Capitale e lavoro :: No alle privatizzazioni

Il dibattito sulla svendita delle farmacie comunali promosso dai Verdi e da Rifondazione comunista

Un breve resoconto informativo, scritto insieme da Verdi e Rifondazione

(13 Settembre 2004)

Venerdì sera i gruppi consigliari dei Verdi e di Rifondazione comunista hanno promosso un dibattito pubblico sulla discussa questione delle farmacie pubbliche.

L'amministrazione Destro aveva deciso di costituire una società per azioni denominata "Farmacie comunali di Padova" allo scopo di gestire le sei farmacie comunali e i servizi connessi, aprendo ai privati la partecipazione a tale società per il 75% del suo valore e bandendo la conseguente gara per assegnare al miglior offerente tale partecipazione. La gara già conclusa, ma la dichiarazione del vincitore non ancora avvenuta, pur essendo noti i soggetti vincitori (Farmacoop e Banca Etica).

Non si trattato quindi della semplice trasformazione aziendale di un servizio gestito in economia, scelta condivisa e in linea con la normativa, ma di una vera e propria privatizzazione che avrebbe portato denaro contante al Comune, ma una posizione minoritaria sia nella definizione del piano industriale di sviluppo che nella distribuzione degli utili di gestione. Una scelta questa molto contestata dall'allora gruppo di opposizione in Consiglio comunale.

I Verdi e Rifondazione hanno proposto di fermare il processo oramai in fase di conclusione, per consentire all'attuale maggioranza di centro sinistra di modificare le scelte e poter far prevalere la linea già elaborata l'anno scorso dai banchi dell'opposizione. E questo anche per dare attuare le linee programmatiche presentate ai cittadini in sede di campagna elettorale dalla coalizione che ha sostenuto il sindaco Zanonato.

Durante il dibattito tutti i gruppi presenti, i Comunisti italiani, la lista Padova per Padova, l'Italia dei valori hanno aderito alla proposta, richiamando fortemente le linee programmatiche, ma i Democratici di Sinistra, per la voce dell'assessore Bortoli e la Margherita, per la voce del capogruppo Pipitone, pur aderendo al principio sostenuto dai Verdi e da Rifondazione, esprimono seri dubbi sulla possibilità di sospendere l'aggiudicazione, asserendo che un'interruzione provocherebbe soltanto dei danni immediati. In alternativa invocano le facoltà del Comune di operare attraverso gli strumenti del "contratto di servizio" che assegna al Comune stesso la facoltà di vigilare sull'operato della nuova società.

L'ampio dibattito, seguito da circa cento persone in sala Anziani, ha messo in luce l'importanza delle farmacie come servizi dentro il sistema sanitario per una politica di benessere della città, invocando una svolta significativa in tale direzione, per valorizzare un servizio percepito erroneamente come semplice esercizio commerciale.

Alla fine i capigruppo dei Verdi D'Agostino e di Rifondazione comunista Beltrame hanno proposto di chiedere al Consiglio comunale la costituzione di una commissione speciale per l'esame approfondito dei fatti, per poter dare la facoltà all'attuale consiglio di esprimersi in ordine a tali scelte, specialmente per quanto riguarda la quota (maggioritaria) di partecipazione privata, che tradirebbe la finalità originaria e ancora attuale delle farmacie comunale, un patrimonio da tutelare e sviluppare con nuova intelligenza dentro il sistema integrato dei servizi sociali e sanitari.

La commissione speciale avrà anche la possibilità di sentire la voce e il parere dei cittadini attraverso apposite iniziative di partecipazione promosse dai Quartieri, dando voce effettiva alle pi di tremila firme raccolte già l'anno scorso, in opposizione alle scelte effettuate dalla giunta di centro destra.