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Pro mutuo mori

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(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
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Resistenza, terrorismo e strabismo: il penoso caso dell’ex compagno Barenghi

(1 Settembre 2004)

Leggere per credere cio’ che ha scritto l’ex direttore Riccardo Barenghi su il manifesto del 28 agosto:

“Parlo ovviamente a titolo strettamente personale, non penso infatti che qui tutti siano d'accordo con quel che sto per dire, ma tra un Iraq liberato a colpi di teste tagliate e un Iraq occupato dagli americani, io scelgo la seconda ipotesi.”

Ecco quanto affermava lo stesso giorno, con perfetto sincronismo, Angelo Panebianco su Il Corriere della Sera:

“Quali che siano stati gli errori degli americani, in questo momento non c’e’ nessuna guerra d’occupazione (da parte occidentale) e nessuna guerra di liberazione (da parte irachena). Ci sono invece numerose bande di assassini che vorrebbero ottenere il ritiro degli occidentali per impadronirsi dell’Iraq”.

La sola differenza tra il “comunista” Barenghi e l’anticomunista e visceralmente filoamericano Panebianco e’ che il primo riconosce che l’iraq e’ effettivamente occupato manu militari. Cio’ rende la posizione di Barenghi ancor piu’ scabrosa e indegna: malgrado riconosca che in Iraq vi sia una occupazione sanguinaria oltreche’ illegittima concorda con il suo collega che NON c’e’ una Resistenza popolare e antimperialista e che si tratti solo di “barbari, macellai e assassini”.

Potremmo rispondere col luogo comune che dal punto di vista etico gli USA, con i fiumi di sangue che hanno versato pur di difendere la loro supremazia mondiale, sono i primi nella lista nera dei barbari, dei macellai e degli assassini. Ma Barenghi, come tutti possono notare e’ affetto da una acuta forma di strabismo, per cui l’occhio destro non vede la stessa cosa del sinistro, patologia che lo porta ad un IMMORALE doppiopesismo etico: le bombe da 500 quintali, le esecuzioni mirate sioniste, i genocidi da embargo, le torture di Abu Ghraib, non possono essere poste sullo stesso piano degli omicidi compiuti da questo o quel gruppo guerrigliero.

Potremmo rispondere che in ogni Resistenza sono stati commessi non solo errori, ma spesso delle vere e propprie bestialita’ (ricordi il Vietnam signor Barenghi? i bar affallatissimi di Saigon in cui saltavano per aria, assieme ai soldati americani, coloro che dovevano servirli in un modo o in un altro), ma non per questo si puo’ mettere in discussione la legittimita’ della Resistenza e l’onore del popolo che l’anima.

Oltre che Falluja la Resistenza irachena controlla pienamente almeno una decina di medie citta’ del paese, interi quartieri di Bagdad, Bassora, Samarra, Najaf, Mossul, Nassirya, Al Hillah, Kirkuk. In migliaia di villaggi e cittadine non solo gli americani ma nemmeno i poliziotti iracheni al loro servizio possono mettere piede. Insomma: la maggior parte dell’Iraq, nonostante la preponderanza militare della coalizione imperialista, e’ sotto il controllo del popolo insorto, dotato di sue milizie, di suoi amministratori, di suoi propri tribunali. In condizioni tremende la maggior parte del paese ubbidisce insomma non ad Allawi e ai suoi padroni, ma ad una rete capillare di organismi di atotgoverno popolare.

In questo quadro, parlare soltanto di questo o quel sequestro, opera di minuscoli gruppi guerriglieri (spesso sconosciuti alla Resistenza ma ben noti a questo o quel servizio segreto); fare di questi singoli atti armati il centro del proprio discorso, e’ appunto quello che chiamiamo strabismo. Diciamola tutta: questo e’ mettersi al servizio dell’imperialismo americano, testimonia che si e’ stati arruolati nella sua macchina bellica che, come oguno sa, non annovera solo torturatori professionisti, generali assassini o mercenari sanguinari, ma uno stuolo di giornalisti, scrittori, intellettuali e pennivendoli, tutti con l’elmetto in testa, e le cui penne uccidono piu’ dei fucili automatici dei soldati in divisa.

Assieme alla Fallaci, a Magdi Allam, a Panebianco, anche Barenghi ha deciso di mettersi l’elmetto. Non c’e’ da stupirsi, l’avevano gia’ fatto altri illustri “rivoluzionari” ai tempi della guerra in Jugoslavia. Questo passaggio dalla parte dell’Impero in nome degli ideali della sinistra, della democrazia e della liberta’ non e’ solo indecente, e’ il piu’ bel regalo che si poteva fare a Bush nel momento in cui anch’esso pare traballare. Il servo di nome Berlusconi non e’ piu’ solo.

Notiziario del Campo Antimperialista.... 1 SETTEMBRE 2004

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