Stato e istituzioni :: Elezioni 2013

Elezioni, l'Italia tra ingovernabilità e Grosse Koalition

(25 Febbraio 2013)

Con l'exploit di Beppe Grillo e i risultati del Pdl si tornerà a votare? Se lo chiedono in molti in queste tra un istant poll, una proiezione, le borse mondiali (Wall Street ha aperto in ribasso) in fibrillazione totale e mezza Europa con il fiato sospeso. Quello che sembra certo è che “il giaguaro non è stato smacchiato”. Se al Senato l’ipotesi dell’ingovernabilità, con una instabile maggioranza di centrosinistra, era nelle possibilità, il quadro generale che sta venendo fuori è di caos totale. E questo perché l’affermazione di Grillo ha di fatto scompaginato gli schieramenti ereditati dal maggioritario. La prospettiva è non solo quella della paralisi politica ma del blocco istituzionale perché il 15 aprile si dovrà votare per il nuovo presidente della Repubblica. E con una situazione del genere non si riuscirà a cavare un ragno dal buco. Non è esclusa, però, la Grosse Koalition, in funzione anti-Grillo. Una soluzione, questa, che è stato lo stesso Monti a tirare fuori durante la campagna elettorale. E che è riemersa oggi dalle dichiarazioni di un esponente di Scelta Civica, Andrea Romano, che nega l'eventualità del ritorno al voto seppure dopo una nuova legge elettorale.

''L'Italia appare destinata verso una situazione di impasse'', scrive il Washington Post, sottolineando come un Parlamento diviso - col centrosinistra primo alla Camera e il centrodestra davanti al Senato - ''potrebbe portare nei prossimi mesi a nuove elezioni''. Questo - prosegue il Wp - ''potrebbe avere un profondo impatto sulla capacita' dell'Europa di uscire definitivamente dalla crisi finanziaria''. Stessi timori per il Wall Street Journal, secondo cui ''gli italiani col loro voto sembrano aver respinto l'austerity''. ''Il futuro del governo e del Parlamento italiani appare piu' che mai incerto'', aggiunge il Wsj che intravede nuove elezioni prima dell'estate.

"Se sarà così, con questi numeri la vedo complicata e ci sono buone possibilità che si torni al voto", ha commentato il vicepresidente dei senatori Pd Nicola Latorre. Se questi saranno i risultati, Bersani avrà fallito? "Il problema non è Bersani ma il destino del Paese: così rischieremmo di entrare in una fase di ingovernabilità, con conseguenze serie per l'Italia", ammonisce Latorre. Sulla stessa lunghezza d’onda un altro esponente del Pd. “"E' un risultato totalmente instabile – dice Enrico Letta - ne vedremo delle belle non solo in Italia ma anche a livello europeo". Anche per Stefano Fassina, altro esponente del Pd, davanti a questo scenario “si potrebbe cambiare la legge elettorale e poi tornare al voto". Nella discussione si è infilato anche Dario Fo, fan del movimento di Grillo, che parla di “legislatura breve”.

Piazza Affari ha chiuso alla fine in rialzo dello 0,73% una seduta volatile da brividi, con violente oscillazioni sulla scia delle varie proiezioni relative agli esiti elettorali. La Borsa di Milano è arrivata a guadagnare quasi il 4%. Poi, mentre uscivano invece le proiezioni basate sui dati dell'andamento reale degli scrutini, con il delinearsi di uno scenario di probabile ingovernabilità, i listini hanno perso terreno fino ad azzerare i guadagni e passare in negativo fino a quasi meno un punto percentuale. Nell'ultima mezz'ora ha infine nuovamente prevalso il segno più. Di pari passo si è mosso lo spread tra i rendimenti di Btp e Bund decennali, sceso sotto i 260 punti base dopo gli instant poll e poi man mano risalito in seguito alle varie proiezioni per il Senato, per terminare in area 286 punti base.

fabio sebastiani - controlacrisi.org