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Kenya: gente barricata in casa, spoglio lentissimo

(7 Marzo 2013)

Si attendono ancora i risultati del voto di lunedi' scorso. La gente resta chiusa in casa intimorita dal ripetersi delle violenze elettorali del 2007

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di Rita Plantera

Cape Town, 7 marzo 2013, Nena News - Continuano le operazioni di scrutinio in Kenya tre giorni dopo la chiusura delle urne di lunedì scorso, in un clima di tensione e di ansia, tra strade deserte pattugliate dalla polizia, saracinesche abbassate e la gente chiusa in casa intimorita dalla eventualità di un ripetersi delle violenze del 2007.

Da ieri intorno a mezzogiorno ora locale, elicotteri e voli charter hanno cominciato a traghettare le schede elettorali dalle sedi periferiche dei seggi verso la sede centrale della Independent Electoral and Boundaries Commission (IEBC) a Nairobi, dopo che il costosissimo sistema elettronico diì trasmissione dati via sms criptati ha fatto flop.

Avrebbe dovuto garantire rapidità e trasparenza delle operazioni di conteggio e comunicazione dei voti e, invece, una serie di non ben determinati bug informatici avrebbe costretto ad avviare lo spoglio manuale delle schede che ora vengono trasportate nella capitale via aerea dai presidenti di seggio. Safaricom, il provider telefonico incaricato di garantire la trasmissione dei voti in tempo reale, si è tirato fuori dall'impasse. Avrebbe infatti assicurato solo la connettività sul territorio e la fornitura di circa 17,000 apparecchi mobili di trasmissione. Il software di gestione del flusso dati non sarebbe di sua proprietà né progettazione. Ma in tilt pare fossero andati anche i lettori elettronici di identificazione e registrazione degli elettori già dalle prime ore di apertura delle urne di lunedì 4 marzo. Insomma, pare che la tecnologia, su cui le autorità avevano tanto contato per evitare ritardi nell'annuncio dei risultati e scongiurare il rischio di violenze innescate da timori di brogli elettorali, abbia fallito clamorosamente.

Furono proprio le proteste seguite al ritardo ingiustificato nel rendere noti i risultati ufficiali una delle ragioni che diede il via ai massacri post elettorali del 2007, quando l'annuncio, dopo giorni di attesa, della vittoria inaspettata del presidente uscente, Mwai Kibaki, contro Raila Odinga, dato per vincitore, e attuale Primo Ministro, innescò una serie di scontri tra i sostenitori delle due coalizioni opposte, sfociati poi in violenze ben più gravi abilmente orchestrate da funzionari governativi e della polizia. Circa 1300 persone furono uccise e più di 600 furono i dispersi. Con le accuse di responsabilità dirette nell'organizzazione di quel massacro, è stato incriminato dalla Corte Penale Internazionale l'attuale candidato alla presidenza dato per favorito nei risultati provissori, l'attuale vice primo ministro Uhuru Kenyatta. Se confermato, su 4,5 milioni di schede conteggiate, Kenyatta sarebbe in testa con 2,400,000 milioni di voti contro il milione e 800 mila del suo maggior sfidante, l'attuale primo ministro Raila Odinga. Se questo vantaggio venisse mantenuto, assegnerebbe a Kenyatta la maggioranza assoluta e proclamerebbe Presidente un politico su cui pesano le accuse di crimini contro l'umanità.

Intanto, ad alimentare queste ore di tensione e di fermento anche la decisione della IEBC di includere nel conteggio dei voti le schede inizialmente considerate nulle. Sarebbero circa 300,000, il 5% del totale dei voti, in una tornata elettorale che ha registrato un'affluenza alle urne di circa il 70% dei 14,300,000 aventi diritto al voto. Considerando che la nuova costituzione, varata nel 2010, prevede la vittoria secca del candidato alle presidenziali che abbia raggiunto il 50% più 1 dei voti, quella che sembra una insignificante percentuale potrebbe invece mandare al ballottaggio i due candidati con il maggior numero di preferenze. In questo caso, la convocazione di un secondo turno elettorale è prevista per il prossimo aprile. Nonostante lo spoglio in corso pare assegnare a Kenyatta un vantaggio considerevole su Odinga, si attende lo scrutinio dei voti delle roccaforti dei due sfidanti, tra le quali quelle della zona costiera, per considerare il dato definitivo.

Ma a tenere in stallo la situazione non sono solo i toni seppur pacati di contestazione tra i maggiori schieramenti in campo e le accuse di ingerenza rivolte alle ambasciate straniere, ma soprattutto l'incertezza generale che, legata al ricordo degli avvenimenti di 5 anni fa, ha fatto triplicare i prezzi dei generi alimentari di prima necessità, portato la maggior parte degli esercizi commerciali a restare serrati dopo aver esaurito le scorte di magazzino e la gente a barricarsi in casa.

Nonostante questo e alcune tasche di violenza che hanno visto la morte di almeno 15 persone tra poliziotti e aggressori nella prima giornata elettorale, i mercati sono fiduciosi e il capo della missione di osservazione europea, il deputato Alojz Peterle, ha dichiarato che, sebbene il processo elettorale non si sia ancora concluso, si può tuttavia riconoscere alla Repubblica del Kenya un impressionante impegno nell'assicurare elezioni democratiche.

Nena News

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