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(26 Febbraio 2013)
Il risultato elettorale della lista di Rivoluzione Civile è negativo, non è possibile sottovalutare la portata di questa sconfitta.
Non dobbiamo sottrarci ad un severo esame critico e autocritico, che vada ben oltre la contingenza elettorale e investa tutti gli aspetti del nostro lavoro e della nostra organizzazione.
Facciamolo, evitando infruttuose e superficiali autoflagellazioni: non tutto dipende dalla nostra volontà o capacità soggettiva, soprattutto quando ci si scontra con forze soverchianti che - in verità - ci hanno preso sul serio e per questo ci hanno combattuto.
Oggi, come comunisti, abbiamo di fronte due priorità:
-non disperdere il patrimonio unitario di energie positive e progressive che abbiamo costruito nella campagna elettorale, e che abbiamo tutti toccato con mano in centinaia di affollate e combattive assemblee popolari;
-non disperdere - pur nelle accresciute difficoltà della nuova fase - un patrimonio di idee, di quadri e militanti comunisti che non intendono rinunciare al progetto strategico della ricostruzione del loro partito in Italia.
Questo progetto, che abbraccia una intera fase storico-politica, per resistere, riprendersi e andare avanti nelle nuove condizioni dell'Italia di oggi, ha bisogno di darsi un nuovo gruppo dirigente collettivo e una rete di quadri all'altezza dei compiti: capaci di andare oltre i limiti seri che hanno segnato la "nostra" esperienza, cioè l'esperienza comunista italiana di questi ultimi decenni.
Le forze esistono, ma vanno coaugulate e dinamizzate in una sforzo comune, solidale e unitario, che non ammette scorciatoie o semplificazioni.
Fausto Sorini, segreteria nazionale PdCI
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