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Giorno della memoria

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(27 Gennaio 2012) Enzo Apicella

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    Valle del Giordano, nuove demolizioni

    (4 Febbraio 2013)

    A gennaio 2013 massicce demolizioni hanno colpito la parte settentrionale di una delle aree più fertili e ricche di risorse idriche di tutte la Cisgiordania

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    Ayman e le sue figlie nel villaggio di Al-Jiftlik (Foto: Marta Fortunato)

    Di Marta Fortunato

    Al-Jiftlik, 04 febbraio 2013, Nena News - Ayman ha lo sguardo sconvolto e sconsolato, gli occhi tristi che non riescono a distogliersi dalle rovine di quella che fino a poche ore prima era la sua casa. "Sono arrivate qui di mattina, 15 jeep militari hanno circondato la casa e dichiarato l'area zona militare chiusa" racconta a Nena News. " Ero al lavoro, sono subito tornato a casa, non ci volevo credere". In pochi minuti i bulldozer israeliani hanno demolito la casa di Ayman e quella del fratello, lasciando senza un tetto sotto la testa 16 persone, tra cui 12 bambini. Accanto alle macerie ci sono alcuni mobili che le famiglie son riuscite a salvare, una televisione, un'antenna satellitare, qualche oggetto personale. "Stiamo costruendo una nuova struttura per la notte. Quale altra scelta abbiamo?".

    Poco meno di un anno fa Ayman aveva vissuto lo stesso identico dramma. Una mattina di marzo i bulldozer israeliani avevano demolito la casa dove viveva da anni con la moglie e i suoi sei figli. Da quel momento aveva cominciato a costruire un'altra struttura prendendo in prestito 20000 shekel (l'equivalente di 4000 euro). "A settembre le autorità israeliane mi hanno consegnato un ordine di stop dei lavori. Io ho smesso di costruire ma la mia casa non è stata risparmiata" continua l'uomo.

    La drammatica storia di Ayman non è un caso isolato. E' la storia di centinaia di migliaia di palestinesi che vivono in area C, il 60% della Cisgiordania che è sotto il totale controllo israeliano. In quest'area è vietato costruire senza un permesso concesso dall'Amministrazione Civile Israeliana (ACI). Tuttavia ottenere un permesso è praticamente impossibile: secondo i dati dell'ACI, dal 2001 al 2008 il 94% delle richieste è stato rifiutato. Ai palestinesi in queste aree non resta altra scelta se non quella di costruire in modo "illegale", vivendo col costante rischio che la propria casa venga demolita.

    In particolare a gennaio 2013 una delle aree maggiormente prese di mira dalle demolizioni da parte dell'esercito israeliano è stata la Valle del Giordano. Quest'area è una delle più strategiche di tutta la Cisgiordania, molto fertile e ricca di risorse idriche, un'area che dal 1967 Israele ha cercato di annettere tramite la costruzione di colonie israeliane e la creazione di riserve naturali e di zone militari chiuse. Oggi oltre il 90% della Valle del Giordano si trova in area C ed è di fatto inaccessibile alla popolazione palestinese.

    La comunità di Hammamat Al-Maleh si trova nella parte settentrionale della Valle del Giordano ed è abitata da alcune comunità beduine che vivono principalmente di pastorizia. Nell'arco di una sola settimana (17 - 24 gennaio 2013) un'ondata di demolizioni ha colpito questa piccola comunità. Le autorità israeliane hanno demolito 24 strutture residenziali, 20 baracche per animali, 4 cucine e due autobotti per l'acqua lasciando 60 persone, tra cui 36 bambini, senza un posto dove dormire. Questa volta non sono state risparmiate nemmeno le tende fornite dalle organizzazioni umanitarie. Il giorno dopo la massiccia demolizione, l'esercito israeliano è tornato nel villaggio distruggendo 37 tende di prima emergenza fornite da ong internazionali. Due giorni dopo un gruppo di coloni, scortati dall'esercito, ha visitato e fatto foto dell'area. "Lo scopo di Israele è quello di mandarci via da qui" racconta Abu Mohammad, uno dei residenti di Hammamat Al-Maleh. "Non abbiamo nè acqua né elettricità, siamo completamente isolati dal resto della Cisgiordania, non abbiamo spazio per far pascolare le greggi, le nostre tende vengono distrutte. Quale sarà il nostro futuro?".

    Nena News

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