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Atene 1-3 Marzo 2013, Incontro internazionale della sinistra radicale ed anticapitalista

(10 Marzo 2013)

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Un incontro internazionale della sinistra radicale ed anticapitalista si è svolto ad Atene l’1, il 2 e il 3 marzo scorso.

E’ stato organizzato dal sito internet rproject.gr che rappresenta il “lavoro culturale” del cartello delle tendenze di sinistra anticapitalista all’interno di Syriza – cioè la convergenza realizzatasi all’ultimo Congresso nazionale di quel partito – che ha raggiunto il 27% dei voti dei delegati e delle delegate – tra le componenti storiche della sinistra interna Dea e Kokkino e la sinistra costituitasi recentemente all’interno di Synaspismos, che rimane la componente maggioritaria della coalizione di sinistra trasformatasi in partito. All’incontro sono stati invitati- e sono intervenuti nei diversi workshop nei quali si è articolato l’incontro – anche esponenti di Antarsya, la coalizione di estrema sinistra indipendente da Syriza.

L’incontro di Atene, alla cui preparazione e gestione hanno attivamente collaborato militanti del “Movimento per il socialismo” svizzero e la rete internazionale di militanti anticapitalisti dell’International Socialist Organization (Iso), ha visto la partecipazione di economisti “critici”, sia greci che del resto d’Europa (tra questi Michel Husson), sindacalisti, esponenti dei movimenti sociali europei e dirigenti di alcune importanti organizzazioni della sinistra anticapitalista d’Europa, tra cui Olivier Besancenot e Francois Sabado dell’Npa francese e Josep Maria Antentas e Raul Camargo della Izquierda Anticapitalista dello stato spagnolo. Erano presenti anche militanti e ricercatori portoghesi, britannici, ciprioti e statunitensi.

Nella sessione conclusiva dell’incontro, domenica pomeriggio, dedicata alle rivoluzioni arabe sono intervenuti Gilbert Achcar, dell’Università di Londra, militante internazionalista di origine libanese ed autore di testi importanti sul mondo arabo e l’attuale stagione di lotte in Medio Oriente, ed Ahmed Shawki, editore dell’International Socialist Review – Isr degli Stati Uniti.

Dall’Italia hanno partecipato Roberto Firenze, intervenuto come militante sindacale in uno degli workshop tematici, Giorgio Cremaschi della Rete 28 aprile della Cgil e del “Comitato nazionale No Debito”, e Lucia Pradella, ricercatrice dell’Università di Venezia.

Ovviamente nutrita e qualificata la partecipazione di militanti e dirigenti politici e sindacali della sinistra radicale greca; in particolare erano presenti i deputati neoeletti di Syriza ed il gruppo dirigente delle sue diverse tendenze di sinistra.

L’incontro si è articolato in tre momenti centrali. Venerdi pomeriggio sulla crisi attuale in Europa; sabato pomeriggio, con la seduta plenaria sul tema “prospettive della sinistra radicale anticapitalista e questione degli sbocchi politici: il governo delle sinistre”; e domenica pomeriggio con la seduta plenaria conclusiva dedicata al “sollevamento del mondo arabo”.

Intorno a questi tre momenti principali sono ruotati diversi – e tutti interessanti – workshop: sulle controriforme in corso in Grecia nei settori dell’educazione pubblica e della sanità e sulle conseguenze dell’ondata di privatizzazioni imposte a quel Paese dall’applicazione del “Memorandum” ormai famigerato imposto dalla Troika al popolo greco; per arrivare all’importanza delle mobilitazioni contro l’estrema destra ed il razzismo , fino ai problemi che incontra il sindacalismo conflittuale e alle forme che tende ad assumere nel contesto della crisi attuale in Grecia ed in tutta Europa.

Non si è trattato semplicemente di un meeting di solidarietà con le lotte di resistenza all’austerità da parte del popolo greco e delle sue organizzazioni classiste ed anticapitaliste.

Si è trattato di una discussione vera sui compiti comuni dei militanti della sinistra anticapitalistica in Europa.

Il clima era quello di chi voleva condividere temi, obiettivi, pratiche, discussioni di carattere strategico. Con la consapevolezza che in Grecia si gioca una partita decisiva per il movimento dei lavoratori e delle classi popolari di tutta Europa. E questa partita la si vince o la si perde insieme, anche perché le ricadute di quelle battaglie in corso saranno certe su tutti noi.

I temi affrontati sono riassumibili dalle domande politiche che percorrevano quel meeting.

Quale sarà l’evoluzione della crisi, il suo impatto e la sua durata? Quali le sue conseguenze sulla lotta di classe e sulle resistenze sociali in corso? Nella crisi quali movimenti sociali si determineranno e come “rimescoleranno le carte” di una crisi del movimento operaio tradizionale evidente anche in Grecia? Quali conseguenze sulle lotte contro le privatizzazioni e per la difesa di un sistema pubblico e gratuito di educazione e di assistenza sanitaria? Quale il ruolo e l’importanza della lotta contro la minaccia fascista? Quali le possibilità di coordinamento delle lotte di resistenza su scala europea?

Ma su tutte le domande politiche, quella che percorreva tutto il dibattito e gli workshop era: quale può essere il significato di un “governo delle sinistre” in Grecia nella prossima fase?

E soprattutto: quali le sue implicazioni di carattere strategico e programmatico non solo per la sinistra anticapitalista in Grecia ma in tutta Europa? E quali condizioni necessarie per imporlo come sbocco politico di una nuova fase di mobilitazioni di massa in quel paese che sappia capitalizzare l’eventuale precipitare di una nuova crisi politica?

Cioè, come il “governo delle sinistre” può essere conquistato nella crescita dei movimenti e delle mobilitazioni popolari, senza attendere che esso si produca come un frutto maturo che cade dall’albero della crisi di quel sistema politico?

In questo scenario la Grecia è apparsa contemporaneamente come un riferimento ed una “eccezione”.

Un riferimento per la radicalità delle lotte – e le loro terribili difficoltà, che sono quelle di tutto il popolo greco – che hanno un segno di “anticipazione” di quella che potrebbe essere la dinamica di drammatizzazione sociale della crisi nel resto d’Europa che determina un quadro sempre più “comune” in termini di compiti politici per le sinistre radicali nel conflitto con il “governo” dell’Unione Europea.

Ma anche una “eccezione” perché, per ora, soltanto in Grecia le lotte e le resistenze potrebbero trovarsi nella condizione di avere uno sbocco politico possibile a sinistra. Cioè la precipitazione della crisi del sistema politico in una rottura che determina la costruzione di un possibile “spazio politico temporale” per l’avvio di un processo di trasformazione sociale.

Su questo tutti gli esponenti della sinistra radicale europea presente non avevano dubbi: Syriza, senza essere un “modello”, può simbolicamente rappresentare un riferimento positivo. Ma in nessun altro paese d’Europa oggi si pone il problema di uno sbocco politico positivo di un difficilissimo ciclo di lotte difensive e di crescita dentro di esse dei movimenti sociali, come quelle in corso attualmente. E nel dibattito le differenze nei ritmi delle lotte e delle resistenze sono emerse. Dalla Spagna e dal Portogallo, dove riparte l’onda trasformatrice dei movimenti sociali, alla Francia e all’Italia dove più evidentemente pesano la frammentazione delle lotte e il disincanto verso la “sinistra” ex riformista (Francia); o (Italia) dove si è confrontati con lo tsunami elettorale costituito dal Movimento 5 Stelle, che occupa obiettivamente uno spazio di “scardinamento” del vecchio sistema politico che potrebbe farlo assomigliare al ruolo svolto da Syriza in Grecia… ma con tutt’altre caratteristiche. E sull’Italia in quel dibattito greco, vi erano molte curiosità e moltissimi interrogativi…

Cosi come emergono le difficoltà sul piano dei processi di soggettivazione politica. Se per Syriza, in Grecia, vi è la certezza di un ruolo centrale che essa potrebbe svolgere nella prossima fase, nel resto d’Europa non vi sono strade già tracciate e sentieri ripercorribili con facilità. Non si tratta cioè di pensare a pallidi surrogati dell’esperienza greca ma come ricostruire partendo dalle dinamiche dei movimenti sociali e delle lotte di resistenza, con la consapevolezza che, nella crisi del capitalismo europeo ,viviamo contestualmente la stagione della crisi politica delle diverse soggettività esistenti della sinistra rivoluzionaria ed anticapitalistica.

Sarà la prova dei fatti a dirci se questa crisi verrà superata in avanti, e sul piano continentale, o determinerà un ciclo di ulteriori sconfitte e frammentazioni, passando magari per illusori momenti di “ripiegamento nazionale” di ciascuna di quelle soggettività.

In ogni caso, nella tre giorni di Atene, è emersa non solo la consapevolezza dei problemi e dei compiti comuni, ma anche un percorso di possibili appuntamenti in cui ritrovarsi e riverificare insieme il “che fare?”. A partire dall’appuntamento del sindacalismo conflittuale del 22, 23, 24 marzo a Parigi; per arrivare al Forum sociale mondiale di Tunisi di fine Marzo, in cui la sinistra anticapitalista europea avrà la possibilità di incontrarsi e confrontarsi con le soggettività alternative che stanno emergendo dal ciclo delle “rivoluzioni arabe” in corso in quella parte del mondo.

Roberto Firenze
Milano 9/03/2013.

Roberto Firenze - www.sinistracritica.org

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