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    Sfratti, affitti al nero e prepotenze: un'altra storia livornese

    (20 Gennaio 2013)

    sfrattocaramba

    Sabato 19 Gennaio 2013 14:07

    La storia che stiamo per raccontare agli occhi di un lettore qualunque potrebbe sembrare al limite del surreale e in effetti lo è. Il problema è che in questi mesi di emergenza abitativa diffusa, casi di questo tipo probabilmente ne esistono molti.

    Nello specifico gli avvenimenti sono al momento oggetto di un'indagine da parte delle forze dell'ordine. Ci limiteremo a raccontare il punto di vista dell'inquilino, di cui abbiamo seguito le vicissitudini, consapevoli del fatto che nonostante i legittimi dubbi (che è sempre giusto avere) nei casi di controversie legate ad un rapporto di locazione, specie in un momento di crisi, non sempre il proprietario si trova in una posizione subalterna rispetto all'inquilino.

    Questa racconto dimostra in maniera lampante di come a volte sia effettivamente il contrario è cioè che le leggi vigenti e soprattutto chi dovrebbe farle rispettare prediligono una categoria rispetto ad un'altra.
    Stiamo parlando di una famiglia normale, una ragazza, suo marito e una bimba piccola che decidono di cambiare casa. Dopo aver letto un annuncio di una agenzia immobiliare fissano un appuntamento per vederne una. La nuova abitazione non è grandissima ma alla fine la famiglia in questione decide di prenderla in affitto: 600 Euro per due camere, bagno e cucina.

    Sembra tutto normale ma purtroppo non lo è. Come di consueto l'agenzia percepisce una mensilità (probabilmente al nero), il proprietario due mesi di deposito ma al momento di fare il contratto, invece del solito 4+4 o transitorio viene proposto un comodato a titolo gratuito. Dal 2009 il locatore percepisce 600 Euro al nero con un contratto fittizio e un accordo formale in cui si chiedeva un mese di preavviso prima di rilasciare l'immobile.

    Dopo qualche tempo la coppia entra in crisi e il marito va via di casa , a questo punto il proprietario si presenta e chiede di rientrare in possesso dell'appartamento entro un mese. La ragazza, da parte sua, chiede spiegazioni in quanto nonostante il nucleo familiare fosse cambiato l'affitto veniva pagato regolarmente.
    La risposta è molto semplice: "Sei sola, hai un lavoro precario, sicuramente non sarai in grado di pagare...". Viene proposto un accordo, un contratto regolare (e quindi la possibilità di accedere al contributo all'affitto) e la garanzia di riuscire a pagare tutti i mesi. Anche in questo caso la risposta è un secco No.

    La ragazza si rivolge al comitato casa dell'ex Caserma. Le viene consigliato di denunciare il proprio affitto al nero all'agenzia delle entrate per poter avere un vero contratto in automatico ad una cifra molto più bassa. Naturalmente il locatore non ha mai rilasciato ricevute ma in questo caso potrebbe bastare un testimone.
    Arriva il secondo problema. L'immobile risulta al catasto edificio rurale, non è possibile calcolare la nuova cifra, inoltre l’onesto proprietario è residente proprio in quella casa pur non avendo nulla di personale all'interno e non avendoci mai vissuto.

    Mentre le pratiche vanno avanti la situazione degenera. L'affittuario inizia a minacciare, dice che se entro qualche giorno l'appartamento non fosse stato liberato sarebbe entrato e l'avrebbe buttata fuori.
    L'inquilina che intanto aveva smesso di pagare (aveva comunque 2 mesi anticipati) si rifiuta di uscire ed un giorno, l'onesto signore, si presenta di fronte alla casa, mentre all'interno si trovavano lei insieme alla figlia piccola e dopo aver urlato minacce varie, spacca una finestra .
    Lei impaurita telefona ai parenti e ad alcuni membri del comitato chiedendo aiuto. Tutti consigliano di avvertire immediatamente i carabinieri. E' palese che una persona, per quanto proprietaria dell'immobile, non può certo comportarsi in questa maniera. Arrivano le forze dell'ordine e invece di intervenire con decisione iniziano un lavoro di "mediazione" che si conclude con il riconoscimento del diritto del proprietario a riavere l'alloggio e ad un rinvio di qualche giorno dello sfratto "fai da te".

    La ragazza si reca dalla guardia di finanza e denuncia formalmente il rapporto di locazione non regolare e si reca da un avvocato. Le viene detto che, in caso non venga accettata la proposta di un contratto normale ci sono tutti i margini per intentare una causa e vincerla. I tempi sono chiaramente lunghi. L'avvocato, come vuole la prassi contatta il proprietario ma lo stesso con arroganza risponde che non ci sono margini di trattativa. La famiglia deve uscire.

    A detta del locatore il nuovo sfratto verrà eseguito domenica 20 Gennaio intorno alle 16 quando lui stesso farà personalmente "visita" agli inquilini per pretendere il rilascio dell'immobile.

    A questo punto sono doverose alcune riflessioni. Anche ammettendo che la ragazza abbia mentito e cioè che nessun affitto al nero è stato mai pagato, è possibile che un proprietario possa buttare fuori di casa una famiglia personalmente senza far partire nessuna pratica legale? E' possibile che le forze dell'ordine non abbiamo la capacità, o meglio, la volontà di intervenire? A chi si deve rivolgere una persona in questi casi?

    Domenica è previsto un picchetto da parte del comitato diritto alla casa dell'ex Caserma. Sara un picchetto "sui generis" in questo caso ma in attesa che qualcuno intervenga forse sarà l'unica maniera per difendere un proprio diritto o almeno per renderne pubblica questa grave violazione.

    Domenica 20 gennaio ore 15 Picchetto antisfratto. Via della Valle Benedetta (vicino al panificio Santini)

    19 gennaio 2012

    Senza Soste

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