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No Austerity cresce

sala gremita per l'assemblea del 2 febbraio a Maranello

(8 Febbraio 2013)

naustcresc

La seconda assemblea del neonato Coordinamento No austerity si è svolta lo scorso sabato 2 febbraio a Maranello, in provincia di Modena, paese reso celebre dalla presenza dello stabilimento della Ferrari.
Un successo per questa iniziativa che, nata a metà dicembre con l'assemblea di Cassina de' Pecchi (Milano), continua a raccogliere adesioni nel mondo operaio e sindacale, in particolare tra le realtà più combattive che si sono affacciate alla lotta in questi ultimi mesi. Non a caso tra i relatori era presente Mohamed Arafat del Si Cobas, protagonista e portavoce della lotta portata avanti dai lavoratori delle cooperative di facchinaggio che lavorano in appalto per Ikea. Al tavolo dei relatori hanno partecipato la compagna Fabiana Stefanoni del Coordinamento nazionale No Austerity, Davide Molinari del Collettivo Autonomo Studentesco di Modena e Paolo Ventrella, delegato Fiom in Ferrari. La platea era straripante: quasi un centinaio i presenti arrivati da diverse realtà di lotta emiliane e soprattutto (ma non solo) dal nord Italia; molti hanno dovuto rimanere in piedi.
Nell'introduzione Fabiana Stefanoni ha ribadito come questo Coordinamento nasca dalla volontà di rispondere all’attacco frontale portato avanti dal padronato in questi mesi e dalla necessità di unire le lotte prescindendo dalle sigle sindacali e dalle diverse appartenenze.
A differenza della Grecia, dove gli scioperi generali sono all’ordine del giorno, in Italia siamo ancora in una fase in cui molte vertenze vengono portate avanti senza alcuna connessione tra loro. No Austerity vuole essere un punto di connessione di tutte quelle lotte e vertenze che sono in atto, o ci sono state, nonostante le burocrazie sindacali abbiano lavorato per spegnerle e frammentarle.
Anche Paolo Ventrella, della Fiom Ferrari, ha spiegato che è necessario coordinarsi non solo per portare avanti le lotte in modo unitario, ma anche per uscire dalle sabbie mobili della ricetta dell’austerità. Per questo No Austerity sostiene una piattaforma che abbia la forza di mettere in discussione il sistema economico in cui viviamo.
Quando tocca a Mohamed Arafat intervenire, i compagni presenti in sala vengono subito attratti dalla sua esperienza. Mohamed, lavoratore egiziano, ha parlato a nome del Coordinamento in sostegno alle lotte dei lavoratori delle cooperative. Arafat ha presentato la dura lotta nel mondo delle cooperative di facchinaggio che seguono in appalto i magazzini Ikea. Questa realtà è quella di un intero settore in cui lavorano perlopiù immigrati, un settore che comprende l’intero comparto nazionale legato alla logistica. Qui operano cooperative che gestiscono i magazzini e il movimento merci in appalto per i grandi nomi come Tnt e Gls, solo per citarne alcuni.
Mohamed, che lavora per Ikea tramite una coop in appalto, si è organizzato con i suoi compagni più combattivi nel Si.Cobas, piccolo sindacato forte nel settore. In questo modo, partendo da una situazione di assoluto ricatto e sfruttamento generalizzato, sono riusciti a mettere in difficoltà i padroni che li hanno sempre trattati alla stregua delle stesse merci che trasportano. Arafat ha spiegato che la loro forza è stata quella di mettere in campo forme di lotte alternative rispetto allo sciopero-passeggiata che contraddistingue i sindacati confederali. I lavoratori, non accettando nessun compromesso al ribasso e non piegando la testa di fronte alle minacce, hanno risposto con il blocco dei camion davanti i cancelli impedendo così la circolazione delle merci. Anche se inizialmente la lotta era basata su una mera rivendicazione salariale, si è andati oltre chiedendo la reale applicazione del contratto collettivo nazionale, ma è a questo punto che i lavoratori si rendono conto che quel contratto non è nemmeno il sogno che si aspettavano. In ogni caso la lotta è andata avanti e si è protratta per tre mesi con un presidio che partiva dalle 5 di mattino e continuava fino a sera. Solo con questa lotta ad oltranza, oggi, i lavoratori della logistica hanno conseguito importanti risultati. È stata rilevante anche l’unità che si è creata tra lavoratori nativi e immigrati: solo così, tutti uniti, i lavoratori delle cooperative hanno ottenuto il reintegro dei compagni iscritti al sindacato che erano stati allontanati dal padrone.
Ma la lotta nei magazzini Ikea è stata vinta anche grazie alla rete di solidarietà che si è creata intorno alla vertenza: Arafat ha sottolineato a sua volta l'importanza di un più stretto coordinamento delle lotte dei lavoratori di diversi settori, ma anche del supporto e della solidarietà ricevuta dagli attivisti del mondo studentesco e da alcune organizzazioni politiche (ricordiamo che le sezioni limitrofe del Pdac hanno portato la loro solidarietà fattiva e militante).
Dopo Arafat è stato il turno di Davide Molinari in rappresentanza del Collettivo Autonomo Studentesco di Modena: la parola d’ordine è l’unità tra studenti e lavoratori, concetto ribadito anche nel dibattito con i partecipanti all’assemblea e con l’ordine del giorno votato in conclusione dall’assemblea che appoggia la mobilitazione studentesca del prossimo 15 febbraio. I collettivi studenteschi si sono mossi in questi mesi per appoggiare le iniziative di lotta dei lavoratori delle cooperative ma non solo. Gli studenti si pongono l’obiettivo di generalizzare i conflitti e diffondere esperienze esemplcari come quella della lotta in Ikea. È per questo che negli ultimi tempi gli studenti non si sono occupati solo dei problemi dell’istruzione pubblica ma sono andati oltre, contrastando in prima persona le politiche di rigore e di tagli a tutti i servizi pubblici e più in generale le politiche del governo Monti e della Troika. Un modello da seguire è quello della Val di Susa che da anni lotta contro il Tav senza cedere di un passo, allo stesso modo deve proseguire la battaglia degli studenti.
Prima di aprire il dibattito, Fabiana Stefanoni ha evidenziato l'importanza di No Austerity e della giornata del 2 febbraio a Maranello, denominata "No padroni day": l’assemblea è stata ispirata da un orizzonte opposto a quanto è avvenuto, nei giorni precedenti, a Grugliasco, dove i padroni (Marchionne e Montezemolo) sono stati applauditi dagli operai, sollecitati dai dirigenti della Fiom. A Maranello, invece, i lavoratori contrastano i padroni perché No Austerity propone un programma di classe consapevole degli interessi contrapposti tra padroni e lavoratori.
Fin qui gli interventi dal tavolo dei promotori dell’assemblea. Poi il dibattito, lungo e vivace, ha visto avvicendarsi al microfono una ventina tra compagne e compagni che hanno dato il proprio sostegno aderendo in pieno o aprendo una collaborazione (salvo un unico distinguo) con il Coordinamento No Austerity. Tra gli altri hanno preso la parola gli operai della Ferrari, membri del direttivo della Cub di Vicenza, compagni del Coordinamento Migranti di Verona, attivisti Fiom di varie città, lavoratori della Maserati e della Fiat Cnh di Modena, attivisti della Rete 28 aprile, studenti del Collettivo Studenti Scuola Pubblica di Vicenza, altri operai Fiom e Cub di Bergamo e di Parma. Presenti in sala anche compagni in rappresentanza del movimento antagonista fiorentino (a cui No Austerity ha proposto un percorso di collaborazione), compagni del movimento antagonista modenese (Centri sociale Guernica e Libera), operai dell'Acciaieria Arvedi di Cremona.
Il distinguo di cui si parlava è relativo al circolo di Rifondazione Comunista di Modena che ha partecipato per esplicitare la propria intenzione di non aderire a No Austerity, questo per "divergenze politiche" (che non sono state né indicate né argomentate) con i promotori. In ogni caso ai compagni del Prc di Modena è stato chiesto in vari interventi di mettere da parte atteggiamenti di chiusura e di portare invece il loro contributo alla costruzione di No Austerity. Adriano Lotito, intervenendo a nome del Pdac (che ha confermato il proprio convinto sostegno a questa esperienza controcorrente), ha auspicato che oltre all'adesione in continua crescita di singoli attivisti di movimento, politici e sindacali, e di lavoratori, il successo di adesioni di tante realtà di lotta possa servire a convincere intere organizzazioni sindacali combattive e altri partiti che si richiamano al movimento operaio ad aderire e sostenere No Austerity per svilupparlo sull'intero territorio nazionale. Per quanto riguarda il Pdac, pur non pensando che si debba né si possa rimuovere le differenze che ci sono tra diversi soggetti politici e sindacali, riteniamo, ha spiegato Lotito, che sia necessaria una convergenza su una piattaforma unitaria di lotta, come è quella sostenuta da No Austerity, in cui, nella piena democrazia del dibattito, ciascuno porti la propria posizione.
Concluso il dibattito, prima di approvare alcuni ordini del giorno proposti dalle realtà presenti in sala, l’assemblea ha deciso all’unanimità di: organizzare la prossima assemblea di No Austerity ad Avellino, insieme con gli operai della Fiat-Irisbus e con le realtà di lotta (operaie, studentesche e di movimento) del territorio campano e del sud; portare sostegno e solidarietà attiva alle iniziative di lotta dei lavoratori delle cooperative, sia partecipando ai picchetti e alle manifestazioni che verranno organizzati nei prossimi mesi sia sostenendo la cassa di resistenza per le lotte delle cooperative. Infine sono stati votati vari ordini del giorno di solidarietà con la lotta dei lavoratori del gruppo Fiat di Modena; con gli operai della cartiera Burgo di Mantova (che rischiano il licenziamento di massa); con gli immigrati terremotati della zona modenese, privati di tutto, dal lavoro alla casa. Un ultimo ordine del giorno ha confermato il sostegno e la partecipazione alla mobilitazione studentesca nazionale del prossimo 15 febbraio.

Davide Primucci - Partito di Alternativa Comunista

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