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Ahmadinejad in Egitto, la prima visita in 34 anni

(5 Febbraio 2013)

Per la prima volta dalla rivoluzione islamista del '79, un presidente iraniano vola al Cairo. Obiettivo, riallacciare le relazioni con il nuovo Egitto a guida islamista.

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dalla redazione

Roma, 5 febbraio 2013, Nena News - Il presidente iraniano vola in Egitto e pone fine così a 34 anni di ostile indifferenza. Dal 1979 Egitto e Iran, due potenze regionali dalla diversa visione politica e diplomatica, avevano tagliato i ponti: con la visita di oggi del presidente Ahmadinejah al Cairo i due Paesi riprendono un dialogo interrotto dalla rivoluzione islamica di Khomeini.

Ahmadinejad, accolto stamattina all'aeroporto dal presidente Morsi, vedrà anche il Mufti Ahmad el-Tayyeb (capo religioso dell'istituto sunnita Al Azahr) e prenderà parte alla conferenza dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica. "Voglio provare a costruire un percorso verso la cooperazione con l'Egitto - ha spiegato il presidente iraniano alla stampa - Se Teheran e il Cairo guardano nella stessa direzione sulle questioni regionali ed internazionali, molte situazioni possono cambiare".

Un riferimento, forse, alla guerra civile siriana: mentre l'Iran appoggia strenuamente il regime di Bashar al-Assad, l'Egitto ha più volte chiesto la caduta dell'attuale presidente, aderendo alle posizioni di Turchia, Qatar e Arabia Saudita, Paesi con cui da tempo Teheran è in aperto conflitto.

Ma non solo: a dividere i due Paesi anche i rapporti esterni, in particolare con gli Stati Uniti d'America, acerrimi nemici di Teheran dal 1979. Dall'altra parte, dopo aver considerato per anni i Fratelli Musulmani alla stregua di un'organizzazione terroristica, a seguito dell'inaspettata caduta dell'alleato di ferro Hosni Mubarak, l'amministrazione di Washington ha messo da parte le vecchie tensioni ed oggi fa accordi economici e politici con la Fratellanza.

Ad unire le due potenze il carattere islamista del nuovo regime egiziano, un potenziale strumento di dialogo che preoccupa non poco i Paesi del Golfo. "Le relazioni bilaterali egiziane con un qualsiasi Paese non metteranno in pericolo la sicurezza del Golfo", ha così tenuto a precisare Mohamed Kamel Amr, ministro degli Esteri egiziano. Ma sicuramente a spingere Ahmadinejad in Egitto è proprio la volontà di tessere una rete tra i Paesi arabi guidati da forze islamiste. E se il regime laico siriano dovesse cadere a favore delle opposizioni islamiste, si verrebbe a creare un blocco religioso nel mondo arabo, con le tre principali potenze regionali governate da regimi non più secolari.

Nena News

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