,2 milioni del 2011: il 12,1% in più. Con i dati definitivi del 2012 le ore di cassa integrazione si attestano intorno al miliardo per il quarto anno consecutivo, corrispondenti a circa 500.000 lavoratori mediamente coinvolti ogni anno. Rispetto ai valori pre crisi (2007) nel periodo 2008-2012 ci si assesta così su livelli di circa sette volte superiori. Il settore più in sofferenza è certamente il commercio, mentre l'area geografica più penalizzata è il Centro Italia.

liberazione.it

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