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Esopo ad Assisi

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(26 Settembre 2011) Enzo Apicella

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    Viva l'unita nazionale?

    Il movimento per la pace dopo la liberazione delle due Simone

    (29 Settembre 2004)

    Aspettiamoci di tutto d'ora in poi.
    Il movimento per la pace rimasto isolato e ricacciato nell'angolo dell'autoreferenzialità dall'unità nazionale rischia di diventare il problema della pacificazione in Iraq.

    Del resto le reazioni da parte di quasi tutte le forze istituzionali da destra a sinistra dopo il rapimento di Pari e Torretta indicano che la parola ora passa e resta al governo.

    Parola di guerra, tra l'altro sempre rimasta al Governo anche quando non si respirava un clima di unità nazionale.

    In guerra l'Italia ci è andata anche con i pacifisti che occupavano disperatamente i binari per bloccare i convogli della morte, anche con parte del centrosinistra più rifondazione in netto dissenso.

    Li non serviva l'unità nazionale , eppure la posta in gioco era tremendamente alta e terribilmente distruttrice come può esserlo solo una guerra che spazza via ogni spiraglio di confronto e di mediazione e apre la strada allo scontro e ai poteri occulti.

    Li l'unità nazionale non c'era eppure Berlusconi e company sono riusciti nel loro progetto.

    Vien da dire che è più facile andare in guerra che salvare la vita a degli ostaggi.

    Però qualcosa non mi torna.

    Come è possibile che una protesta chiara contro la guerra da parte dei partiti del centrosinistra e di rifondazione possa mettere in crisi la liberazione di Simona Pari e Simona Torretta, come è possibile che un rifiuto di questa guerra che ha trasformato l'Italia in una nazione occupante e nemica del popolo irakeno possa mettere in difficoltà il lavoro di mediazione dei vari servizi segreti, più o meno deviati, e del sottosegretario Letta?

    Come è possibile?

    Soprattutto oggi come è possibile che il nemico della pace e della avvenuta liberazione di Simona Pari e di Simona Torretta sia il movimento pacifista?

    Mentre passa l'attacco alla costituzione e la devolution avanza , nell'attesa che i partiti si risveglino dal torpore dell'unità nazionale tricolore e ricostruiscano seriamente il loro ruolo in questa storia di rapimenti e di guerra ritrovando il bandolo della matassa spero si recuperi al più presto quella tradita unità nazionale contro l'intervento armato in Iraq, quella stessa unità che ci accomunava alle ben tornate Simona e che è l'unica strada percorribile per garantire la pace ed il rispetto tra i popoli.

    Vediamo ora se tutto il centrosinistra più rifondazione torneranno a chiedere il ritiro immediato delle truppe e soprattutto se questo diventerà la condizione fondante senza se e senza ma della discussa futura alleanza.

    Roberto Aere (verona)

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