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Psicocomunista

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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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    LA LOTTA POLITICA URGE
    ANCHE DENTRO IL MOVIMENTO OPERAIO!

    (22 Febbraio 2013)

    Editoriale del n. 2, anno I, di Alternativa di Classe

    Il compito immediato dell'organizzazione di classe oggi si chiama: superamento della passività. La passività di massa segue sempre o una sconfitta della classe operaia, da imputare alle organizzazioni ufficiali, o un salto dello sviluppo capitalistico nell'appropriazione delle forze produttive sociali. Queste due premesse della passività sono cresciute insieme in questi ultimi decenni. Ed insieme hanno sempre più assolutizzato il potere dispotico del capitale.
    Quale risposta è ora possibile? Organizzazione di classe senza istituzionalizzazione borghese. Abbiamo oggi un pauroso vuoto politico di esperienze pratiche e di ricerche teoriche; ciò non toglie che, sul terreno decisivo e diretto della classe operaia, robusti piloni piantati nel profondo risultino essere oggi le lotte nelle cooperative della logistica e quelle all’Ilva di Taranto per la garanzia di salario, salute ed ambiente, contemporaneamente e per tutti i lavoratori, dentro e fuori della fabbrica. Sono queste le lotte che indicano il punto da dove cominciare e il punto dove si deve approdare: nessuna collaborazione alla risoluzione dei problemi del capitale. Va portata avanti, cioè, contro il capitale l'unica proposta in grado di metterlo in difficoltà: il NO operaio alle rivendicazioni dei padroni, mantenimento di un contenuto politico di negazione e di rivolta. Il NO proletario alle esigenze dei capitalisti deve essere l'invito alla lotta decisiva, la forma moderna che deve assumere la vecchia parola d'ordine rivoluzionaria: “Proletari di tutti i paesi unitevi!”.
    Oggi, come del resto in altri momenti storici, la lotta interna al movimento operaio è una parte essenziale, un momento fondamentale della lotta di classe. Ad ignorarla, si perde la complessità, la conoscenza, il controllo, e quindi, alla fine, la stessa praticabilità della lotta contro il capitale. Si tratta di combattere tutte le posizioni opportunistiche ed impedire il processo di esplicita socialdemocratizzazione del movimento operaio e di coinvolgimento nella politica borghese. E' un immenso campo che dobbiamo coltivare. Quel che c'è da da fare è coordinare e dirigere le lotte più avanzate contro le fortezze della società capitalistica. Le grosse difficoltà che abbiamo dinanzi non devono far venire meno l'impegno. Tanto più gravoso è il nostro compito, tanto più dobbiamo raccogliere le forze. Forse il proletariato, riprendendo in mano il lavoro politico, potrà cominciare a capire che i partiti dai quali le sue organizzazioni sindacali sono dominate, sono i partiti non della sua classe, ma della democrazia capitalistica.
    La sconfitta storica di tutta una impostazione politica, che possiamo definire sinteticamente con il termine “stalinismo”, ovunque ancora si alligni, ha, prima di tutto, un risvolto positivo, quello di restituire attualità al discorso internazionalista di Marx. Il marxismo, vero e non deformato, lotta anche contro coloro che cercano di metterlo in soffitta o falsificarlo, esso scava come talpa le fondamenta della società capitalistica. Nelle condizioni di devastazione delle forze di classe, il rivoluzionario serio, e non rincoglionito dal desiderio velleitario del piccolo successo personale, cosa può fare? Capire, anzitutto, che deve, insieme ai suoi compagni, prendere coscienza chiara delle cause obiettive del ristagno sociale, salvare il patrimonio critico della classe, fare opera di diffusione della concezione rivoluzionaria e dispiegare una vigorosa attività di controinformazione. Riprende a lavorare e a studiare con grande umiltà, senza alcun moralismo politico borghese, perchè una sola affermazione conterà sempre: la lotta di classe.
    La politica di unità nazionale dentro la crisi, “per l’uscita dalla crisi”, non è altro che ricostruzione dello status borghese. E' tradimento dei lavoratori, perchè è abbandono delle loro esigenze, delle loro aspirazioni, dei loro sogni. Sarebbe sciocco ignorare il dato di fatto che esiste oggi una situazione negativa per la classe operaia e che la quasi totalità dei lavoratori non può sottrarsi alla politica sindacale della collaborazione di classe. Ma è anche certo che, pure in simili condizioni, le obiettive premesse di ordine economico, sociale e politico, che giustificano il lavoro per costruire l'alternativa di classe, emergono sempre più. I capitalisti sono preoccupati per il marasma generale nel mercato, per la complessa riorganizzazione delle strutture produttive, ed è facile ridere delle confusioni che il livello politico tradizionale, governativo e parlamentare, offre ad ogni cambiamento di stagione. Se il movimento operaio piange, le istituzioni politiche borghesi hanno, però, poco da ridere.
    Per noi il compito è quello di porre le basi del processo rivoluzionario, facendo avanzare le condizioni oggettive e cominciando a organizzare le forze soggettive. Non si riuscirà a questo se non unificando una grande chiarezza strategica. Marx aveva capito che tutto il materiale per combattere la borghesia bisogna prenderlo dalla società che essa ha costruito. E' chiaro che ci sono gradi diversi di sviluppo politico all'interno della classe operaia e si pone alla parte più avanzata un problema di direzione degli strati più arretrati. Come si pone alla classe tutta intera un problema di unità politica, possibile solo a partire dalla distinzione dei suoi interessi reali, ed attraverso la sua organizzazione rivoluzionaria.
    Ci troviamo in una fase in cui si cerca una stabilizzazione capitalistica. Congiunture interne e legami internazionali stanno spingendo questo processo in avanti. Altrettanto indubbio è che il movimento operaio si trovi in una fase di assestamento socialdemocratico. L'iniziativa capitalistica tende alla stabilizzazione politica, con la conferma di una generale sconfitta della classe operaia. Quando, com’è ora, l'intero movimento operaio ufficiale si attesta su posizioni di collaborazione di classe, bisogna mettere in campo con urgenza un'alternativa di organizzazione in grado di funzionare e capace di portare con sè i lavoratori più coscienti.

    Alternativa di Classe

    Fonte

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