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L'Italia tripudia la guerra

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(5 Novembre 2010) Enzo Apicella

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Forlì: 250 partecipanti al corteo a sostegno della resistenza irachena - per il ritiro delle truppe italiane.

(20 Settembre 2004)

Circa 250 partecipanti al corteo che ha sfilato Sabato 18 dal centro di Forlì fino alla caserma "De gennaro". Caserma da dove partono i soldati per le così dette "missioni di pace".

Una discreta partecipazione se consideriamo: i contenuti su cui era stata indetta fuori dal coro "buonista"- politicamente corretto ; il clima trasversale di una rinnovata "unità nazionale"; il silenzio della stampa locale e il boicottaggio (più o meno velato) dell'arcipelago "pacifista" che ha dimostrato, ancora una volta , la sua completa subordinazione ai partiti del centro-sinistra. Da rilevare le dichiarazioni di Cossutta ,fatte il giorno precedente sempre a Forlì, durante l'inaugurazione della nuova sede del PdCI, dove ha definito la resistenza irachena < terrorista e barbara> ( il lupo perde il pelo ma non il vizio da quando sosteneva che gli studenti in rivolta nel '77 andavano schiacciati come "pidocchi"). Tutto questo pochi giorni dopo il voto favorevole del Pdci e di Rif. Com al raddoppio del locale inceneritore.

Durante il corteo slogan anche contro gli amministratori locali della gloriosa "sinistra di governo" e tutto il suo codazzo di tecnocrati e managers per la vergognosa e criminale vicenda dei rifiuti tossici (cesio, mercurio diossina..) utilizzati nei campi come fertilizzanti e le varie tangenti degli imprenditori.

Bella la partecipazione delle compagne e dei compagni di Food NO Bombs che hanno inscenato una kermesse sulla guerra del petrolio.

Coraggiosa l'adesione dei verdi di Cesena in piena in contro-tendenza rispetto al grigiore opportunista del ceto politico locale "new global". Alla fine del corteo, davanti alla caserma "De gennaro", è stata bruciata una bandiera tricolore italiana con il fascio. Un gesto simbolico contro il ritorno di un neo-imperialismo italiano.

Questi alcuni degli slogan gridati :

- Tagli alla scuola tagli agli ospedali per pagare generali criminali
- La loro pace è solo violenza ora e sempre resistenza
- Silvio Corbari ce la insegnato la guerra partigiana non è reato
- Ma quale pacifismo ma quale non-violenza ora e sempre resistenza
- Dall'Iraq ai balcani via l'Italia e gli americani
- Caro bertinotti non lo scordare le truppe dall'Iraq se ne dovranno andare
- Camerata basco nero da Nassirya finisci al cimitero
- Ma quali soldati professionisti carne da uranio per gli imperialisti
- Bombardano e distruggono per il profitto resistere in Iraq è un diritto
- Ma quale sinistra ma che democrazia Massimo D'Alema sei un servo della CIA
- Bush Putin Berlusconi massacrano i popoli per contro dei padroni
- Salari da fame affitti da rapina l'Europa dei padroni ci porta alla rovina
- Ma quale esercito di professionisti scuola di assassini e di terroristi
- L'unico vero terrorismo sono le bombe dell'imperialismo
- Spese militari tagli ai servizi il Polo e l'Ulivo han gli stessi vizi
- Bush -berlusconi banda di assassini la resistenza non ha confini
- Bertinotti vuole governare in Iraq è pronto a restare
- La resistenza in Iraq non è terrorismo ma lotta contro l'imperialismo
- Guerra umanitaria Guerra infinita col Polo e l'Ulivo facciamola finita
- La mafia dell'Ulivo la mafia diessina prendon le tangenti ci danno diossina
- Mafia tangenti inceneritori in discarica gli amministratori
- Cesio mercurio diossina mafia dell'Ulivo mafia assassina


"Bisogna portare la guerra nei luoghi del nemico: a casa sua, dove si diverte. Renderla totale. Bisogna impedirgli di avere un solo istante di respiro, un minuto di sosta, fuori e persino dentro le sue caserme: attaccarlo ovunque sia. Farlo sentire una bestia braccata ovunque vada. Allora il suo morale cadrà. Si farà ancora più bestiale, certo, ma si noteranno i primi segni della inevitabile decadenza. [.] È una guerra lunga e, lo ripetiamo una volta di più, una guerra crudele. Che nessuno si illuda al momento di iniziarla, e che nessuno esiti ad iniziarla per paura delle conseguenze che potrebbe portare al suo popolo. [.] La nostra azione è tutta un grido di guerra contro l'imperialismo e un appello all'unità dei popoli contro il grande nemico del genere umano: Gli Stati Uniti d'America. E dovunque ci sorprenda la morte, sia la benvenuta, purché il nostro grido di guerra raggiunga chi è pronto a raccoglierlo e un'altra mano si tende ad impugnare le nostre armi e altri uomini si preparino ad intonare canti di lutto con il tambureggiare delle mitragliatrici e nuovi gridi di guerra e di vittoria."

Ernesto Che Guevara, La rivoluzione dei popoli oppressi, intervento per la
Tricontinental (1967)

Associazione Pellerossa Cesena

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