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19/02 - CLAMOROSO FIASCO DELLE MANIFESTAZIONI CONTRO LE FARC E LA PACE IN COLOMBIA

(21 Febbraio 2013)

fiascobogota

L'ultima volta che il regime colombiano cercò di manipolare la piazza contro l'insorgenza rivoluzionaria fu un fallimento su tutta la linea. Era il novembre del 2011, e dopo la consueta campagna di preparazione martellante, gli organizzatori, appoggiati e finanziati dal governo, subirono un vero smacco, che poneva in evidenza come il discorso manipolatore e falso che accompagna la politica militarista non fa più presa nella società colombiana.

A Bogotà, città di circa sei milioni di abitanti in cui fu convocata la manifestazione principale, si concentrarono poche centinaia di persone. L'atteggiamento imbarazzato dei mezzi di comunicazione oligarchici che sostenevano la mobilitazione ha finito per coprire di ridicolo l'iniziativa.
Il 15 febbraio scorso ci hanno riprovato, ma è stato addirittura peggio. Completamente vuote tutte le piazze convocate nel paese, a Bogotà i tre cortei organizzati, una volta confluiti in piazza Bolívar, hanno riunito due o tre decine di persone sotto un gazebo, a Medellín meno di una decina; la notizia è sparita dai quotidiani che fino al giorno prima annunciavano in pompa magna l'appuntamento, le dirette dalle piazze non mostravano immagini e le fotografie del concentramento non venivano diffuse da nessuno, salvo qualche scorcio apparso sul quotidiano Semana, da cui si può apprezzare come nel momento di massimo afflusso fossero presenti una trentina di sfigati.
Il truculento Herbin Hoyos, conduttore del programma “Voci del sequestro”, strumento di diffusione delle menzogne del regime che conduce una feroce campagna per non chiamare “prigionieri di guerra” i militari e i poliziotti catturati in combattimento dalla guerriglia, guidando le truppe della falsa informazione nel considerarli incredibilmente come dei “sequestrati”, ha letto il suo velenoso documento di fronte ad una piazza vuota. Il tutto nel giorno in cui, con l’ennesimo gesto di buona volontà, le FARC consegnavano unilateralmente alla commissione di Colombiani per la Pace e della Croce Rossa due poliziotti recentemente fatti prigionieri nello svolgimento di operazioni controinsorgenti.
A quando un vero, civile e sacrosanto scambio di prigionieri tra le parti belligeranti, così come previsto dalle convenzioni di Ginevra per i conflitti interni ad un paese, che possa rendere giustizia ai 9500 prigionieri politici e di guerra che marciscono nelle infernali carceri colombiane?
A quando un cessate il fuoco bilaterale che favorisca il processo di dialogo in corso all'Avana tra i rappresentanti delle FARC-EP e la delegazione del governo colombiano?
Il prossimo 9 aprile a Bogotà si vedrà il volto della vera Colombia, popolare e decisa a voler partecipare alla vita politica da cui è sempre stata esclusa dall'oligarchia colombiana, che nell'anniversario dell'assassinio di Jorge Eliécer Gaitán, si mobiliterà in una prova di forza a sostegno del dialogo con l'insorgenza e a favore della pace con giustizia sociale.
La differenza tra la “piazza della pace” del prossimo 9 aprile e quella della guerra di ieri, sarà davanti agli occhi di tutto il mondo, compresi quelli dei “distratti” commentatori anti-FARC nostrani, che sprecano inchiostro e danno aria alla bocca ripetendo come pappagalli la propaganda bellica del governo colombiano.

Associazione Nazionale Nuova Colombia

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